Capitolo 21

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Il Quartier Generale dei Cacciatori era davanti a me. Eravamo tutti nascosti, chi sugli alberi, chi dietro i massi, chi sdraiato per terra. Avevamo tutti i nervi a fior di pelle; tutto doveva andare secondo i piani. La dormita di poco prima era servita ben poco: non ero riuscita a dormire, avendo sognato la fine più atroce per tutti.
Nessuno fiatava, Snow era accanto a me che annusava l'aria e con lei, gli altri famigli. I bambini-vampiri erano nell'ultima fila che bisbigliavano qualcosa. Il famiglio di Ethan alzò le ali: era il segnale. La prima squadra, si avventò silenziosamente verso le guardie davanti al cancello, manomettendo le telecamere. Ovviamente, i cacciatori erano già tutti allarmati e di lì a poco partì un allarme in tutto il quartier generale. Io ed il mio gruppo, formato da una decina di vampiri, insieme anche a William, ci scaraventammo sui cancelli, stando attenti a toccarli il meno possibile. Li superammo e iniziammo a uccidere chiunque si presentasse davanti a noi. Con la coda dell'occhio vidi Snow che affondava gli artigli su un cacciatore e subito dopo, dietro di lui un altro arrivò, pronto con una pistola tra le mani. Mi buttai con tutta la forza che avevo sul povero ragazzo, che non si accorse neanche del mio arrivo. Aveva gli occhi pieni di paura, ma sapevo che avrebbe ucciso Snow se io non fossi intervenuta. Senza pensarci due volte, alzando la testa verso l'alto, gli ruppi il collo in un secondo. Mi alzai e mi guardai intorno: gli altri gruppi erano entrati e si erano uniti a noi nel falciare vite su vite. Incontrai il mio sguardo con quello di William, poco dopo che aveva steso a terra un ragazzo. Scuotemmo entrambi la testa, annuendo. Subito dopo eravamo già davanti all'enorme porta di metallo. Sul lato destro c'era un interruttore con sotto dieci cifre. Fortunatamente un nostro informatore era riuscito a dirci il codice, altrimenti sarebbe stato troppo faticoso, abbattere una porta di quelle dimensioni. Snow rientrò dentro di me e così anche il famiglio di William. Cliccai sui numeri componendo il codice a cinque cifre: 19283. Per un secondo mi voltai, osservando tutto. Ci fu un attimo di silenzio, alcuni nostri compagni erano a terra, mentre molto Cacciatori erano riversi per terra in un lago di liquido rosso. Avevamo l'ordine categorico di non bere il loro sangue, avevamo paura che avessero preso delle dosi letali di veleno per vampiri, immune per gli esseri umani. Sapevo che però alcuni di quelli che erano morti non avevano resistito alla brama di sangue. Infatti, io e i fratelli Badescu avevamo rifornito casa di sacche di sangue per far sì che non succedesse questo, ma era difficile farsi ascoltare quando si parla di queste cose.
Così, alzai le spalle, rigirandomi verso la porta e cliccando il tasto verde. Dopo un secondo la porta si alzò lentamente e sentii che dietro di me si stavano raggruppando tutti i vampiri. Altri erano nascosti nei boschi, aspettando che avessimo controllato tutto, così che non ci fossero sorprese. Ci nascondemmo, con uno scatto, ai lati della porta, ed in quell'istante, un getto di gas velenoso uscì. Ci tappammo tutti la bocca e chiudemmo gli occhi, aspettando che si diradasse. «Avanti», pronunciò qualcuno tra la folla e tutti aprimmo gli occhi. «Conoscete il piano» dissi e tutti partirono, conoscendo i loro compiti. Una squadra entrò dentro, un'altra si arrampicò dalle scale laterali, un'altra aveva il compito di prendere le armi ai cadaveri e di fare rifornimenti, stando attenti a toccare manette o altre cose che potessero essere pericolose.
Io, Ethan, William e Brad scattammo come saette. Noi dovevamo andare nell'ufficio del Capo. Salimmo scale su scale, trovando diverse guardai, che morivano con gli occhi spalancati, pieni di sorpresa. I nostri informatori ci avevano dato tutte le indicazioni, dovevamo salire tre piani e poi superare diverse porte, fino ad arrivare ad una porta blindata con un segno giallo. Continuammo a percorrere scalini. Voltai a destra ed un proiettile mi sfiorò il braccio, facendomi arretrare. Mentre digrignavo i denti per il dolore inflitto dal proiettile, Snow uscì e si scaraventò sul collo del malcapitato. Mi voltai verso gli altri, mentre Snow faceva dei versi di gusto, Brad corse verso di me preoccupato. «È tutto okay», lui annuì, cercando di non far vedere troppo la sua preoccupazione. Snow venne da me, facendo le fusa, con il muso pieno di sangue. «Dobbiamo dividerci. O meglio sarebbe andare due più avanti e gli altri due aspettano dietro», Brad stava per aggiungere qualcosa, ma continuai il discorso. «Io vado per prima, penso che Brad debba andare nella seconda coppia. Mi dispiace.» Mi osservò e basta, senza continuare il discorso che avevo interrotto poco prima.
