Un bacio e una pistola come Robert Aldrich

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"Cercheremo di alternarci..." Gli spiega Daniele: "Abbiamo tutti impegni in fasce diverse della giornata, chiamiamo qualcuno a curarlo quando noi non possiamo restare."

"Basta che non peggiori." Commenta preoccupato Federico, guardando la mano di Lauro stringere con forza il lenzuolo nel sonno e sospirare pesantemente: "È distrutto, spaventoso da vedere. Non è mai stato così male."

"Hai farmaci per la febbre?" Domanda Simon, mentre l'altro scuote la testa:

"Non abbiamo mai la febbre, quindi è inutile spendere soldi così. Devo comprargli qualcosa?"

Daniele sta per rispondergli, ma sono delle parole mugugnate nel sonno e nel delirio da Lauro a distrarlo, obbligandolo ad avvicinarsi al biondo, intimandogli di ripetere e sbarrando poi gli occhi:

"Che c'ha mo'?" Chiede Federico, sempre più nervoso per le condizioni del più piccolo:

"Non penso tu lo voglia sapere." Asserisce Daniele, mentre l'altro tristemente comprende la cosa:

"Chiede di lei?"

"Ha fatto il suo nome."

Federico scuote la testa, guardando Lauro, che continua a stringere le lenzuola tra le mani, in modo nervoso, quasi disturbante, come se fossero l'unico appiglio degli incubi che sta avendo:

"Chiamatela e ditele di venire qua." Istruisce i due che lo guardano spaesati, specie Daniele:

"Samantha? Vuoi farla davvero venire qua?"

"No..." Sbuffa Federico: "Ma se lui ne sente il bisogno e se lei potrebbe farlo sentire meglio, non vedo perché dovremmo negargliela alla fine. Chiamala Dan."

Il ragazzo annuisce, alzandosi e prendendo il telefono, avviando la chiamata con Samantha:

"Io devo andare." Dice Simon, guardando il telefono: "Penso tornerò stasera per dargli una rapida occhiata per vedere se tutto va bene, ci vediamo." E si congeda senza troppe cerimonie, salutando Federico e Daniele:

"Arriva?"

"Ha detto tra dieci minuti, il tempo di prendere qualche medicina, neanche lei e Lisa hanno mai la febbre, però qualche farmaco lo hanno."

Federico annuisce, per poi bloccarsi quando sente una voce sussurrata:

"Non ho bisogno di niente..."

Entrambi si girano verso Lauro che li guarda con gli occhi socchiusi e il respiro pesante, faticando a restare sveglio:

"Zitto e riposa, qualcosa lo devi assumere obbligatoriamente, hai visto come sei ridotto?"

"Mi riprendo e torno a lavorare." Risponde, passandosi i polsi sulla fronte imperlata di sudore, tentando di asciugarla: "Non ti preoccupare."

"Preoccuparsi è l'ultimo dei problemi, credimi, io ora vado al palazzone a lavorare, tu resti in contatto con me ogni ora. Ti chiamo, mi rispondi, parliamo cinque minuti e riposi. Così domani torni libero di lavorare."

"Resto da solo?" Domanda il biondo, preoccupato e triste, cercando una risposta, ma Federico scuote la testa e Daniele gli risponde:

"Tra poco viene Samantha a tenerti compagnia."

"Sam?" Chiede confuso, cercando di alzarsi: "Non serve, sto bene, non ho bisogno di lei"

"Col cazzo Lauro" Lo sgrida Federico: "Hai rotto il cazzo con lei pure mentre eri svenuto, quindi ora stai qua con lei e non rompi il cazzo, si prende cura di te."

"Non serve, davvero..."

Tenta ancora lui disperatamente, ma il campanello che suona li fa distrarre entrambi e fa andare ad aprire Daniele che saluta calorosamente Samantha:

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora