Levi

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25 Dicembre 1920

Successe tutto troppo in fretta in quel giorno di Dicembre, dove il freddo ti penetrava nelle ossa e per di più il giorno di Natale.




"Kenny, dove sei?"




Sussurrò la donna appena sentì la porta d'ingresso aprirsi e successivamente chiudersi alle spalle dell'uomo appena entrato in casa. Probabilmente non sentì la voce della donna che stesa sul letto stringeva tra le braccia la sua creatura sporca di sangue che dormiva e tremava per il freddo.
La povera donna so era ritrovata da sola tutto il giorno e non era riuscita a chiamare nessuno per farsi aiutare, dopotutto chi avrebbe mai aiutato in quel quartiere malfamato?
Il fratello della donna dopo essersi sistemato nella sua stanza entrò in quella della sorella e sgranò gli occhi, incredulo e sorpreso, ma nei suoi occhi c'era anche tanta gioia, finalmente vedeva il suo primo nipote.




"Kuchelle...ha pianto?"




Chiese l'uomo preoccupato mentre si avvicinava alla sua famiglia e osservava il piccolo contro il petto della madre, respirando quasi con affanno per il freddo.




"Si...è un maschietto davvero bellissimo. Mi dispiace ma non avevo la forza di alzarmi e vestirlo...puoi occupartene tu?"




"Quel bastardo era un bell'uomo, comunque sistemo te e poi lavo il bambino."




"No...lava prima Rivaille. Ha freddo.."




"Addirittura chiamarlo come quello stronzo? Anche se un po' me lo sarei aspettato da te."




"Quindi non vuoi fare il primo bagnetto a tuo nipote? Zio Kenny? Se continui a chiacchierare muore di freddo."




"Suona bene Zio Kenny, comunque da qua, uscirà più pulito di un bicchiere di cristallo."





Qualche anno dopo..

Rivaille era un bambino molto tranquillo per fortuna dei due Ackerman, piangeva solo quando aveva fame o quando qualcosa lo impauriva come la faccia di suo zio che lo fissava appena si svegliava.
Crescendo non era cambiato molto, li dove lo si lasciava lì lo si ritrovava. La mamma era preoccupata visto che Rivaille non aveva mai parlato molto e con i bambini della sua stessa età non ci voleva avere nulla a che fare. Giocava sempre da solo, quando lo zio e la madre potevano giocava con loro con quei pochi giocattoli che i due erano riusciti a regalargli, oppure passava il tempo osservando sempre fuori la finestra.
Kuchelle sperava che con il passare del tempo il figlio potesse aprirsi un po' di più.




24 Novembre 1929

Il mese prossimo Rivaille avrebbe compiuto nove anni, era nato il giorno di Natale e gli capitò di pensare come la madre avesse partorito quel giorno.
Grazie alla ctura dello zio non aveva bisogno di andare a scuola, quindi avrebbe evitato ancor di più gli altri bambini ed in più gli era capitato di origliare che per via delle sue origini non poteva mettere piede in nessun edificio pubblico. Non ne capiva il motivo, ma gli andava bene così, infondo chi voleva andare a scuola e subire le lamentele di tanti bambini viziati? Negli anni l'uomo aveva insegnato al nipote anche altre materie, oltre la loro lingua natale, il tedesco. Gli aveva dato buone basi di matematica, cultura generale e gli aveva fatto apprendere perfettamente l'inglese ed il francese.
Aveva anche imparato altro da entrambi i due genitori, che la vita è un imprevisto di eventi dove spesso pensi sbagliare tutto, a volte sei felice e altrettante volte triste, arrabbiato, vuoto, ti sentirai fuori luogo e ti chiederai perchè stia succedendo a te, perchè esisti o perchè con noi il mondo era stato davvero crudele.
Uscì dalla sua camera e vide la porta aprirsi, non corse incontro alla madre, era grande per fare queste cose e poi perchè avrebbe dovuto se lui stesso era la causa dell'infelicità di sua madre?





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