Capitolo 5

3K 249 10
                                    

Vagavo, con il cucciolo nella borsa, in cerca di un posto sicuro, dove poter tenere il piccolo Snow. Dopo poco che cercavo, capii che non sarebbe stato per nulla facile. Portarlo a casa, impossibile; lasciarlo in giardino, neanche morta; la decisione era una ed una sola: allenarci insieme e imparare a farla entrare nel mio corpo, cosa non molto semplice. Tutto ciò in poco tempo.
Per fortuna, prima di uscire, mi ero vestita con una tuta, che mi sarebbe servita. Lasciai libero Snow, sopra la neve, (neanche fosse un gioco di parole), ed iniziai a correre. All'inizio il cucciolo non si mosse, poi vedendo che mi stavo allontanando sempre di più, iniziò a correre anche lui. Era veloce, molto più veloce di me e si divertiva a superarmi, per poi aspettarmi qualche metro più in là. Aveva gli occhioni azzurri, e sembrava che si stesse divertendo e così anche io.
Ethan aveva detto che sarebbe cresciuta in base alla mia forza di vampiro e quindi non sarebbe cresciuta come i suoi simili.
Dovevo impegnarmi il più possibile. Cercai una palestra ed infine ne trovai una, non molto comoda, ma non c'era praticamente nessuno. Era isolata dal mondo e c'era un lucchetto che separava noi dall'interno. Non mi ci volle praticamente nulla per romperlo, mentre il cucciolo mi fissava. Sembrava stesse sorridendo.
Entrammo e trovammo tutti gli attrezzi da palestra, fuori uso da una vita intera. Cercai il generatore ed accesi le luci, per fortuna l'elettricità funzionava. C'erano due tapis roulant, una ciclet, un sacco per tirare i pugni e altri attrezzi per farci ginnastica.
C'erano delle telecamere, ma non funzionavano dato che non erano collegate con nessun computer, o almeno credo.
Accesi i due tapis roulant ed iniziammo a correre insieme, sempre più veloce.
Il secondo esercizio fu fissarci negli occhi per vedere se riuscivo a parlare insieme a lei. Sembrava stesse crescendo, fantastico.
Terzo esercizio: prendere a pugni il sacco come Rocky Balboa, mentre lei faceva un'altra corsetta.
Ero sudata fradicia e involontariamente guardai l'orologio ed erano le 20.37. Ero troppo in ritardo.
«Snow.» chiamai la tigre cresciuta un po di più. «Devo lasciarti qui okay?» si mise a sedere iniziando a leccarsi la zampa per poi passarla sul viso. Gli lasciai un po di latte e mi ripromisi che domani sarei tornata, con carne e latte ed avrei comprato anche dei croccantini, credo.
La bacia sulla fronte pelosa e lui mi leccò la guancia.

Corsi verso casa, cercando di non sudare ancora di più, cosa impossibile.
«Entra.» affermò freddo Logan, vedendomi arrivare. «Non ti chiedo dove sei stata, perché tanto ormai so che non me lo diresti.» E bravo Logan. «Comunque, stasera dobbiamo uscire, quindi ti conviene andarti a fare una bella doccia e vestirti.»
«Dove andiamo?» chiesi con sguardo indagatore.
«Al cinema. Io, te e altra gente.» sorrise.
«Altra gente chi?» chiesi indagatrice.
«E come posso sapere chi sono? Può darsi che il film non sia bello e che non ci sia nessuno o che sia spettacolare e che la sala sia piena.»
«E come possiamo capire un film in italiano? Siamo americani se te ne fossi dimenticato.» lo squadrai. Era troppo rilassato.
«Non ti preoccupare. Questo qui è in americano

