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"We read to know that we are not alone."

L'ennesimo sogno in cui sto scappando, diretta verso chissà dove.
Stavolta il luogo intorno a me è più chiaro, nel senso che le forme sono ben distinte, anche se non ho mai visto questo luogo.

Mi faccio strada in mezzo ad una piantagione altissima, io quasi in confronto sono una nana. Sulla mia destra c'è una parete formata da grandi pietre bianche e grigie, e si estendono fino oltre il mio raggio visivo. Il muro è così alto che la luna si trova dall'altro lato, e non lascia passare nemmeno un piccolo spiraglio di luce bianca. In mano reggo una candela piccola, e credo che a momenti dovrò buttarla per quanto questa sia diventata piccola e flebile sotto il mio sguardo. La parete sembra accompagnarmi nella mia camminata, ogni tanto devo anche poggiarci una mano per evitare di cadere, e al tocco è molto fredda. Sui capelli sciolti porto un cappuccio, il mantello nero mi riscalda per quello che può la pelle troppo esposta al freddo. Ho un vestito bianco che somiglia vagamente a quello che uso per dormire, la stoffa ricamata e ora strappata ondeggia tra le mie gambe.

Chissà stavolta dove sono diretta, se sto scappando o se sto semplicemente facendo una passeggiata nel cuore della notte. Delle foglie dietro di me fanno rumore e aumento il passo, con il cuore che batte all'impazzata e il respiro corto. All'improvviso una voce si sente nell'aria, fioca e poco udibile, che somiglia vagamente ad una cantilena. Sprazzi di questa pseudo filastrocca riesco a sentire, qualcosa come piccolo stiletto e anima che si accende. La me del sogno è terrorizzata, calde lacrime le solcano il viso freddo e la fiamma della candela balla secondo il tremolio della mano. Non credo di essere mai stata così terrorizzata in vita mia.

Mi sveglio lentamente, come se avessi dormito per tanto tempo. Ho i muscoli di tutto il corpo indolenziti, le mani si muovono pigre sotto il mio volere. Denise è in piedi accanto al letto, sta parlando con qualcuno alle sue spalle e il mio raggio visivo non mi permette di individuarlo.

<<Si è svegliata!>> dice qualcuno e subito Denise si volta verso di me e mi sorride.

<<Tieni, bevi un po' d'acqua.>>

La ragazza appena più grande di me mi porge un bicchiere e lentamente sorseggio il liquido trasparente.

<<Come stai?>>

Alba la affianca e mi prende la mano, sedendosi sul letto e sforzandosi di sorridere.

<<Bene.>> sussurro ricambiando il sorriso. <<Che è successo?>>

<<Ti abbiamo trovata nel letto. Eri beh, ecco... piena di sangue. C'era sangue ovunque Zoe, per un attimo abbiamo temuto il peggio.>> risponde Denise guardandomi con i suoi grandi occhi castani.

<<E invece eccoti qui.>> dice mia sorella. <<Se Denise non mi avesse assicurata che chi ti ha morsa non aveva intenzione di ucciderti credo che a quest'ora stavo ancora urlando in giro per la stanza. Ora puoi spiegarci tu cosa è successo?>>

Alba è in divisa, i capelli sono raccolti in una alta coda di cavallo e le ciocche che scendono sono morbide sulle sue piccole spalle. Denise è la sua fotocopia, tranne per il colore degli occhi e capelli. Entrambe mi guardano con uno sguardo pieno di compassione, mi chiedo cosa abbiano visto quando sono entrate qui dentro.

<<Daiana.>> distolgo lo sguardo. <<È entrata qui e mi ha accusata di una cosa grave che farò in futuro, poi mi ha morsa e sono svenuta. Non ricordo niente più.>>

<<Che accadrà in futuro?>> ripete mia sorella alzando un sopracciglio. <<È fuori di testa?>>

<<No. Deve esserci un valido motivo.>> spiega Denise. <<Però non capisco come lei abbia fatto. Non è lei quella in grado di conoscere il futuro.>>

Soul Hunter - Schiava per SceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora