Il libro delle piccole Storie

AL BAR ALL'ANGOLO

In quei giorni venne la Finanza e noi tutti ci stringemmo attorno a Gesù perché sotto alla paglia ci avevamo imboscato la mirra e vaglielo a spiegare che cos'è e perché ne avevamo così tanta. Il Re magio nero che l'aveva portata aveva detto che da lui, nel suo paese, era roba di gran valore e tutti bramavano di avercela un po' di mirra quando vengono gli amici a trovarti: ci fai un figurone. Ma noi non avevamo chissà che amici allora e il tenente della Finanza ci guardava torvo, a me, a Maria, a Gesù e pure al bue e all'asinello che glielo dissi subito: guardi, non sono nostri, erano già qua, ho provato pure a scacciarli ma niente.
Allora mi prese in un angolo, il che era tutto un dire perché la stalla era tutto un angolo: un angolo per noi tre, un angolo per il bue e l'asinello e adesso un angolo per il tenente della Finanza che mi chiese cosa avevamo da dichiarare e io gli feci due occhi tanti e gli dissi che ci dichiaravamo senz'altro perseguitati politici, religiosi, etnici e perseguitati pure dalla sfiga tutta, quella terrena e quella celeste e lui, sorpresa sorpresona, si mise a ridere forte: era un bonaccione, uno che capiva, uno che stava dalla parte giusta, uno che gli abusi di potere: giammai.
Così ce la ridemmo insieme, Gesù si svegliò allegro e Maria avrebbero voluto pure offrirgli il caffè al tenente: che mi pare il minimo diceva, che siamo gente ospitale e mi lanciava certe occhiate come a dire: vai! Esci vallo a prendere, ci sarà qualcosa aperto là fuori. Ma fuori di aperto c'era solo la campagna e figurarsi se si trovava caffè, magari qualche radice, ma caffè: l'avesse portato il Re Magio nero al posto della mirra! E chissà a che cosa serviva sta mirra... Le ipotesi crescevano in me ad ogni istante e intanto ci facevamo la figura dei cafoni col finanziere.
Poi non so come Maria se ne uscì dall'angolo cucina con due tazzine fumanti e io e il tenente ci bevemmo un espresso mirra come due amici al bar all'angolo. Ah, le donne!