Capitolo 22

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P.O.V. Katherine

La luce dalla finestra colpisce in pieno il mio volto svegliandomi. Non ho mai dormito così bene in vita mia, mi sento così riposata e fortunatamente il dolore alla testa è passato. E meno male che è sabato e non c'è la scuola. Nell'esatto momento in cui mi tiro su la porta del bagno si apre rivelando la figura di Elizabeth. Quasi non urlo dallo spavento, mi metto una mano sul cuore.
"Mi hai fatto prendere un colpo" le dico
"Oh cavolo mi dispiace, pensavo stessi ancora dormendo. Come stai?"
"Bene dai"
"Fammi vedere il bernoccolo" dice Elizabeth, sposto i capelli per scoprire la fronte. Beth ci mette il dito sopra
"Aia, guarda che fa ancora male se lo tocchi"
"Mmh... non è cosi gonfio, prima di uscire ti metto una crema per togliere il livido. Sicura di star bene?" È preoccupata per me.
"Si, sicurissima. Ehm... dopo che mi sono addormentata... é successo qualcosa?" Chiedo. Beth mi guarda, come per sapere a cosa sto pensando. In realtà non lo so nemmeno io il perché della mia domanda.
"Mah niente di che, Brian ti ha portato qui e dopo sono passati William e Christian" dice. A sentire il suo nome sussulto
"Christian...?"
"Si. Volevo parlarti di ieri. Quello che ha fatto... ha difeso William e Brian e ci sta. Anch'io avrei fatto cosi se avessero toccato qualcuno a cui tengo, quello che è accaduto a te é stato un incidente. Sono sicura al 100% che non l'ha fatto di proposito. Dovevi vederlo ieri, quando è venuto in camera, era preoccupato. Davvero" Dice Beth. Si lo so, ha ragione ma mi ha spaventato. In fin dei conti le voci che girano su di lui sono vere... ed è questo che mi terrorizza. E pensare che mi stavo avvicinando a lui...
"Possiamo parlare di altro per favore?" Chiedo, non mi va di pensare a ieri, mi viene mal di testa solo a ricordare la caduta e lui che picchia quei due ragazzi
"Dai vestiti che andiamo a fare colazione"

Entriamo in mensa, il sabato e la domenica é aperta solo a coloro che alloggiano qui mentre durante la settimana tutti possono venire a mangiare. Ho lo stomaco un po' chiuso perció prendo una spremuta e una barretta di cereali.
"Devi mangiare di più lo sai vero?" Dice Beth
"Non ho molta fame ultimamente." Rispondo. Facciamo colazione e andiamo via. Beth ha insistito per fare un picnic solo io e lei e io sono stata obbligata ad accettare. Mentre usciamo dalla mensa incontriamo i ragazzi e con loro c'è Christian.
"Guarda un po' chi c'è, come stai?" Dice Brian abbracciandomi. É veramente un tesoro
"Grazie per ieri" gli dico. Lui mi fa l'occhiolino, Evan e William mi salutano dandomi due baci sulla guancia e mi chiedono come sto. L'unico che peró rimane in dietro e non si avvicina é Christian. Non so perché ma sento che è meglio cosi, ora non so cosa aspettarmi da lui. Mi guarda, con il suo sguardo glaciale e spento, senza emozioni. Deglutisco nervosa, non faccio altro che ricordare ieri.
"Dove state andando?" Chiede William
"A fare cose per ragazze. Quando hai un momento libero vorrei parlarti" risponde Beth, la guardo curiosa, chissà cosa gli vorrà dire. Beth mi prende a braccietto e mi porta via
"Vorrei farti notare che sei diventata pallidissima quando l'hai visto"
"Lo so lo so, è che... non riesco." Rispondo
"Tranquilla, fai finta che non ti abbia detto nulla. Andiamo a comprare da mangiare"

"Mamma mia questi tramezzini sono buonissimi" dice Beth pulendosi dalle briciole
"Già" concordo pienamente. Bresaola e rucola, la coppiata perfetta. È proprio una bella giornata, non fa troppo caldo e sotto quest'albero si sta benissimo. Guardo Beth che sta bevendo del succo di pesca, questa ragazza é fantastica... e dire che non pensavo che avrei mai avuto un amica come lei.
"Grazie" le dico. Lei mi guarda confusa
"Per cosa?"
"Per tutto. Per essere qui, con me." Lei è l'unica persona di cui mi fido realmente, so che non mi farebbe mai del male. E io sono una persona molto diffidente ma con lei... sapete quando una persona ti entra nel cuore dalla prima volta che la vedi? Ecco, con lei é successo proprio cosi.
"Ci mancherebbe, ti voglio bene lo sai. Ti conosco da poco ma è come se ti conoscessi da una vita. Sei davvero una persona speciale, peccato che non te ne accorga. Su di me potrai sempre contare, ora e in futuro" dice abbracciandomi. Ridiamo e scherziamo, il tempo passa e mi sento cosi bene che vorrei che questa giornata non finisse. É bello trovare una persona che ti faccia dimenticare per un po' i problemi e i brutti pensieri, e per me è Elizabeth.
"Mi sa che è ora di tornare a scuola" dico. Prendiamo l'autobus e 10 minuti siamo arrivati. Cerco le chiavi di camera mia ma quando le inserisco mi accorgo che la porta é aperta, che strano, sono sicura di averla chiusa prima di uscire. Il mio campanello d'allarme si accende, apro piano piano la porta per non fare rumore e sbircio. C'è una donna bionda che mi da schiena, il mio cuore inizia a battere fortissimo. La donna si gira di scatto e spalanco gli occhi quando vedo che è zia Elena.
"Non posso crederci! Ziaaa" urlo e mi butto su di lei abbracciandola forte
"Tesoro mio, mi sei mancata un sacco" dice piangendo. La stringo, cavolo è dimagrita un sacco. Mi stacco per vedere il suo viso, la pelle é spenta come gli occhi ma ha un sorriso raggiante. Quel sorriso che mi ha sempre tirato su quando ero al limite del precipizio
"Zia che ci fai qui? Come stai?" Chiedo
"Sono venuta a trovarti, mi mancavi troppo. E sto bene, tu piuttosto? Che hai fatto alla fronte?" Chiede toccandomi il livido
"Ho sbattuto, sai quanto sono maldestra" mento
"Mmmhh...come va a scuola?"
"Bene, oh cavolo, davvero sei qui? Sono passate delle settimane ma è come se fossi via da anni. Sei tornata o parti dinuovo?" Chiedo
"Devo partire domani sera mi dispiace tesoro, che dici se tornassimo a casa? Ho già parlato con Edward." Dice, noto i suoi occhi inumidirsi un po', e io ho ancora quella sensazione che qualcosa non vada bene "Prima peró voglio farti conoscere Elizabeth."

P.O.V. Christian

Mi sono svegliato veramente male, ho le palle girate di buona mattina. I ragazzi mi accompagnano in mensa a prendere qualcosa, avevano intenzione di uscire ma io ho voglia di allenarmi. Ma strada facendo incontriamo le ragazze. I miei amici la salutano, Brian é un po' troppo attaccato a lei e la cosa mi da un po' fastidio. Non le parlo ma la guardo solo, sempra che stia bene. Ma quando vedo quel livido che ha cercato di coprire con il fondotinta mi sento uno schifo. Se solo sapessi come diavolo evitate situazioni come quella di ieri...non posso starle vicino. Elizabeth la porta via lasciandoci soli
"Avresti potuto anche chiederle come stava" dice Brian, sembra infastidito dal mio comportamento.
"Già" concorda William
"Fattevi gli affari vostri" rispondo, prendo una mela e me ne vado via Mi è passata la fame, adesso voglio solo un sacco da boxe e spero di non incontrare Steven in palestra altrimenti questa è la volta buona che mi mettono dentro. Prendo la macchina e vado all'iron life. Mi cambio veloce e appendo il sacco, oggi la palestra é vuota. A ogni pugno, sento il mio corpo caricarsi, aumento la velocità e la forza. Continuo cosi, l'energia é al massimo. Maledetto il giorno in cui é iniziato tutto questo, è tutta colpa sua. Avessi potuto mettere le mani su di lui e vendicarmi, ora non starei cosi. Per non parlare di William, sul serio mi ha detto di tornare da Turner? Col cavolo, non voglio un altro lavaggio del cervello, ho sempre odiato gli psicologi. Ho i miei modi per far passare la rabbia. Carico un pugno e quando tocco il sacco urlo a pieni polmoni, per liberarmi da questa frustazione. Mi siedo sul tatami e respiro tranquillizzandomi. Mi sento meglio, ma percepisco una presenza dietro di me e so giá chi è. Alzo gli occhi al cielo, ci mancava solo lui
"Che vuoi Steven?"
"Ciao anche a te, stai meglio?" Chiede
"A te che sembra?"
"Sembra che stai per scoppiare da un momento all'altro. Cos'hai fatto?" Dice, mi conosce molto bene
"Hanno toccato Brian e William" rispondo,
"Mmmhh...ti sfido in un duello. Niente guantoni, niente protezioni. Solo fasce. Da uomo a uomo. Che dici?" Propone. Ma io dico, gli sembra il momento? Ha l'espressione determinata, accetto di controvoglia. Mi tolgo la maglietta e fascio le mani. Saliamo sul ring e combattiamo. Rimango spiazzato quando Steven mi tira un colpo sullo zigomo.
"Ma che cazzo!" Urlo arrabbiato
"Cos'è, ti ho fatto male?" Dice ridendo, attacco immediatamente. Lui é molto forte, ma quello che no sa è che non tutte le mosse le ho imparate da lui. Ho affrontato gente molto più grande di Steven, e ho sempre vinto. Riesce a colpirmi con un calcio sul fianco facendomi predere l'equilibrio e si butta su di me per schiacciarmi a terra. Dopo vari tentativi ribalto la situazione e ora lui é sotto di me. Gli tiro un pugno e gli blocco il bacino con le gambe. Ma facendo cosi ho perso la presa sul suo braccio destro e mi tira un pugno sul naso.
"Porca troia" dico lamentandomi, le fasce sono sporche di sangue.
"Da quanto sei diventato cosi fragile?" Dice. Ora basta, mi sta facendo girare le scatole, adesso facciamo sul serio. Con un gioco di gambe e braccia lo butto a terra ma questa volta gli blocco la testa, con il ginocchio schiaccio il braccio. Basta aumentare la forza e glielo potrei spezzare
"Okay basta, hai vinto" dice. Mi alzo da lui e passo la mano sulla fronte sudata. Steven ha il labbro spaccato mentre io ho il naso che fortunatamente ha smesso di sanguinare. Sospriro, finalmente mi sento bene. Allenarmi con lui mi è servito, come ai vecchi tempi.
"Stai meglio vero?" Chiede
"Si" rispondo
"Se hai bisogno sai dove trovarmi" dice pulendosi il labbro
"Sei proprio uno stupido, sai come sarebbe andata a finire" dico
"Tu hai bisogno di scaricare la rabbia, e non ti basta un sacco. Ti serve una persona che risponda ai tuoi attacchi. E meglio di chi ti ha allenato da quando eri uno scricciolo?"
"Ti preferisco cosi, quando mi fai le prediche ti spaccherei volontieri la faccia" dico
"Ne dubito"

At Least YouWhere stories live. Discover now