Daphnis fece cozzare la forchetta sul piatto fingendo di appoggiarla maldestro.
- Mamma tu hai smesso di fumare, vero?
- Cosa? Se ho smesso di...? Mi hai chiesto se ho smesso di fumare?
- Sì, ogni tanto c'è puzza di fumo se mi sveglio a fare la pipì e non mi piace
- Certo che ho smesso Daf, te l'ho detto una settimana fa
- Ma io continuo a sentire la puzza
- Non so cosa dirti, verrà da qualcuno qui vicino
- Da Aleksej...
- No, perché da Aleksej! Te l'ho detto, abbiamo smesso insieme
- Davvero? E perché siete andati in giardino ieri sera?
- Pff... basta Daf
La donna si alzò scocciata lasciando che i capelli neri le scivolassero sulle spalle e che quel suo cipiglio severo e intenso le si scolpisse in viso. Era una donna piacente, formosa e ancora abbastanza giovane per dirle bella, ma non per considerarla graziosa. Che poi non lo era mai stata per davvero, nemmeno prima che gli anni e le delusioni le sciupassero il viso. Era sempre stata una bellezza austera, una donna che ci teneva a mostrarsi forte anche più di quanto non lo fosse in realtà.
Uscì dalla porta-finestra sul giardino e richiudendosela dietro sbuffò. Fece un quarto di giro della casa e si ritrovò davanti al buco nella siepe che divideva la casa da quella del vicino. Lui era lì.
- Problemi con Daphnis? – chiese l'uomo.
- Pff... pensa che io fumi ancora.
- Ed è vero? – disse lui mentre le accendeva una sigaretta.
Lei non riuscì a rispondergli.
- Secondo me non è il fumo, il vero problema – disse l'uomo tra una boccata e l'altra – il problema è che dovreste parlare di più di queste cose. Un accordo ecco, del tipo che puoi fumare quanto vuoi, basta solo che... non lo so, gli regali un giocattolo al mese o lo aiuti a fare i compiti o cose simili. Non devi vergognarti di fumare, Cristina, è una cosa naturale.
- Non è che mi vergogno di fumare, Aleksej, lo sai come la penso. Non mi vergogno di essere qua con te e nemmeno troppo di mentirgli. È solo che è sveglio, e il fumo...
- Che problema c'è con il fumo?
- Non è una cosa da bambini, Aleksej. Nessuno ha iniziato a fumare a sei anni.
- Sì, ma perché non dovreste parlarne! È una parte della vita alla fine, prima o poi qualcuno gli offrirà una sigaretta e allora cosa dirà? No grazie, la mamma non me ne ha mai parlato?
- Ma scusami i tuoi ti parlavano del fumo?
- No! È proprio per questo che le prime le ho rifiutate! Ho iniziato solo a quindici anni, cazzo.
Cristina scosse la testa e Aleksej per una volta lo notò.
- Cosa c'è cara? Dai non fare così. Lo sai come sono fatto, no? È il motivo per cui ci piacciamo, no?
Lei lo guardò come un pescatore guarda la lenza che si tira dopo ore di noia.
- Il fumo, no? Il fumo è la ragione che ci fa stare insieme.
Lo sguardo che si era acceso si spense, memore di situazioni, parole, persone lontane.
Mentre pensava questo una decapottabile nera si avvicinò a passo lento con il famigliare stridore degli pneumatici sugli ultimi metri sterrati della salita.
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E tu, fumi?
Short StoryQuando Daphnis, il suo bambino di sei anni, le chiede se ha smesso di fumare, Cristina inizia a crollare in un vortice di emozioni che le mostrerà tutte le crepe che minacciano di rompersi nella sua vita, del fumo, fisico e mentale, che avvolge lei...