Capitolo 8

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In alto, la nuova copertina



Mi lasciò un bacio sulla fronte lasciando in sospeso le innumerevoli domande che mi affollavano la mente. Se prima ero disorientata dalla realtà che mi trovavo davanti agli occhi, ora potevo affermare di stare peggio - e non solo per il bruciore allo stomaco.

Avevo appurato che non fosse un sogno, una mia fantasia, ma ora il mio problema era un altro...

Prendo il cellulare e vedo una chiamata persa.

" Jason?"

Tento di ricordare quale fosse la password, ma niente.

Decido di prendere il coraggio a quattro mani e scendere di sotto, stringendo saldamente il cellulare fra le mani. Controllo dalle scale e sento degli schiamazzi provenire dalla cucina e il rumore di qualcosa in mille pezzi.

Sono frastornata e confusa, e quello che sto vedendo non è la mia realtà.
Questa casa che si affaccia sul mare, il mio cane, questa bambina...  dev'essere un terribile scherzo, e ho bisogno di svegliarmi al più presto. Sto vivendo quello che non mi appartiene e che ho distrutto con le mie stesse mani quando ho deciso di partire.

Come hanno potuto questi dieci anni cancellare i progetti che avevo con Darly?

Il lavoro mi ha assuefatto il cervello, la carriera che sto costruendo mi soddisfa, e dopo le feste natalizie il nuovo ingaggio a New York sarà la mia unica preoccupazione.

Eppure molte volte, di sera, pensavo a Londra e il suo clima umido. L'unico legame che avevo con il passato era Darly Williams. Sapevo di dovergli delle spiegazioni e di sorbirmi la sua collera, ma in questi anni - grazie alla relazione con Jason - avevo messo da parte l'intenzione di affrontarlo e avevo trascorso le feste a Saettle.

Cosa sta succedendo?

Cerco di tranquillizzarmi mentre scendo le scale, facendo lunghi respiri mentre sento il bambino agitarsi e tirare calci. Mi pizzico il braccio, ma non succede niente. La casa è ancora qui, non mi sono mossa di un centimetro e la voce di Darly è così chiara da provocarmi brividi lungo il corpo.

Senza rendermene conto mi fermo alla soglia e l'osservo mentre raccoglie i pezzi di vetro lanciando sguardi di rimprovero alla bambina. Rimango particolarmente colpita dal suo aspetto, occhi scuri e magnetici incorniciati da lunghi capelli rossi.

Non appena mio "marito" si alza e i sguardi s'incrociano il mio cuore fa un salto e sbatte contro la cassa toracica. Si sposta e mi viene incontro prendendomi dolcemente per le spalle e avvicinandomi al suo corpo.

"Ehi... ti senti bene, tesoro?"

Mi ha chiamata "tesoro" dopo che sono trascorsi dieci anni dal nostro ultimo saluto in aeroporto. Mi sarei aspettata le sue accuse e il suo disprezzo per ciò che gli ho causato in questi dieci anni, non la gioia che gli illumina il viso.

Oh, Darly. Non sai quante volte ho sognato di poterti rivedere.
Ogni volta che mi convincevo a prendere quei dannati biglietti la paura mi bloccava. Ero come paralizzata al pensiero di bussare alla tua porta e realizzare che ti eri lasciato il passato alle spalle.
Mi dispiace di essere sparita e averti lasciato ad annegare nell'impazienza.

Forse se non fossi venuta a Saettle per lavorare nel canale televisivo sarebbe stato tutto diverso. Se avessi ascoltato il mio cuore non avrei avuto il coraggio per prendere quel volo e allontanarmi da te. Vorrei poter avere tra le mani una macchina del tempo e ripartire dall'inizio, ma ormai è tardi.

Le nostre strade si sono divise molto tempo fa e non troveranno modo di incontrarsi.

Ormai è un capitolo chiuso.

Mentre sono immersa nei miei pensieri, avverto le mani di Darly avanzare e fermarsi all'altezza della schiena. I nostri corpi potrebbero combaciare ma la rotondità del mio ventre ci ostacola.

"Come sta il nostro bambino?" chiede premuroso, posando la mano sulla mia pancia. Sembra strano che dentro di me stia crescendo un altro essere umano, ed è ancora più sconvolgente che mi sia svegliata incinta quando fino a qualche ora fa non lo ero.

Sento le sue spinte, si muove da una parte all'altra fino a deformarmi la pelle, come se volesse uscire da un momento all'altro.

"Sta bene e non la smette di darmi calci e pugni. Un po' come suo padre."

Darly ride alla mia battuta. "Allora devo dirgli di fare il bravo e non far male alla mamma." Si inginocchia ai miei piedi e sussurra qualcosa al bambino. "Siamo d'accordo?" poggia l'orecchio nel tentativo di ascoltare una presunta risposta. "Ha promesso di non farti male, ma in cambio vuole tanti giochi."

"Cosa? Te l'ha detto veramente?"

"Si. Ha detto proprio così." conferma.
Continuo a sorridere, poggiando la mano sulla sua guancia per poi lasciargli un bacio a stampo.

"Mi sei mancato. Certi errori non si possono cancellare."

"Che intendi?" inarca un sopracciglio dopo la mia affermazione.

"Non importa." taglio corto, decidendo di non affrontare il discorso sulla mia partenza, che ha irrimediabilmente distrutto il nostro rapporto.

Se questo è un sogno voglio che duri il più lungo possibile, e se è destinato a finire vorrei poter imprimere nella mente l'immagine idilliaca a cui ho rinunciato.

Darly decide di tralasciare il discorso e accompagnarmi alla penisola, dove mi aspetta una ricca colazione.

Mi siedo con la grazia di un elefante, strappando una risata a mia figlia.

"Tesoro, devo andare a lavoro e sono in ritardo. Ci pensi tu ad accompagnare nostra figlia a scuola?"

Lo fisso per qualche secondo con ancora il biscotto in bocca.

"Sì, caro. Me ne occupo io."

"Bene. Ho già preparato lo zainetto della bambina. Sta' sul divano."
Si guardò l'orologio al polso con la ventiquattrore stretta fra le mani. Schioccò un veloce bacio sulla guancia di Serin, poi uno sulle mie labbra e si chiuse la porta alle spalle.

Emetto un sospiro di sollievo.

Ora cosa faccio in questa casa? Forse dovrei rintracciare qualcuno? Magari la mia amica Kelly, oppure Jason, ma credo ignorerebbe le mie chiamate dopo la nostra rottura. Era fuori di sé dalla rabbia quando mi ha sbattuto in faccia l'anello di fidanzamento, non credo sia una buona idea.

Afferro il cellulare e l'accendo, inserendo una password a caso, ma mi rimanda alla stessa schermata.
Password errata. Penso ai posti che ho frequentato con Darly, ad alcune date, a qualche piatto in particolare, ma il cellulare non ne vuole sapere e continua a negarmi l'accesso.

Sto trafficando col cellulare quando una vocina m'interrompe. Sollevo lo sguardo dal display e vedo la bambina che stringe fra le mani l'enorme zaino. Mi fissa attentamente, come fossi un alieno capitato lì per caso.

I suoi occhi scuri, - gli stessi del padre - mi mettono addosso una certa agitazione da farmi diventare le gambe di gelatina. Appoggia lo zaino sul pavimento e punta i piedi per spingersi in avanti.

"Tu non sei mia madre."

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⏰ Last updated: Aug 15, 2019 ⏰

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Tutto il mio cuore (AMORE TRA LONDRA E SEATTLE) Where stories live. Discover now