||L'EREDE DEGLI DEI||~Otsutsuki Shiro~

"chi può seminare il terrore"

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-Naruto, non restare lì fermo! così sei vulnerabile!- disse il Jonin.
-Eh?- mormorò il biondino facendo la sua tipica smorfia.
-la caratteristica dei ninja è la segretezza, non ci si deve mai rivelare al nemico; se di usa un'arte magica ci si nasconde nell'ombra e si coglie l'avversario di sorpresa,si prende il sopravvento con l'arte dell'inganno.
L'entrata che hai fatto ha permesso loro di individuarti meglio come obbiettivo- gli rimproverò Kakashi.
-Ah?! OH NO ACCIDENTI! IO SONO VENUTO QUI SOLO PER AIUTARE VOI!- esclamò il giovane, mettendosi le mani nei capelli.

"Ma ciò che ora mi interessa di più ora ...è il ragazzo" pensò poi il maestro, guardando "l'Oinin"

"Perchè ha agito così?" Pensò Sasuke guardando l'avversario.
-Haku, che cosa ti è saltato in mente?- domandò l'assassino.
-Zabuza, lascia che mi occupi io del ragazzo. Preferisco impostare il combattimento a modo mio- rispose il ragazzo.
-va bene! Sono pronto!- ribattè Naruto con un sorriso spavaldo.
Il gelo, l'aria umida e la nebbia...non vi era un filo di vento che potesse mettere fine a quella sorta di prigionia, sembrava tutto fermo.

-quindi non vuoi che interferisca, giusto Haku? Sei sempre stato un po' troppo gentile per i miei gusti- disse Zabuza.
-mi dispiace..- il ragazzo si scusò subito dopo.
"Troppo gentile" ha detto? In effetti ora che ci penso è vero. Anche se ha sferrato un attacco violento con centinaia di spiedi, non ha mai mirato ai miei organi vitali. . .o forse vuole solo farmi soffrire" pensò il moro confuso.
"Per Naruto è una battaglia ad armi impari, non posso permettere che gli accada qualcosa" pensò poi Kakashi, preoccupato per il suo allievo.
Zabuza fece un passo avanti.
-STA FERMO, so cosa stai pensando. Fai solo un passo falso e ti giuro che non gradirai quello che farò al vecchio- minacciò il ninja traditore.
Il Jonin sobbalzò per le parole dell'avversario.
"Ha ragione; se adesso mi allontano da qui e mi unisco a Naruto, Shiro e Sasuke...lui potrà uccidere Tazuna. Sakura non riuscirà mai a proteggerlo da sola" pensò poi, guardando con la coda dell'occhio il vecchio alle sue spalle.
"E Shiro...sono consapevole delle sue potenzialità, ma è diversa dal solito; è sempre stata in prima linea a incoraggiare i suoi compagni, a tentare di difenderli e a diffondere loro sicurezza.
Ma in questo momento...pare che tutte queste cose servano a lei. Che stia..." posò poi lo sguardo sulla sua allieva.

-mi sembra una situazione corretta. Il classico combattimento tra due giovani guerrieri; noi guardiamo e ci godiamo lo spettacolo..- sibillò lo spadaccino, attirando nuovamente a se l'attenzione del ninja di Konoha.

La Otsutsuki fece un ultimo e profondo respiro; prese un kunai dal suo porta armi, lo impugnò e guardò il giovane mascherato.
Voleva essere pronta ad attaccarlo se necessario.
"Però lui....ha un cuore così puro...è..è quasi come la neve. Mi sembra di percepirlo. Davvero devo combattere contro di lui?" pensò la ragazzina guardando il suo avversario, per un attimo le sue mani smisero di tremolare, per quella fazione di secondi riuscì a riprendere le redini della situazione.

"Il Demone della Nebbia" spostò lo sguardo da Kakashi alla ragazzina dai capelli bianchi.
-Sai, ho notato che la guardi spesso- disse Zabuza per poi portare nuovamente gli occhi al ninja dai capelli argentei.
Il Jonin lo guardò senza dire nulla.
-Mi sembri quasi preoccupato per lei.. eppure da quello che ho potuto vedere e provare, è una che sa cavarsela da sola...Però tu non mi convinci; scommetto che mi nascondi qualcosa... qualcosa che magari la riguarda personalmente, qualcosa che potrebbe ribaltare le sorti di questo scontro- disse l'assassino guardando negli occhi il suo avversario, la sua espressione era fredda e malefica, solo a guardarlo incuteva timore.
Il Jonin non ribattè neanche sta volta.
-È inutile che fai finta di niente, li riconosco subito gli occhi di chi può seminare il terrore- concluse Zabuza.
Kakashi lo guardò inespressivo, nella sua mente si proiettarono ricordi ormai considerati lontani. Per quanto quelle immagini fossero forti, riuscì a tornare alla realtà...ormai era abituato ad archiviare nella sua mente i momenti traumatici.