Chapter 3- Don't Call Me Up

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La luce si accese davvero, e da lì a cinque anni cambiò radicalmente tutto.

Finalmente sapevo cosa dovevo fare, avevo trovato finalmente una stabilità nella mia vita, senza viaggiare più alla cieca. Senza brancolare più nel buio. Quella era stata la mia lampadina.

Penso abbiate capito che la decisione finale fu quella di seguire Tip in qualsiasi posto lui avesse voluto portarmi. Ed arrivai nel bordello, dove sono ancora. O meglio, dove ero rimasta fino poco tempo fa. La metto al passato perchè ero ancora troppo stupida per vedere la realtà così com'era. Come quando un bambino ha paura del buio e gli viene accesa l'abat jour per proteggerlo dall'oscurità, sente sollievo, caldo, protezione. Finchè non gliela spengono di nuovo, e allora inizierà, ancora, a sentirsi perso, perchè non sa cosa c'è oltre la luce di quella lampadina.
Non sa quanto sia profondo il buio, ne quanto possa essere dannatamente attraente, e solo dopo essercisi immerso fino al collo, realizzerà quanto possa far paura.

Ma io, allora, non lo avevo ancora capito.


5 anni dopo.

Il bordello dove rimasi per cinque lunghi anni,era davvero equiparabile ad un palazzo. Maestoso, in tutta la sua altezza, con stanze enormi rivestite di moquette, ognuna di un colore diverso. Corridoi stretti, arredati con il giusto mix tra antico e moderno,Divani soffici e stanze ovattate. Letti immensi, camere con bagni personali dove passare ore intere, tavoli e stanze adibite a trucco e costumi, palchi per spettacoli di streap tease, e camere appartate dove praticare giochi particolari ai clienti più fortunati.

Già, i clienti.

Aveva ragione Tip a dire che niente era come immaginassi. Questo era un ritrovo di megalomani, uomini ricchissimi vestiti come pinguini in giacca e cravatta che morivano dalla voglia di mettere le mani sopra a della carne fresca, che non fosse quella che già girava nelle loro preziose ville di lusso di Beverly Hills.
O almeno, questo era quello che speravano. Nessuno poteva mettere in pratica le proprie richieste senza aver avuto un'approvazione dal capo. Tip era davvero severo con le regole da seguire. Tutti avevano il diritto di guardare ma non di toccare,se non sotto suo consenso, e nostro. In poche parole, loro sceglievano chi volersi scopare e noi potevamo accettare o meno ma, in caso di rifiuto, addio ai bei verdoni.

Beh lo avevo detto no, era un po' come il baratto. Un bordello di lusso per miliardari incalliti.

Essendo cresciuta la fama di Tip, la voce si sparse in fretta anche tra le star di Hollywood, che non si tiravano di certo indietro nel chiamare. Attori famosissimi prenotavano la propria escort per una o più notti, chiedendo servizi privati, sganciando fior di quattrini. Complice forse anche la posizione del bordello, nel cuore della west coast.

Decisamente, tutto sembrava quasi piacevole. Con un nuovo odore, e colore.

Lo stesso Tip si era dato una ripulita. Adesso sembrava un manager, che vagava per la struttura con i capelli impomatati e leggermente brizzolati, pantaloni con camicia e cravatta abbinate, e una giacca di una tonalità sempre più scura del pantalone, sempre indaffarato a prendere appuntamenti nel suo ufficio incasinato dove si ritirava per ore interminabili.

Ma a lui dovevo tutto, mi aveva accolto come una figlia adottiva, e non credo di poterlo mai ringraziare abbastanza per questo. Faceva parte della mia vita, come un confidente, un amico, un padre. E avevo quasi imparato a volergli bene. Dico quasi perchè c'era una parte di me che rifiutava di attaccarsi a qualsiasi cosa emotiva, ah, quel dannato interruttore non volevo proprio riaccenderlo.

《Obsession🔥》Where stories live. Discover now