Cap 8

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Diego a tirato fuori dalla dispensa patatine e bibite gassate dopo aver sentito il mio stomaco brontolare -"Così non bevi alcool?"- gli chiedo mettendomi in bocca la prima patatina.
-"No, mio padre odia gli alcolici"- risponde accovacciato sotto la Tv cercando di attaccare il cavo della Play Station.
-"E te fai tutto quello che ti dice il tuo paparino?"- lo prendo in giro.
-"Accesa!"- esclama, si alza e mi porge un joystick -"Ma che simpatica la ragazza, di già a provocare?"- chiede sorridendo mentre prendo il joystick dalla sua presa. Si siede accanto a me sul divano.
-"Adoro provocare"- lo accendo.
-"Facciamo così se riesci a vincere almeno una partita rispondo alla tua domanda"- stacca gli occhi dallo schermo per guardarmi.
-"Va bene, ci sto! Ti avverto me la cavo con i videogame!"-.
Le prossime cinque partite le vince di fila lui -" 'Me la cavo con i videogame' "- mi imita mentre occupa la terza base. 
-"Questa la vinco sta a vedere!"- 
-"Potrei anche batterti a occhi chiusi!"- si sporge dalla mia parte spingendomi con la spalla
-"Hey! Così non vale!"-
-"Tutto lecito in guerra!"- mi risponde scoppiando  a ridere mentre il mio personaggio muore.
-"E dove lo lasci l'amore?"- chiedo sbuffando. Mette in pausa il gioco girandosi verso di me, solleva un sopracciglio mentre un luccichio malizioso si fa strada su suoi occhi.
-"Cosa?"- chiedo confusa. Aspetta... -"Non quell'amore deficiente!"-  urlo lanciandogli un cuscino del divano. Lui scoppia a ridere rifacendo partire il gioco.

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-"Ho vinto!"- urlo alzandomi in piedi.
-"Sì dopo la tredicesima perdita"- mi stronca stiracchiandosi la schiena.
-"Hey l'importante è che ho vinto! Ora"- poso il joystick e mi giro dalla sua parte con le gambe sopra al divano -"Rispondi alla mia domanda!"-
-"Va bene Lucy"- mi risponde posando a sua volta il joystick sul tavolo di vetro davanti a noi.
-"Come mi hai chiamato?"- chiedo confusa.
-"Lucy, non va bene?"-
-"No! Anzi va benissimo! Solo...nessuno mi ha mai chiamto così"- 
Lui cambia argomento -"Allora: sì faccio la maggior parte delle cose che mi dice il mio 'paparino'. D'altronde da una parte sono costretto, lui in quanto uomo di chiesa vuole che suo figlio rispetti qualsiasi regola"-
-"Aspetta cosa?"- per la prima volta mi guardo realmente intorno notando i migliaia di crocifissi in giro per la stanza e le bottigliette con l'acqua santa -"Tuo padre è un uomo di chiesa?"- chiedo iniziando ad agitarmi.
-"Sì. Fa uno strano lavoro. Lucy è tutto apposto?"- mi chiede avvicinandosi.
-"Sì è tutto apposto! E che lavoro fa nello specifico tuo padre?"- gli chiedo cercando di tranquillizzarmi. Non può farti niente Lucia, non è a casa e poi figurati se è qualcuno di pericoloso. Sarà un diacono.
-"Mio padre è un esorcista"- mi blocco sul posto. Un esorcista? Sono a casa di un esorcista?! Grande Lucia continua a metterti nei casini! Mi alzo di scatto. 
-"Diego devo andare!"- mi dirigo di fretta verso la porta di casa.
-"Hey Lucy aspetta!"- mi afferra il polso prima che io possa varcare la soglia -"E per il lavoro strano di mio padre? Tranquilla non è una persona fuori di testa, al contrario è molto gentile"-
-"No Diego, non è per quello, è che si è fatto tardi..."- appena metto un piede fuori casa una potente voce si fa strada sulla mia testa
-"Lucia!"- la riconosco subito: è la voce di Enrico.
-"L'hai sentita anche te?!"- mi chiede Diego che tiene ancora il mio polso. Per fortuna le mie maniche sono talmente lunghe da coprirlo se no a quest'ora avrebbe, sul palmo della mano, una scottatura ben visibile e non solo quella.
-"Hai sentito la voce?"- gli chiedo confusa.
-"Quella che ti ha chiamato? Sì..."-  si guarda attorno attento.
-"Lucia!"- l'urlo squarcia di nuovo l'aria ma la gente nel vialetto continua a camminare e a parlare normalmente. Come immaginavo, la sentiamo solo noi...
-"Lucia che succede?"- mi guarda con un pizzico di terrore -"Perchè l'altra gente non sente niente?"- 
-"Diego...te sei"- la domanda mi muore in gola quando sento un brivido lungo la spina dorsale.
Diego guarda alle mie spalle -"è arrivato mio padre!"- 
Cosa?! Devo andarmene! Cerco di liberarmi dalla presa senza fargli male ma lui mi stringe il polso -"Non ti lascio andare! Ti ho trovata svenuta e poi sei scoppiata a piangere! E ora te ne vuoi andare di fretta! In più c'è questa stupida voce inquetante! Dimmi che sta succedendo Lucia"- mi guarda negli occhi. 
Suo padre si avvicina sempre di più, fin quando ci sorpassa entrando in casa -"Diego! La porta si chiude!"- urla, poi chiude la porta alle sue spalle.
Diego guarda alle sue spalle confuso -"Non mi ha visto..."-
-"Per fortuna no"- mi lascio sfuggire, metto la mano davanti alla bocca mentre Diego si volta con sguardo confuso.
-"Ora mi dici che succede"- i suoi occhi marroni si perdono a guardare i miei
-"Non posso..."- sussurro -"Poi saresti in pericolo..."-
-"In pericolo da cosa?!"- Si avvicina di più tenendo sempre il mio polso stretto nella sua morsa -"Se è per colpa di quel ragazzo..."-
-"Lucia!"- un altro urlo squarcia l'aria.
Ci guardiamo intorno -"Entra Lucia"- Diego mi trascina all'interno della casa con la forza.
-"Diego!"- urlo con voce tremante mentre pianto i piedi per terra. Mi trascina fino in salotto dove suo padre legge un giornale seduto sulla poltrona: degli occhiali da vista sono appoggiati al suo naso aquilino, non è vestito da sacerdote ma ha il solito collarino eclesiastico che gli spunta dal colletto della camicia -"Diego scendi!"- urla con gli occhi che scivolano lungo le lettere del giornale. Diego è immobile davanti a me. L'esorcista si alza irritato poggiando il giornale sul tavolino, ci sorpassa e si piazza all'inizio della scalinata, che porta al secondo piano. -"Diego!"- sbuffa,sale le scale.
-"Perchè non mi può vedere?"- chiede Diego.
-"Non lo so.... Diego ti prego lasciami il polso, non posso stare qui!"- strattono il braccio
-"Perchè?!"- 
-"Perchè non sono al sicuro!"-
Diego mi avvicina a lui -"Sì che sei al sicuro! Sei con me, ti proteggerò da qualsiasi cosa!"- l'ho già sentita questa frase...

E se fossi diversa?Where stories live. Discover now