Prologo

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Tesa, arrabbiata e delusa.

Ecco come mi sento in questo momento, stento ancora ad accettare questo stupido trasferimento insensato.
Lo considero un dispetto, molto immaturo. Allontanarmi da mio padre, solo perché mia madre l'ha scovato con un altro uomo.

È dura da accettare.

Ma è anche inaccettabile separare la figlia dal proprio padre.

<<Ti piacerà la nuova scuola>> sussurra mia madre, ignoro le sue parole, concentrandomi sul paesaggio e sulla musica che eccheggia.

Non mi piacerà proprio nulla.

Odierò ogni cosa.

<<Sara>> prova ad attirare nuovamente la mia attenzione, appoggiando la sua mano sulla mia spalla.

Sospiro pesantemente, cercando di ignorare il fastidio che mi provoca la sua sfacciataggine.

Non serve a nulla rimuginare, su questa cosa.

Devo solo sopportare quest'ultimo anno.

Così almeno posso tornare nel mio paesino e nella mia vecchia casa, in compagnia del mio migliore amico Omar.

Un'altra cosa che non sono riuscita ad accettare è la mia separazione con quest'ultimo, siamo sempre stati inseparabili.

In orfanotrofio soprattutto è stata fondamentale la sua presenza.

<<Mamma>> rispondo scocciata, puntando lo sguardo sul grande edificio, tinto di bianco che ha delle grandi vetrate.

<<Potrai vedere quel mascal...tuo padre ogni volta che tu vorrai>> chiarisce, sforzando un sorriso, per nascondere la rabbia che nutre nei suoi confronti.

<<Evitiamo di parlarne. So bene quanto ti irriti>> ribatto, scendendo dall'auto, prendendo lo zaino rosa che mi ha regalato Omar.

Ci sono incisi i nostri nomi

<<Va bene, ciambellina>> alzo gli occhi al cielo non appena sento quello stupido nomignolo.

<<Mamma>> la rimprovero, incamminandomi verso l'ingresso principale della scuola.

Il cortile è desolato, non c'è anima viva, il silenzio che regna, riesce ad innervosirmi ancora di più.

Odio stare al centro dell'attenzione.

<<È adesso dove si va?>> domanda quest'ultima che si guarda intorno, sbuffando come una bambina non appena si rende conto che questa scuola ricorda più un labirinto.

Scrollo le spalle per poi avviarmi verso destra, convinta che da quella parte troverò l'ufficio della preside.

Mia madre si limita a seguirmi, commentando la bellezza di questo posto, che nonostante si tratti di una scuola pubblica è ben curata.

Sicuramente è mille volte meglio della mia vecchia scuola, i muri erano ormai in procinto di crollare.

Chissà se alla fine sono crollati...

<<Ma dove sono finiti gli insegnanti?>> borbotta, gonfiando le guance.

<<Sicuramente staranno già facendo lezione>> rispondo ovvia, fermandomi all'istante quando vedo un ragazzo di spalle di fronte a me.

Mi soffermo a guardarlo incantata dalla bellezza che emana il suo fondoschiena e le sue spalle larghe, che vengono messe in risalto maggiormente dalla t-shirt bianca che indossa.

Attrazione fataleUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum