|| 𝙾𝚃𝚃𝙰𝚅𝙰 𝙽𝙾𝚃𝚃𝙴 ||

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Loki girava il cucchiaio nella sua zuppa, osservando il liquido sciaguattare all'interno della ciotala e associandolo all'acqua cristallina della grotta in cui la sera precedente aveva condotto Sosia. Al suo fianco, Thor stava mangiando in fretta, come sembrava capitare sempre più spesso durante quelle serate, voglioso di lasciare la reggia paterna il più presto possibile e recarsi all'accampamento Zekos, dove avrebbe potuto godere della compagnia di Grazia – anche se Loki non aveva ancora ben chiaro in qualemodo. Era rimasto sorpreso nello scoprire che il fratello aveva totalmente abbandonato l'idea di tentare l'impossibile sfida della principessa e, nonostante sapesse che le sue motivazioni erano ben diverse dalle proprie, si sentiva ora un poco più vicino emotivamente al fratello maggiore.
“Dunque.” parlò Odino, dopo diversi istanti di silenzio caduti in seguito ad una lunga conversazione tra il re e la regina, riguardo argomenti che i due giovani avrebbero dovuto affrontare solo una volta cresciuti. Thor alzò lo sguardo sul padre, mentre cercava di masticare il boccone sproporzionato di pane intriso di zuppa che sembrava intenzionato ad ingurgitare tutto in una sola volta. Loki invece si limitò a lanciare una rapida occhiata al Padre degli Dei, ben sapendo che il discorso in arrivo era rivolto ad uno di loro due soltanto, ma dando per scontato che il soggetto di quell'interesse improvviso fosse Thor, come d'abitudine.
“Ho saputo che hai abbandonato l'idea di conquistare la principessa degli Zekos, Thor.” esordì dunque Odino, che era già passato alla seconda portata, nonostante Thor sembrasse fare a gara contro il tempo per raggiungerlo e terminare così la cena in largo anticipo. Era qualcosa di inusuale e Loki aveva scoperto essere veramente sgradevole rimanere da solo a tavola con i propri genitori, abituato com'era ad essere sempre il primo a fuggire da quel ritrovo che sua madre tentava di rendere il più allegro e gradevole possibile con scarsi risultati, evitando così di confrontare la propria monotona quotidianità con le emozionanti avventure del fratello, o rimandando all'infinito scomode domande che sapeva sarebbero prima o poi giunte, in un'occasione o nell'altra.
“Posso chiederti il perché?” domandò Odino, in un tono che parve molto più simile ad un ordine, tenendo lo sguardo sul maggiore dei due figli mentre tagliava la carne nel proprio grande piatto d'oro. Thor riuscì a deglutire gli ultimi rimasugli di pane bagnato, allontanando poi il piatto vuoto e avvicinando a sé la seconda portata.
“Non lo ritengo più importante. Le probabilità che io diventa re anche senza sposare la futura regina di un altro popolo sono molto alte, essendo io il primogenito, quindi non vedo perché allontanarmi da casa solo per ottenere una corona differente.” rispose Thor, che aveva a lungo preparato una risposta accurata a quella domanda che, ne era stato più che certo, prima o poi sarebbe giunta. Al suo fianco, Loki simulò un colpo di tosse, voltando poi il capo dall'altro lato rispetto al giovane dio del tuono e fingendo di provare interesse per la grande vetrata quando il fratello lo guardò. Thor sospirò, recependo il messaggio dell'altro principe e rassegnandosi a dire l'intera verità.
E” aggiunse, staccando un pezzo di carne dall'osso unto che aveva nel piatto. “Ho già una fanciulla per la mente.”
Odino non fece una piega alla notizia, mentre Frigga alzava la testa di scatto, rivolgendo un sorriso luminoso al figlio.
“Una ragazza?” chiese, la voce traboccante di gioia ed emozione, oltre ad un pizzico di remota speranza. Nonostante sapesse che nessuna delle relazioni del giovane principe biondo si era mai rivelata duratura – non che sua madre si aspettasse davvero lo fossero, dopo tutto era ancora molto giovane –, la regina di Asgard sperava ogni volta di riuscire a scorgere negli occhi del figlio la sicura determinazione che secondo lei era necessaria per far durare un rapporto. Thor annuì, con un accenno di sorriso in volto, per la prima volta restio dal parlare apertamente di ciò che provava nei confronti di una delle sue tante fiamme; troppi tasti dolenti costellavano il possibile discorso riguardante Grazia e il dio del tuono non aveva intenzione di toccare alcuno di essi, sapendoli tutti parecchio dolorosi.
“E' della stirpe dello Sciamano?” si informò Odino, vedendoci ugualmente una buona opportunità. Non aveva idea in cosa prevedessero le tradizioni Zekos in tali casi, ma era sicuro che avere una regina appartenente al Popolo Perfetto sarebbe stato segno di grande potere e avrebbe reso Asgard ancora più prestigiosa agli occhi degli altri pianeti.
“Sì, è una zingara.” rispose Thor, abbassando lo sguardo sulla sua cena ed attendendo in silenzio che i genitori cambiassero discorso. Sapeva che se avessero continuato per quella strada, la domanda sarebbe sorsa spontanea, e lui non aveva una risposta accettabile da dare nemmeno a se stesso. Per sua fortuna, Odino sviò la conversazione dal giovane amore di Thor, anche se ciò andò a sfavore di Loki, che fino a quel momento si era goduto quella sorta di invisibilità e, per una volta in vita sua, non rimpiangeva affatto l'attenzione dei genitori che solitamente era riservata più a Thor che a lui.
“E tu Loki, pensi di provarci?” domandò il re di Asgard, spostando l'unico occhio buono sulla figura pallida e secca del figlio, che cambiò la direzione in cui stava girando il cucchiaio nella propria zuppa, guardando le spirali invertirsi all'interno della ciotola di rame, molto diversa da quelle che aveva utilizzato durante le serate passate all'accampamento del Popolo Perfetto. Loki sbuffò dalle narici, con un accenno di ironia.
“No, assolutamente.” rispose con decisione il pallido principino, spingendosi i ciuffi corvini indietro mentre sollevava il cucchiaio gocciolante minestra da entrambi i lati e assaggiava per la seconda volta dall'inizio della cena il suo pasto. Frigga, seduta difronte a lui, alzò e riabbassò rapidamente lo sguardo sul figlio minore, decidendo di non intervenire, ma attendendo di vedere come si sarebbero svolte le cose prima di fare qualsiasi domanda o di esporre un parere personale.
“Vedo che ne sei molto sicuro, non desideri dimostrare il tuo valore e magari divenire il re di un popolo antico e magnifico come quello degli Zekos?” lo interrogò Odino, con tono tutto fuorché stupito. Loki provò una vaga stretta allo stomaco, qualcosa di terribilmente simile alla gelosia, nel constatare che suo padre non era affatto sorpreso da quel suo rifiuto incondizionato verso la prova che il Grande Sciamano proponeva da millenni a tutti i pianeti, mentre si era subito sentito in dovere di chiedere a Thor spiegazioni per quella medesima scelta, mostrandogli di esserne rimasto colpito – anche se era difficile capire se positivamente o meno. Nonostante la parte razionale del cervello di Loki gli suggerisse che fosse più che scontato il suo rifiuto verso la prova, per come era strutturato il suo carattere, e che fosse totalmente sensato che Odino se lo aspettasse, un'altra parte di Loki – molto più insistente e difficile da mettere a tacere – interpretava quella situazione come l'ennesimo episodio a dimostrazione del fatto che suo padre non si aspettasse grandi cose da lui, che era solo ed unicamente Thor il figlio addetto a soddisfare il padre e renderlo orgoglioso delle sue gesta, mai Loki.
“Ci sono molti modi di dimostrare il proprio valore, padre.” rispose freddo Loki, cominciando a bere la sua zuppa più celermente, deciso a non permettere a Thor di abbandonarlo per l'ennesima volta da solo con i due genitori, sopratutto visti i discorsi che aleggiavano nell'aria di quella sera.
“E molte donne che meritano la nostra attenzione molto più della principessa Zekos.” aggiunse poi, continuando a scavare con il proprio cucchiaio sul fondo della ciotola in rame. Sua madre mutò espressione per un istante, capendo qualcosa che gli altri due uomini a tavolo non riuscirono nemmeno a cogliere, ma tenendolo per sé. Nemmeno Loki, nonostante il suo ottimo spirito di osservazione, riuscì a captare quell'impercettibile movimento della regina, lasciandole così l'effetto sorpresa quando avrebbe avanzato le sue domande al figlio minore, in privato.
“Per questa volta mi trovo completamente d'accordo con mio fratello.” concordò Thor, senza sospettare nemmeno lontanamente che, proprio come lui, Loki stesse parlando per esperienza, a differenza di tutte quelle volte in cui, parlando di donne, lui aveva espresso il suo intricato e complesso parere, pur avendo da sempre rifiutato la maggior parte delle avance delle giovani asgardiane, se non tutte quante.
Odino mosse lentamente il capo in segno di consenso, apparentemente soddisfatto dalle risposte dategli. La cena continuò al doppio della velocità e prima ancora che i due genitori potessero accorgersene, Thor e Loki annunciarono, quasi nel medesimo momento, di aver terminato il loro pasto, chiedendo il permesso di tornare nelle loro stanze, per trascorrere la serata come meglio credevano. Una volta soli e lontani dal re e dalla regina, Thor poté liberamente sfoderare un largo sorriso, che attirò quasi immediatamente l'attenzione del fratello.
“Deduco dalla tua espressione che tu non abbia in programma di rimanere a palazzo.” osservò con ironia il minore dei due, tenendo lo sguardo dritto sul fondo del corridoio che stavano percorrendo.
“Perché tu sì?” domandò, con altrettanto sarcasmo, il biondo, precedendo il fratello nello svoltare verso il grosso atrio, da cui si diramavano corridoi e scalinate che conducevano ad ogni stanza ed ambiente del castello, oppure al grande portone ancora spalancato, che mostrava una meravigliosa vista sulla grande piazza di Asgard, illuminata dal sole del tramonto.
“A dire il vero, ho intenzione di tornare nella mia stanza.” rispose Loki, sorprendendo Thor, che si fermò poco distante dalla scala che conduceva al secondo piano.
“Davvero? Loki siamo già all'ottava notte, tra soli cinque giorni loro...” fece per ribattere il biondo, venendo interrotto bruscamente dal fratello, che alzò un dito in segno di silenzio.
“So cosa accadrà tra cinque giorni, ti ringrazio. Se non ti dispiace, ora vorrei davvero andare a cambiarmi.” tagliò corto freddamente il minore, voltando le spalle al fratello e cominciando a salire i gradini della larga scalinata. Giunto al primo pianerottolo, prima di sparire completamente dalla vista dell'altro adolescente, ancora fermo e incredulo ai piedi delle scale, Loki si voltò verso il fratello.
“Potresti dire a Sosia che domani mattina all'alba andrò a cacciare con lei?” aggiunse il principe, dando le spalle a Thor.
“Certamente.” rispose un po' confuso quest'ultimo, annuendo nonostante l'altro adolescente non potesse vederlo.
“Grazie mille. Buona notte, fratello.” salutò Loki, per poi sparire verso il piano superiore.

||𝐏𝐄𝐑𝐅𝐄𝐂𝐓 𝐏𝐄𝐎𝐏𝐋𝐄|| 𝘓𝘖𝘒𝘐Where stories live. Discover now