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"La gente ha paura di ciò che non comprende."

Inferno. Ecco la parola esatta per definire tutto questo. Sono due giorni che non mi fermo un attimo per riposare, Ingrid mi ha raddoppiata il lavoro e addio ore libere durante il giorno. Ora devo andare velocemente al secondo piano per prendere delle cose che vuole lei, che servono a lei e che deve usare lei. Eppure, sono io che devo andarle a prendere, io che devo farmi le scale mille volte, per lei.

Mi avvicino alla porta dello sgabuzzino, -così lo hanno chiamato loro- entro e prendo tutto l'occorrente, poi facendo attenzione a non far cadere niente chiudo la porta e mi dirigo di nuovo verso le scale. Ma delle voci mi incuriosiscono, provengono dalla biblioteca. Avvicino l'orecchio alla parete.

<<Devi smetterla, intesi?>>

La voce è femminile, ed è anche molto arrabbiata.

<<Non mi hai mai davvero parlato dopo tutto questo tempo, e ora ti permetti di usare questo tono con me?>>

Diego.

<<Abbassa la voce, hydrem! Non deve saperlo nessuno!>>

<<È ovvio che non deve saperlo nessuno, e non parlare il Krillion! Sai che ho qualche problema con questa lingua.>>

Qualcuno sbuffa, ma non capisco chi.

<<Ad ogni modo, non devi più vederla. Stalle il più lontano possibile, non vedo nulla di buono.>>

<<Decido io cosa fare della mia vita, tu sta' per i fatti tuoi.>>

L'ennesima sbuffata.

<<Ho visto te e lei, due sere fa, nella tua camera. Devi smetterla ora, prima che sia troppo tardi, se tuo padre ti dovesse scoprire...>>

Victoria.

<<Sarebbe la fine di entrambi, lo so.>> la interrompe.

Silenzio.

Sento rumori di passi che si allontanano, una porta che viene aperta e subito dopo chiusa con un tonfo.

Mi affretto a dirigermi verso le scale, ma la porta nera si apre di scatto e qualcuno mi prende per i capelli con violenza, cerco di scivolare via dalla sua presa ma mi blocca al muro con un solo movimento. Tutto ciò che avevo in mano cade a terra rumorosamente e ho paura di attirare troppo l'attenzione. Gli occhi di Diego sono rossi e fissano il mio collo. Avvicina il viso verso di me, osserva i miei occhi chiari e, prima di mordermi, poggia le labbra sulle mie. Un bacio violento, altro che dolcezza degli ultimi. Di istinto intreccio le mani dietro il suo collo e lui le braccia sui miei fianchi. Tra un bacio e l'altro sussurro il suo nome... dobbiamo fermarci, lo sappiamo bene sia io che lui.

<<Diego!>>

Non so come, ma lui mi ascolta e si allontana, come se si fosse reso conto solo in questo momento cosa davvero stavamo facendo.

<<Che cosa hai sentito?>> domanda, gli occhi che pian piano stanno tornando normali.

Io, con il fiatone, cerco di formulare una risposta sensata, il cuore che va a mille.

<<Che mi devi stare lontano...>>

E me lo trovo di nuovo incollato a me, le labbra a due centimetri dalle mie, gli occhi rossi e le sue mani sulle mie guance, come per costringermi a guardarlo negli occhi.

<<Mai, mai mi allontanerò di nuovo da te.>> sussurra.

Respiro a fatica, il cuore in gola e una morsa allo stomaco. Come se qualcuno avesse preso il mio stomaco e ci avesse fatto passare sopra un rullo compressore.

Soul Hunter - Schiava per SceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora