Cap. 10

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-"Diego io..."- mi allontano camminando all'indietro. Vado a sbattere contro un petto grande e muscoloso, mi giro di scatto aspettandomi Enrico ma davanti a me si para, di nuovo, Caronte. Mi afferra il polso -"Lucilla torniamo a casa"-
-"No"- rispondo divincolandomi -"Ma è possibile che ce l'avete tutti con il mio polso?!"-
-"Tutti?"- Caronte nota Diego in piedi dietro di me -"Tu ci vedi?"- gli chiede puntandogli un dito contro. Diego rimane immobile fissandoci.
-"Vabbè non importa"- Caronte si gira facendo svolazzare il suo mantello -"Andiamo a casa Lucilla"-
-"Ti ho detto che non voglio!"- punto i piedi al suolo.
-"Ma smettila"- mi da un leggero strattone facendomi avanzare.
-"Te non puoi riportarmi a casa!"- ripianto i piedi al suolo.
Caronte si gira di scatto -"Vuoi che venga a prenderti Mazikeen vero?"-
-"Assolutamente no!"- urlo
-"Ti posso leggere l'anima Lucilla, so cosa vuoi"- mi risponde sempre con la sua voce pacata e calma. Lucilla, piccolo diavolo, Demonietto tutti nomignoli che mi hanno dato la sotto...ognuno mi chiama in modo diverso tranne mio padre e Enrico...Perché non è venuto lui a prendermi...aspetta io voglio che venga veramente lui?
I miei occhi si fanno di nuovo lucidi, mentre scompariamo in una nuvola di fumo bianco.
Mi ritrovo nel traghetto di Caronte, quest'ultimo sta in piedi remando. Una lacrima mi scende lungo la guancia finendo sulle tavole di legno, abbraccio le mie ginocchia. Non voglio tornare...nessuno mi vuole...sono un peso per tutti...
Un singhiozzo mi esce dalla bocca, Caronte si ferma posando il remo. Il traghetto continua il suo viaggio.
-"Non è vero, non è vero che nessuno ti vuole Lucilla e non sei un peso per tutti"-
-"Ah no? E che ne sai te?"- cerco di asciugarmi le lacrime. Sto iniziando ad odiarla sta cosa del piangere.
-"Lo so Lucilla, lo so"- si siede davanti a me incrociando le gambe. Caronte è poco più alto di me, non l'ho mai visto in faccia. Credo che nessuno l'abbia mai visto a parte mio padre e Enrico -"Mi ha mandato tuo padre a prenderti. Mazikeen era già da diverse ore che sbraitava sul fatto di venirti a cercare, poi ha lasciato la stanza arrabbiato visto che nessuno gli dava retta. Tuo padre era arrabbiato, infastidito e non dava ascolto a nessuno pensando ai cavoli suoi. Fino a quando non ha iniziato a sentire una lieve fitta al braccio e subito dopo alla testa. Ha iniziato a urlare ordini a destra e a manca cacciando tutti dalla stanza tranne me. Quando mi ha guardato, te lo devo dire, mi è parso di vedere della seria preoccupazione sui suoi occhi"-
-"Impossibile..."- sussurro -"I demoni non provano emozioni"-
-"Devo ricordarti che tuo padre non è un demone, è un angelo caduto: l'angelo più bello è splendente che sia mai esistito. Ma non perdiamoci in questo"- solleva la sua grande mano avvicinandola al mio mento per sollevarlo in modo che mi possa guardarlo negli occhi anche se, io, i suoi non li vedo -"Tuo padre mi ha dato l'ordine di  proteggerti"-
-"No!"- urlo scacciando la sua mano -"Quello è il compito di Enrico!"-
-"Mazikeen Lucilla, si chiama Mazikeen"- Caronte si massaggia la mano su cui ho tirato uno schiaffo ed è lì che lo vedo: un occhio verde smeraldo, una gemme splendente. Rimango affascinata allungando una mano verso il suo volto, gli tocco la guancia calda al mio contatto.
-"I tuoi occhi..."-
Lui si alza immediatamente coprendosi di più il volto -"Non guardare!"-
-"Perché? Sono così belli"- non come quelli di Enrico ovviamente, per quale cavolo di motivo ho appena pensato questa cosa?!
-"Non lo penseresti se vedresti il resto"- riprende il remo per ricominciare a remare
Mi alzo -"Non puoi saperlo"-
-"Sì invece!"-
-"Tua madre aveva detto la stessa cosa...."- sussurra.
-"Mia madre? Conoscevi mia madre?"- mi avvicino a lui
-"Sì"- gli scappa una risata nostalgica -"Chi non la conosceva? Solare, dolce e gentile...Non si meritava quella fine"-
Abbasso lo sguardo guardando l'acqua che scorre -"Scusa, è per colpa mia che lei..."-
-"Non dire stronzate!"- è la prima volta che lo sento urlare... -"Te non hai nessuna colpa, chi ti ha messo in testa sta stronzata?!"-
Mi lascio cadere sulla panchina nel mezzo del traghetto -"Mio padre...e ha ragione, è colpa mia se lei è morta. Forse se sarei morta io..."- 
-"Lei sarebbe morta lo stesso"- Caronte riposa il remo sedendosi accanto a me
-"Ma è lo stesso colpa mia! Per mio padre sono solo uno stupido peso! Sono un assassino, ho ucciso la persona che più amava al mondo!"-
-"No è vero"- mi giro verso di lui -"La persona che più ama al mondo è ancora viva ed è qui di fianco a me Lucilla"-
-"Che stai dicendo...Lui non mi vuole..."-
Caronte sospira voltandosi verso di me, si porta le mani al cappuccio facendolo scivolare lentamente sulle sue spalle: dei capelli marroni e ricci gli riempiono la testa, ha un occhio verde smeraldo e l'altro completamente bianco attraversato da una grossa cicatrice, il mio sguardo scende fino alla bocca: una parte della guancia destra manca completamente mettendo in mostra i denti bianchi. Il mio sguardo ritorna ai suoi occhi -"Allora? Dov'è tutta sta bruttezza e sto scandalo?"-
Lui mi guarda confuso.
-"Pensavo fossi peggio! Che ne sò, un naso grosso e aquilino o una bocca storta e brutta con denti aguzzi!"- inizio a gesticolare sotto il suo sguardo -"Invece mi ritrovo un volto perfetto con solo qualche ferita qui e là! Mi hai seriamente deluso!"- lo guardo imbronciata.
-"Sei seria?...."- trascorrono dei minuti di silenzio che vengono rotti dalla sua risata -"Sei identica a tuo padre da questo lato"- 
-"Hey!"- 
-"Comunque grazie, nessuno mi ha mai detto di essere perfetto"- prima che io possa rispondere lui si ritira su il cappuccio e il traghetto traballa toccando la riva -"Andiamo Lucilla"-

E se fossi diversa?Where stories live. Discover now