«Io vengo con te», disse William. Ethan annuì, mentre Brad si era incupito, avvicinandosi al fratello. William, si voltò verso di loro e disse che avrebbero dovuto aspettare cinque minuti e che poi sarebbero entrati con noi. Loro annuirono e si voltarono, aspettando l'arrivo di muove guardie.
Entrambi, vorremmo verso la porta blindata. Tirai fuori una miccia e sfregando un fiammifero sul pollice, accesi la fiamma, ci nascondemmo dietro una colonna di cemento armato. Due secondi dopo, la porta esplose ed entrammo immediatamente.
Davanti a noi, trovammo uno studio, normalissimo. Una scrivania con sopra dei figli; dietro, una libreria a parete ed un quadro che raffigurava un uomo anziano, che sorrideva.
«Avete ritardato un po'» una voce fredda, che mi sembrava così familiare mi fece venire la pelle d'oca. William si era già voltato, mentre io non volevo girarmi. «Che c'è? Non vuoi vedere in faccia la realtà, Emily?» I suoi occhi mi fissavano come avevano sempre fatto, ma molto più freddi e lontani. Logan. Sapevo che prima o poi l'avrei incontrato ed il mio compito era proprio quello di ucciderlo. «Non mi riconosci?»
«Sfortunatamente, sì», dissi, gelida. William, si mise davanti a me, come se volesse proteggermi, ma ormai io avevo capito tutto.
«Dove hai nascosto il tuo capo? È arrivato il momento finale, dobbiamo sistemare la faccenda» William era furioso. Ma la risposta che ricevette lo fece imbestialir sempre di più, infatti Logan si mise a ridere. Era in piedi, appoggiato ad un tavolino con le mani incrociate.
«Non hai ancora capito? Ti facevo più intelligente, Willy», ci fu un attimo di pausa, dove io mi sentii mancare. Chiuso gli occhi non volendo sentire. «Sono io il capo, qui. E voi non potete fare niente contro di me. Gli altri due sono sommersi di guardie e non c'è più nulla che possiate fare».
Posai una mano sulla spalla di William, per calmarlo, ma lui si liberò molto facilmente. «Meglio così, ho un conto in sospeso con te», si scricchiolò il collo e le nocche ed in un nano secondo era davanti a lui.
Il suono di un altro allarme, più forte di quello all'entrata, iniziò a martellare in tutta la stanza. Entrarono una miriade di guardie, es iniziarono a puntare le armi su di me, mentre Logan e William, si picchiavano a sangue.
Non avevo abbastanza tempo per la notizia sconvolgente di poco prima, dovevo liberare la mente ed iniziare a fare sul serio. Per il momento Snow rimaneva dentro, non volevo si facesse male. Iniziai a schivare più colpi possibili, muovendomi in cerchio e fu una tecnica molto utile, infatti iniziarono ad ammazzarsi tra di loro. Però anche io ne ammazzai un bel po'. «Sono circondato da idioti», sospirò Logan, tra un colpo ed un altro. L'odore del sangue mi entrò nelle narici, facendomi quasi venire l'urto del vomito. Mi tappai la bocca ed il naso e mi accasciai su me stessa, cercando di fermare le lacrime. Intravidi William e Logan che continuavano a combattere e mi alzai traballante. Dopo poco ci fu un colpo di pistola, all'esterno. William si girò per un secondo e non feci in tempo ad avvisarlo. Il paletto passo da parte a parte il cuore, conoscevo bene quel dolore, ma rimasi a bocca aperta comunque. Si accasciò in avanti e tossì non so quante volte. Logan con un calcio lo fece cadere per terra a pancia in su. In quell'istante si fermò tutto. Corsi verso di lui, cercando di fare qualcosa. Le lacrime uscirono a fiotti e le mani già impregnate di sangue, non facevano altro che tremare. «Che devo fare?» urlai a nessuno. Gli occhi di William mi guardavano, vuoti ed io mi sentii svenire. Lui scosse la testa e mi prese la mano, portandosela alla bocca.
Mi avvicinai a lui e mi sussurrò: «Prenditi cura di lei», il suo famiglio, uscì subito dopo e si accucciò al suo fianco. Lo lecco e poco dopo lasciò andare la mia mano.

Vampire's Destiny IIWhere stories live. Discover now