Senza fare altre domande, andai a farmi una bella doccia calda e presi dei pantaloni e una maglietta comoda, per poi indossarli. Non mi truccai neanche.
«Pronta?» chiese Logan, entrando nella mia stanza senza bussare.
Non rispondendogli, uscii di camera e successivamente di casa. Prendemmo l'autobus, ed arrivammo in perfetto orario al cinema.
Non avevo nessuna voglia di vedere un film insieme a Logan. Pensavo solo a due cose: il piccolo Snow e Brad. Quest'ultimo non sapevo più come stava. L'avevano rapito e chissà che cosa gli staranno facendo in questo momento. Osservai la gente intorno a me che mi fissava. Forse non avevano mai visto un'americana. Aspettai Logan davanti alla parete piena di chicchi. Sembravano squisiti. «Andiamo.» tentò di prendermi la mano, ma mi staccai più volte.
Entrammo nella sala ed ancora non avevo capito che film stessimo per vedere. Non c'era nessuno, vuota. Ci mettemmo proprio al centro della prima fila. Avevo sempre odiato la prima fila, non aveva senso guardare un film da così vicino. Ma si vede Logan non la pensava nello stesso modo.
Partirono delle pubblicità in inglese e poi Logan mi sussurrò che sarebbe dovuto andare in bagno.

Il film sarebbe dovuto partire da un momento all'altro e di Logan neanche l'ombra. Lo schermo diventò tutto nero ed aspettai. Mi girai verso il proiettore in alto, poi mi voltai ed incontrai il volto che non vedevo da troppo tempo. Era Brad.
«Cosa?» mi alzai verso lo schermo.
Quest'ultimo tornò nero ed una scritta bianca comparve: "primo giorno"
Brad era legato ad una sedia, con dei fili legati su tutto il petto ed anche sulla fronte. L'audio partì ed una voce disse: «Ti ricordi chi è Emily Dracula?»
Lui fissò la telecamera ed annuì. Delle scosse lo fecero scuotere sulla sedia e cacciò un urlo da far venire i brividi. «Ed ora? Continui a ricordarla?» lui non rispose, fissando un punto indefinito sul pavimento. «Parlami un po' di lei.» questa voce non l'avevo mai sentita, ma non era questo l'importante adesso.
«L'ho conosciuta ad una festa.» sussurrò. Pian piano le lacrime si fecero strada nei miei occhi, appannandomi la vista. «Era bellissima.» sussurrò. Altre scosse su tutto il suo corpo.
Poi di nuovo lo schermo si oscurò: "secondo giorno"
Era sempre sopra la stessa sedia, era più magro e ancora più bianco del solito. Delle manette con del veleno lo tenevano saldo alla sedia e sapevo quanto dolore potevano causare. La stessa voce di prima, si fece sentire: «Parlami di Emily.»
«Non mi ricordo bene dove l'ho conosciuta, ricordo solo di averla trattata da fare schifo.»
«No! Non potete fargli questo!» urlai in preda al panico. Ma non c'era nessuno. Sarei dovuta uscire, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da Brad.
«Sai perché sei qui?»
«Per colpa vost..» neanche il tempo di finire la frase che le stesse scosse di prima si impossessarono del suo corpo.
Mi inginocchiai fissando lo schermo. Non poteva essere vero, non potevano torturarlo.
"terzo giorno"
«Mi raccomando Brad, seguimi.» Brad era uno straccio, era sempre più sudato e magro. Non beveva abbastanza sangue. «Conosci Emily?»
«Si.» affermò deciso. «Ma non ricordo di aver passato molto tempo insieme a lei. Era solo un oggetto
Non volevo sentire e ne credere a ciò che stava succedendo davanti ai miei occhi.
«Parlami un po' di lei.»
«Mi trattava male e rifiutava i miei sentimenti. Era..solo una perdita di tempo per me.»
Un colpo al cuore. Sapevo che non era veramente lui a parlare, ma faceva comunque male.
«Quindi, di chi è la colpa, se tu sei qui?»
Ci pensò un po', poi fissò la telecamera, come se stesse fissando me: «La colpa è sua. È di Emily.»

Vampire's Destiny IIWhere stories live. Discover now