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capitolo tre ;; i tramonti sul tuo viso facevano l'amore con le nubi nei miei occhi

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capitolo tre ;; i tramonti sul tuo viso facevano l'amore con le nubi nei miei occhi.

《posso dipingerti, changbin?》
velluto la voce di felix, mentre la domanda intrisa di purezza usciva dalle sue labbra rosate e arrivava come miele alle orecchie del maggiore. lo osservò, felix, col petto nudo sdraiato di fianco all'altro, mentre con le dita disegnava paesaggi infiniti sugli addominali di changbin, impaziente e con lo stomaco pieno di aspettative. aveva voglia di imprimere la bellezza del volto del più grande sulla tela, di giocare con le tempere fino a trovare la perfetta sfumatura della sua pelle, di mischiare gli acquarelli fino a ricreare l'ombra che si creava nella curva del collo. aveva voglia di vagare nei suoi occhi scuri e trarne tutta la profondità attraverso l'arte. lunghe settimane erano passate, e il rapporto fra i due ragazzi era cambiato insieme all'aria che si respirava sul mare. fra albe chiare e tramonti viola, i due si erano presto ritrovati sotto le lenzuola bianche del piccolo appartamento di changbin, a condividere paure e risentimenti attraverso i loro corpi stanchi e martoriati dalla tristezza. l'innocenza dal corpo di felix si era fatta lontana, ma dai suoi occhi traspariva ancora quell'aria da bambino che vedeva sempre il bene nel mondo, nonostante lui stesso fosse portatore del male.
changbin si sentiva in colpa. si odiava, quando col corpo del biondo sotto di sé, non riusciva a togliersi dalla testa il modo con cui hyunjin chiamava il suo nome, era arrivato per fino ad odiare la voce profonda di felix che contrastava così tanto con quella morbida del suo ex amante. sapeva che non fosse colpa del minore, sapeva che in qualche modo stava solo provando ad aiutarlo, e gli era grato per questo. dopotutto, era stato lui ad implorarlo per un aiuto. changbin teneva a felix, e gli dispiaceva quasi usarlo in quel modo; ogni volta in cui stavano facendo l'amore e felix si allungava per lasciargli un bacio sul viso, trovava sempre una scusa o un modo per abbassare la testa, per evitare quel contatto che lo avrebbe fatto impazzire. felix lo sapeva, mica era stupido, lo capiva dal modo in cui changbin lo toccava quasi tremando e di rado lo accarezzava, lo capiva dal modo in cui non incrociava mai lo sguardo col suo quando gli concedeva il proprio corpo. felix semplicemente si faceva usare e gettare via, si faceva scopare girato di schiena senza dire una parola, ma a lui andava bene così. gli andava bene, perché quando entrambi avevano finito, changbin si metteva alla finestra a fumare una sigaretta, in modo da non infastidire felix, ed entrambi parlavano e discutevano di qualsiasi cosa riguardasse il mondo, l'essere umano, la vita. felix aveva imparato che la mente di changbin era un pozzo profondo ed inesplorato, pieno di minerali preziosi e luoghi meravigliosi.

《mh? dipingermi?》
《si. posso?》 l'entusiasmo negli occhi di felix era tanto puro, che a changbin venne impossibile rifiutare una richiesta tanto innocente. sorrise, passando una mano fra i capelli sbiaditi del minore, che sorpreso da quel gesto si era spinto contro il palmo dell'altro. in verità, changbin non aveva dato più di tanta attenzione a ciò che stava facendo; aveva visto felix, con gli occhi grandi e profondi, le labbra lucide e le gote rosate, e la mano quasi era uscita dal controllo della mente, andandosi a posare fra i morbidi capelli del biondo.

《perché mai vorresti dipingermi, yongbok? non sono nemmeno bello》. ma felix non rispose, semplicemente abbassò la testa sul petto del maggiore nascondendosi alla vista dell'altro, sperando che non avesse colto il modo in cui le sue guance si erano tinte di color carminio e il sorriso che gli nacque sulle labbra, mentre si mordeva la pellicina di un dito, sperava che non si fosse accorto del modo in cui il suo corpo reagiva in modo completamente opposto alle parole che erano appena uscite dalle labbra sottili di changbin.

