Alabama 3, Novembre 1987

424 22 5
                                    

*Slash

Riemergo lento dall'abisso in cui sono finito, un sonno senza sogni segnato da brevi e tumultuosi istanti di veglia, seguiti dal buio più totale che mi ha trascinato più e più volte in quello stato inconscio.

Muovo le labbra percependo qualcosa dalla consistenza strana, una via di mezzo tra residui incrostati e la melma, che puzza da far rivoltare lo stomaco: vomito.
Sollevo il busto, facendo leva sui palmi poggiati contro le mattonelle e mi ci vuole qualche secondo per orientarmi e venirne a capo: sono steso in un bagno, in una pozza di vomito mezzo rappreso di chissà chi. Un conato sale violento dallo stomaco dolorante e mille aghi sembrano trafiggermi la testa. Vomito ancora in terra, e tra le mani quella che sembra schiuma impiastrica le dita. Nel tentativo di alzarmi emetto una sorta di lamento strozzato mentre la saliva scivola lungo il mento. Sono in uno stato che penoso è dir poco.

- Dove cazzo sono finito?- mi domando prima di fiondarmi dentro la doccia barcollante, portandomi dietro tutto il vestiario inzuppato di liquidi maleodoranti, e liberandomi solo delle scarpe. Non mi preoccupo di miscelare l'acqua e il getto freddo mi investe in pieno, facendomi saltare sul posto, indietreggiando con la schiena contro le mattonelle fresche.

Quando l'acqua è abbastanza tiepida, quel giusto da non gelare, mi detergo alla meglio gli abiti passandoci sopra il bagnoschiuma offerta dall'hotel, quintali di bustine usate per il solo fine di togliere quella merda dai vestiti. Probabilmente mi ero anche pisciato sotto, visto il tepore che avevo sentito dentro i calzoni di pelle al risveglio.

Passo poi ai capelli e lascio che l'acqua scorra dalla fronte lungo il viso, togliendo ogni residuo della... è notte? Oppure ancora pomeriggio? Rido sollevando ancora di più la testa, divertito dal fatto di non sapere neanche che ora sia.

Chiudo l'acqua e mi libero degli indumenti fradici prima di uscire dalla doccia e avvolgere un telo attorno ai fianchi e uno in testa, che getto in terra appena i capelli sono ben strizzati. Sarebbe di certo parso carino mostrarmi in camera del proprietario della suddetta stanza se non proprio in maniera decente, almeno presentabile; e poi muoio dalla voglia di vedere dove sono finito, magari questa non è una stanza d'albergo ma un semplice bagno di una semplice casa dell'Alabama... magari...

Sollevo a fatica una palpebra, svegliata dal rumore della doccia al di là della parete, e trovarmi sola in questo letto che aveva ospitato tre corpi su di giri mi lascia addosso un senso di vuoto, una sorta di voragine in petto

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Sollevo a fatica una palpebra, svegliata dal rumore della doccia al di là della parete, e trovarmi sola in questo letto che aveva ospitato tre corpi su di giri mi lascia addosso un senso di vuoto, una sorta di voragine in petto. È sempre così, almeno negli ultimi tempi, da quando cioè la band è in giro per promuovere la musica. Mi addormento in camera di uno, stretta a uno o più corpi e per poi risvegliarmi  vuota e sola, avvolta tra le fresche lenzuola di stanze di hotel.

Faccio leva sugli avambracci per tirarmi a sedere e dopo una breve occhiata alla stanza, prendo una sigaretta dimenticata con tutto il pacchetto sopra al comodino. Nella scatolina scopro esserci anche un piccolo accendino nero, che mi torna utile. Aspiro a pieni polmoni il fumo acre e scostando i capelli dal
viso guardo fuori dalla finestra l'oscurità che avvolge la città.

- Ehm, ciao -

Volto la testa verso il bagno, da dove proviene la voce appena udita e incontro la figura di un ragazzo. Quel ragazzo. Era dunque lui sotto la doccia.
E mi rendo conto che è lo stesso che ore prima ha catturato la mia attenzione scendendo dal bus del gruppo spalla dei Mötley. Accenno un sorriso e lascio scivolare lo sguardo lungo quel corpo avvolto dalla vita in giù da telo di spugna bianco.

Lo hanno lasciato lì per tutto il tempo, dimenticandosi di lui?

Beh, anche per me è stata una sorpresa trovarmelo in stanza. E chi se lo ricordava questo tizio dopo la nottata di fuoco tale da lasciarmi stordita? Se fosse morto, probabilmente nemmeno me ne sarei accorta prima di ruzzolarci sopra nella via per svuotare la vescica. Gli sorrido e mi perdo ancora qualche altro momento nel guardarlo: non sembra poi tanto lo stesso giovane di ore prima.

- Vuoi una sigaretta?- gli domando porgendogli il pacchetto che lui afferra nel mentre raggiunge il letto. Tiro su il lenzuolo per meglio coprire il corpo nudo e osservo il ragazzo sedersi a circa un metro da me.

- Cosa?- domando mentre guardo quel volto stranamente troppo familiare.

- Allora, io e te abbiamo scopato?-

- Oddio, no!- faccio scattare la fiammella dell'accendino sotto il naso del riccio, che aspira un paio di volte finché la sigaretta non si accende.

- E perché allora sei nuda e io sono qui?-

- Non ricordi proprio nulla, eh? Comunque io sono Mia, e tu sei? -

Lui sorride lasciando vagare lo sguardo scuro lungo la sagoma del mio corpo avvolto dal lenzuolo candido. - Slash. Mi chiamo Slash -

- Il tuo nome non mi è nuovo, sai? Tantomeno il tuo viso... dove ti ho visto?- gli chiedo inclinando il capo e fissando quelle labbra spettacolari sapendo che al di sotto di esse vi è molta più roba da guardare, ma mi controllo imponendomi di rimanere con lo sguardo lì, sul quel volto che so di conoscere.

- Mah, avremmo fatto sesso di sicuro... e dimmi un po', con chi sono arrivato qua e dove mi trovo esattamente?-

Rido e indico al ragazzo un mucchietto di abiti abbandonato in terra, chiedendogli gentilmente di passarmeli. Mi infilo la maglia di Tommy sotto lo sguardo serio di Slash e, da sotto il lenzuolo, faccio risalire le mutandine lungo le gambe.

- Sei in camera di Tommy Lee, sei arrivato assieme a Nikki circa...- guardo l'orologio che segna le due del mattino - circa sette ore fa e, in ordine, hai vomitato in bagno, ai miei piedi, e sei svenuto senza ritegno. Il resto non sono affari tuoi- rispondo saltando giù dal letto e avviandomi verso l'uscita della stanza.

- Mia...-

Mi volto da sopra la spalla.

- Sì, Slash -

- Ci rivedremo, vero? -

- Penso proprio di sì -

Bene, ragazzi, mi sono accorta che la storia era al presente, dunque devo volgere questi tre capitoli al presente. O li preferite al passato? Ditemi voi, per me è lo stesso.

Opinioni?

Primi pareri?

Lasciatemi le vostre critiche che serviranno a alla storia per raddrizzare eventuali brutture.

Dirty lifeOn viuen les histories. Descobreix ara