Capitolo 3 - Primo incontro

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Rosemary era piegata in due, le palpebre serrate e i denti stretti per il dolore lancinante che le attanagliava la spalla

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Rosemary era piegata in due, le palpebre serrate e i denti stretti per il dolore lancinante che le attanagliava la spalla. Da quella posizione riusciva a malapena a vedere il manico del pugnale, il suo pugnale, che quella maledetta ragazzina aveva osato usare contro di lei.

Poco distante, sentì la sua amichetta gridare "Forza, andiamo!" Stavano andando al portale e lo avrebbero attraversato, perché si era fatta fregare come un'idiota. Rabbia e frustrazione si accesero come lava che fuoriesce da un vulcano attivo. Avrebbe potuto fermarle, perfino ucciderle, se il dolore non fosse stato così intenso da impedirle qualsiasi movimento.

"Mia signora..."

Con le sole energie rimanenti, ebbe la forza di girare gli occhi e vide uno dei suoi venirle incontro. "Finalmente..." mormorò. Dietro di lui ce n'erano altri due, che se ne stavano lì fermi a fissarla con aria spaesata. "Che diavolo state aspettando, idioti? Andate a prenderle!" urlò con tutto il fiato che aveva, indicando il pozzo. I due non se lo fecero ripetere due volte e si tuffarono nel portale, mentre l'altro la aiutava a rimettersi in piedi.

Avrebbe voluto resistere, ma alla fine il veleno ebbe la meglio, le intorpidì i sensi e svenne...


Si risvegliò nella sua stanza quando il dolore alla spalla era ormai quasi del tutto scomparso. Tuttavia, si sentiva ancora indebolita a causa del veleno. L'aveva concepito apposta per paralizzare progressivamente ogni parte del corpo, fino ad arrivare al cuore, ma non avrebbe mai immaginato che potesse essere così forte da mettere fuori gioco perfino un vampiro. Doveva complimentarsi con se stessa. Il pensiero della piccola puttanella di Dean, in quel momento agonizzante da qualche parte, non poté che farle piacere.

Si alzò a fatica dal letto, massaggiandosi il punto in cui era stata colpita e, guardandosi allo specchio, scoprì che della ferita non era rimasta traccia. La cosa la consolò, perché non avrebbe gradito se le fosse rimasta la cicatrice.

Sentiva il bisogno di bere, forse un effetto dovuto all'assunzione del veleno, e se lo annotò mentalmente. Avrebbe provveduto più tardi, ora aveva ben altro a cui pensare. Non aveva idea di quanto fosse rimasta incosciente, ma immaginava che qualcuno ormai dovesse aver informato Nickolaij dell'accaduto. Un brivido le corse lungo la schiena. Era evidente quanto quelle ragazze fossero importanti per lui e il pensiero di un suo fallimento la fece tremare di rabbia. Si sentiva una fallita e un'idiota che si era fatta fregare dai sentimenti. Per la frustrazione diede un pungo alla parete, provocando un piccolo foro e la caduta di un frammento di intonaco.

Mentre si massaggiava la mano, provò a tornare lucida e a ragionare sul da farsi. In quella foresta si era lasciata influenzare dalla rabbia e dalla gelosia, debolezze imperdonabili, ma ora non sarebbe stata una vigliacca, così afferrò il mantello e uscì, decisa ad affrontare Nickolaij.

Quasi non fece in tempo a chiudere la porta che si ritrovò faccia a faccia con un vampiro, che la stava aspettando fuori. "Mia Signora." Chinò il capo in segno di rispetto.

Bloody Castle - I seguaci del SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora