Chapter 21 - Do You Hear Me?

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*Dal capitolo 19*

La porta si spalancò con un tonfo deciso, Robert restò nudo chino su di me, girando la testa nella direzione del rumore nello stesso istante in cui lo feci anche io, mentre due figure facevano il loro ingresso prepotente nella stanza.

Improvvisamente, ebbi il coraggio di tirare su le palpebre.

E come una fiamma che si riaccende su una candela consumata, i miei occhi tornarono a brillare alla vista dell'uomo sulla porta.


"Se ti avvicini a lei anche solo di un passo, ti giuro che ti faccio passare questo cazzo di proiettile dall'altra parte del cranio, stronzo!".


Avete presente quando nei film, nella frazione di un secondo, ti vedi passare davanti tutta la tua vita senza però capirne il motivo? Immaginate una sensazione simile, unita all'immagine di uno stormo di rondini che prendono il volo verso una nuova casa, localizzata esattamente nel centro del vostro stomaco.

Così mi sentivo io appena la porta si aprì. La vista annebbiata, il cuore in gola, e un fiume di lacrime uscirmi in maniera incontrollata dagli occhi, come se fosse un torrente in piena in grado di spazzare via un'intera cittadina.
Lacrime di pura gioia e liberazione le mie, perché finalmente avrei potuto dire addio all'incubo che da settimane mi teneva sveglia con la paura di addormentarmi. Finalmente chiudendo gli occhi non avrei più sognato mostri orrendi, avrei sentito solo un unico odore inconfondibile, che mi avrebbe riportato al sicuro:casa.

"Copriti, bastardo! Leva le tue mani sudice da lei. Non costringermi a usare le maniere forti. Muoviti!"

Pensavo di avere le allucinazioni, perché non riuscivo a credere di averlo lì davanti.

Tip teneva qualcosa di metallico saldamente tra le mani, le gambe più avanti rispetto al corpo, la faccia di chi non ha intenzione di mollare ne tanto meno di arrendersi, di chi avrebbe fatto di tutto pur di tornare a casa con il fine per il quale era partito.

Me. Era tornato per salvare me.

Sentivo gli occhi prosciugarsi dalle troppe lacrime, era come se mi avessero tolto un peso dal cuore.

Non riesco a descriverlo a parole, ma tutto si amplificò, tutto fece più male ma tutto stava tornando al suo posto. Esattamente dove sarebbe dovuto stare dall'inizio.

Ma chi era quella donna insieme a lui? Sembrava così elegante e dolce. Si avvicinò a Robert obbligandolo a rivestirsi, iniziò a parlargli come se lo conoscesse da anni, le bastò un piccolo gesto vicino al suo collo per farlo cadere in un pianto disperato di scuse senza fine.
Mi faceva male vederlo così. Tanto.

La donna riuscì a calmarlo con due parole, lui si aggrappò a lei come se fosse uno scoglio dove arrampicarsi per farsi salvare dall'alta marea, lei lo respingeva con una dolcezza inaudita. Non capivo bene le parole che uscivano dalle loro bocche, captai qualcosa come figli, divorzio, instabile, carcere.

Rimisi insieme i pezzi, anche se nella mia testa rimbombava tutto quanto.

Dunque era quella la famosa Susan Downey.
Grazie signora per avermi trovata. Le devo la vita, riesce a sentirmi? No, no lei mi sente. Ehi, sono qui, davanti a lei. Ma perché nessuno mi vede?

Ma aspettate un attimo... Era una pistola quella che Tip aveva in mano?
Cazzo, che ci fai con una fottuta pistola in mano? Vuoi ucciderlo?! Ti prego non farlo! Non farla finire in carneficina ti supplico ascoltami!

Perché non mi senti? Perché non riesco a parlare?!
Sto gridando eppure non possono sentirmi, perché cazzo non possono sentirmi?!
Ti prego Tip guardami, ti sto implorando di abbassare l'arma, non farlo. Non colpirlo Tip ti prego, Dio ascoltami!
Ma tu non riesci a sentirmi, la mia voce è ovattata, sembra insonorizzata, io parlo ma nessuno mi sente, come se non esistessi, come se non fossi nemmeno lì.


Un attimo, ma io non ero lì.



Nessuno era più lì.





Niente più Robert che crollava, niente più Susan né Tip sulla porta. Niente più niente.

Solo una superficie morbida e una vista troppo nera per riuscire a mettere a fuoco qualsiasi cosa.



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