☆☆☆

changbin non si era mai sentito bello, o apprezzato. aveva sempre visto una figura distorta quando si guardava allo specchio, una figura che non sentiva appartenergli. odiava il suo volto magro e allungato, odiava il mento appuntito. odiava il suo naso, e le sue labbra da cui non uscivano mai parole che rispecchiavano i suoi pensieri o le sue emozioni. odiava la sua statura bassa e il suo corpo muscoloso, perché da tempo ormai i muscoli delle sue braccia non stringevano colui che gli aveva donato un po' di luce nel tunnel buio che era la sua vita. changbin si odiava, e non solo dal punto di vista estetico. fin da piccolo non era mai riuscito a farsi valere in niente, non era mai stato straordinariamente bravo in qualcosa, nemmeno in ciò che più amava fare; amava la musica, ma quella che creava lui la trovava banale. amava scrivere, ma tutto ciò che scriveva nel suo quaderno blu scuro era privo di senso e confuso. amava la danza, ma non si era mai sentito degno di stare su quel palco che amava. da quando hyunjin lo aveva lasciato, tutto era diventato più scuro e insignificante. prima, quando si specchiava negli occhi scuri e nitidi del suo ex, quasi si immaginava un changbin divero: un ragazzo capace di farsi valere e rispettare, capace di esser forte, in grado di portar fino a fondo ciò che amava di più e ciò che gli faceva bene, ma adesso che lui non c'era, quelle piccole cose che apprezzava in sé stesso, parevano essere lontani ricordi sbiaditi e immaginati. surreali.
ma in quel momento, mente stava seduto su uno sgabello di legno scuro sulla spiaggia, mentre dava le spalle al profondo e misterioso mare, con lo sguardo concentrato e vitreo di felix sul suo viso, si sentiva in modo diverso. percepiva gli occhi profondi e pieni di stelle del minore sulla sua figura da lui tanto odiata, osservava il modo in cui faceva passare lo sguardo dal suo viso al mare, poi a ciò che lo circondava, e poi prendeva fra le sottili dita un pennello consumato e dipingeva nei minimi dettagli tutto ciò che si trovava nel suo campo visivo. senza trascurare niente. era stato difficile; changbin non si trovava a suo agio col suo viso, e quindi non sapeva dove guardare o come avrebbe dovuto farlo. ma poi felix si era avvicinato a lui, gli aveva posato un piccolo e delicato fiore bianco dietro all'orecchio, e gli aveva sussurrato che andava benissimo così, che in qualunque modo ai suoi occhi sarebbe apparso bello. felix lo pensava davvero, pensava che changbin fosse di una bellezza capace di togliere il fiato a chiunque gli posasse gli occhi addosso. non pensava fosse carino, provocante o altro; era solo bello, etereo, e questo rendeva tutto più difficile.
il minore si sentiva tranquillo e stranamente in pace, col suo corpo e con la sua mente, nel momento in cui immergeva le setole del pennello nell'acqua fredda e trasportava perfettamente sulla tela bianca l'arte che Dio aveva dipinto sul volto di changbin.
nessuno dei due parlava, ognuno perso nei lineamenti dell'altro, perso in qualche pensiero lontano.

《puoi cantare per me, yongbok?》 chiese gentilmente changbin, un tono che felix mai aveva avuto la fortuna di udire. arrossì visibilmente, cosa che il maggiore trovò estremamente carina, e una dolce e leggera risata uscì timidamente dalle sue labbra lucide.

《dai, yongbokie, sto posando solo per te. il minimo che potresti fare sarebbe deliziarmi con la tua morbida voce》. rise di nuovo, un finto broncio sul suo viso, e felix arrossì se possibile ancora di più.
non disse niente, con voce inizialmente insicura e vacillante iniziò a cantare le note di Stop crying your heart out degli Oasis, saltando la prima parte perché l'aveva sempre trovata cupa. la voce gli accarezzava le corde vocali come seta morbida e pregiata, ed arrivava alle orecchie del più grande come il suono più delicato e meraviglioso che avesse mai avuto l'onore di ascoltare.
mentre felix cantava, changbin sentiva il cuore battere forte e fare a gara con le onde che s'infragnevano a riva.
forse c'era riuscito, con la sua voce, a far distogliere la mente di changbin dai soliti pensieri assassini.
anche al più grande sarebbe piaciuto fare un ritratto a felix, in quel momento, o scattargli una foto: la luce del sole calante alle spalle di changbin colpiva il viso del minore e lo accarezzava quasi impercettibilmente, il vento flebile gli spostava i capelli color cenere sulla fronte chiara, provocando teneri ed infantili sbuffi dalle sue labbra rossastre. illuminato dal tramonto in quel modo, le lentiggini sul viso del biondo sembrano danzare insieme sul suo volto concentrato e limpido. solo in quel momento, però, changbin si accorse delle occhiaie violacee che si stagliavano come nubi sotto i suoi occhi scuri ed intensi, eppure, felix dormiva molto. era sempre stanco. notò le guance scavate e la pelle liscia ma incredibilmente pallida, come se dei fantasmi avessero preso ad abitare sul suo viso giovane, ma che improvvisamente sembrava portarsi addosso anni di troppo. changbin lasciò cadere quei pensieri, e sorrise quando incrociò sbadatamente gli occhi di felix, perché il minore aveva subito distolto lo sguardo ed il rossore sulle gote lo faceva sentire in un modo strano.

desiderato.

portrait of you ; changlix Donde viven las historias. Descúbrelo ahora