Risvegli

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Non esitammo a far venire il nostro dottore privato che, dopo pochi minuti, arrivò. Ci disse che era necessario riposizionare l'osso della gamba perché la caduta gli aveva causato una frattura scomposta. Intervenì subito e gliela ingessò, gli bendò il torace dopo averlo medicato e ci consigliò un lungo riposo per permettere al ragazzo di riprendersi dal colpo e se ne andò senza volere soldi.

I bambini lo sbirciavano da dietro la porta curiosi di conoscere il nuovo arrivato e ansiosi di sapere il suo stato di salute. Nel frattempo gli lavai la tuta e la maglia perché entrambe erano intrise di sangue.

Dopo alcuni giorni si svegliò e capì di non essere a casa sua, si alzò dal letto e si diresse alla porta zoppicando cercando di aprirla senza capire che era chiusa a chiave, si buttò sul letto e singhiozzando si portò le mani alla testa per l'improvviso male che gli era venuto.

Dopo alcuni minuti aprii la porta ed entrai nella stanza per vedere come si sentiva. Lui non rispondeva ma cercava qualcosa nelle tasche dei pantaloni; intuii che stesse cercando le chiavi e gliele consegnai.
《Non credo però che andrai lontano.》
Dissi con un triste sorriso, indicai la finestra, lui guardò giù e vide la sua amica rotta e senza molti pezzi, abbandonata in cortile, ci era stata consegnata il giorno prima dal signore del carro attrezzi che abitava in paese e che ormai era un mio amico fidato. Il ragazzo si portò le mani nei capelli biondi e fece scendere alcune lacrime dalla guancia in silenzio.

Gli appoggiai una mano sulla spalla, ma lui si scrollò e volle andare a verificare i danni di quella moto che ormai era ridotta ad un rottame. Con mia grande sorpresa cominciò ad urlare frasi che facevano emergere una sensazione di colpevolezza. Sapeva che non era sua la colpa? In fin dei conti era stato un incidente, non se l'era andaro a cercare. Poi disse che una frase che mi fece immobilizzare.
《Stavolta mi uccide!》
Cercò di alzarsi, ma improvvisamente, gli venne un giramento di testa e per farselo passare dovetti farlo sdraiare sul cemento del cortile.

Annalisa lo vide ed entusiasta gli abbracciò la gamba. È incredibile come i bambini siano imprevedibili, del resto suo padre aveva accolto in casa loro uno sconosciuto a dir poco malconcio e che passava la maggior parte del tempo a dormire, eppure questo non era sufficiente a spaventare mia figlia che anzi si dimostrava un tantino curiosa.

Lui se la staccò di dosso e ritornò in camera per ricominciare a piangere.

Come la pioggia nel pinetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora