1.Non deve esserci una seconda volta

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Sono nella cacca.

Potevo tranquillamente tenere a freno la lingua.

Mannaggia a me!

Mordo l'interno della guancia, non appena mi torna in mente la frase che ho riservato a questo giovane uomo, che non ha per nulla considerato il lato buffo.

Si è limitato ad urlarmi addosso, trascinandomi dentro l'ufficio della preside.

Il mio primo giorno di scuola è pessimo sotto ogni singolo aspetto. La cosa peggiore in tutto questo, è l'assenza inspiegabile di mia madre che sembra essere scomparsa.

Mi auguro che non sia tornata a casa, lasciandomi sola a risolvere questo piccolo ed insignificante inconveniente.

<<Cos'è successo?>> domanda con un tono di voce autoritaria e squillante, la donna seduta di fronte a me, che mi scruta attentamente attraverso quei giganteschi occhiali.

Distolgo lo sguardo non appena i miei occhi incontrano il suo grosso neo, posizionato vicino alle labbra, ricoperto da diversi peli, neri e lunghi.

Non guardare.

Non guardare.

Non c'è la faccio è più forte di me.

<<Ripeti alla preside Pelosa ciò che mi hai detto>> strabuzzo gli occhi non appena sento il cognome della donna.

Pelosa?

Ma davvero?

È uno scherzo?

Scuoto la testa, provando a guardare la donna dai folti capelli ricci e scuri, negli occhi.

Oddio...

Ha un neo  nella palpebra destra ed è enorme e peloso più del primo.

Non c'è la posso fare.

<<Buon calmante>> sussurro, camuffando la risata con la tosse.

<<Buon calmate>> ripete,  inarcando un sopracciglio, scrivendo qualcosa su un foglietto.

<<Non volevo offendere>> mi giustifico, grattandomi la tempia, imbarazzata.

<<Non ti sei scusata>> interviene l'uomo al mio fianco, che mi osserva con la coda dell'occhio.

<<Mi scusi>> mormoro, sforzando un sorriso che rivolgo alla donna che mi guarda di sottecchi.

<<Lei e nuova? Perché non è in classe?>> domanda, cercando nei vari fogli il mio nome suppongo.

Probabilmente da qualche parte c'è una mia foto, con sotto scritto il mio nome e cognome.

Mi auguro di essere presentabile, in genere nelle foto vengo malissimo.

I miei occhi castani, sembrano più piccoli.

<<Stavo cercando il suo ufficio con mia madre.>> farfuglio, portando una ciocca bionda dietro l'orecchio.

<<Dov'è sua madre?>> domanda immediatamente, alzandosi dalla sedia girevole.

<<L'ho persa>> sussurro, abbassando subito lo sguardo imbarazzata, non appena mi accorgo di avere gli occhi di entrambi puntati addosso.

Vorrei essere al posto di mia madre, che conoscendola starà già flirtando con qualche bidello.

Dopo la separazione ed il trasferimento ha cercato di rimettersi a nuovo, per trovarsi subito un nuovo compagno che potesse sostituire mio padre.

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