Capitolo 77

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Alan fu salvo, nel castello incominciò a regnare una pace carica di tensione perché intorno alle mura le sentinelle non facevano mai riposo.
La situazione vacillò quando un paio di uomini scomparvero nel bosco una sera, durante una delle loro indagini. Che siano state le creature del bosco, un animale, o lo stesso Vlad? Non lo sapremo mai, perché dei corpi non vi fu trovata alcuna traccia.
Dal giorno seguente noi ragazze ci trovammo in continuazione gli occhi di Jude e dei suoi compagni incollato al nostro corpo.
Diamond si chiuse nei suoi uffici nelle ore solari e seguiva le sue armate durante la notte; poche furono le serate in cui potevamo parlarci.
Alla dimora delle dame giravano le zampe e lo sguardo vigile di Alan, gli venne ordinato di trasformarsi e vigilarci quasi ogni notte.
La paura ci stava soffocando.
Ma questi giorni di ansia donarono anche momenti di svolta: il principe si avvicinò molto a me, non solo per sapere se stessi bene, ma anche per recuperare quello che da tanti anni abbiamo perso, Lady Penélope continua invano la sua missione nella conquista del principe, e Isadora sta pian piano avvicinandosi a me.
Questa scoperta mi scalda il cuore, specialmente la voglia della bambina di dormire nel mio stesso letto quando per caso Ariel tarda ad entrare in casa la notte.
Questo atteggiamento, seppure possa comprendere per certi versi per altri invece sono piuttosto esagerati.
«Non pensi di dare un po' troppo nell'occhio?», le chiedo una sera, a metà agosto, quando le cicale hanno già iniziato da qualche giorno a cantare la loro serenata intorno al castello.
Lei alza un sopracciglio. «Perché?»
Sposto veloce lo sguardo verso la scala a chiocciola che conduce alle nostre stanze, per controllare se Isadora stia sbirciando la conversione, ma da sopra sento ancora la sua penna scrivere le ultime parole alla lettera per sua madre.
«Al castello si pensa che voi due...», non finisco la frase, avampata di rossore.
Lei capisce, e d'improvviso diventa dispettita.
«E anche se fosse? Non vedo quale sia il problema»
«Nessuno, per me. Ma potrebbe esserlo per il pricinpe»
«Ti devo fare notare che ultimamente la direzione oculare del principe è costantemente indirizzata verso di te ed ignora quello che gli succede intorno?»
Sorrido appena. «No... si vede chiaro un miglio»
Annuisce. «Bene, allora se Jude è tranquillo lo sono anch'io»
Finiamo di apparecchiare e aspettiamo la consegna della cena.
«Lo sai benissimo che mi preoccupo per te»
«Io sto bene, non ti devi preoccupare», ribatte, convinta.
«Jude deve essere stato molto paziente e dolce con te se è riuscito a conquistarti in questo modo», osservo.
«È un bravo uomo»
«Ne sono convinta, non potevi trovare uomo migliore. Gli devo ancora molto per essersi prestato di starvi accanto mentre io non facevo altro che cacciarmi nei guai e deludere tutti»
Sbuffa con gli occhi volti al cielo. «In primis: lo sanno tutti che cacciarti nei guai è il tuo mestiere, in secondo luogo considero più importante averti finalmente tra le braccia e pensare al futuro. Non guardare il passato, ma consideriamoci fortunate che il Signore ha voluto ricongiungerci»
Mi accarezza la testa.
«Giá, spero di migliorare in futuro questo lato avventuriero»
«Devi, non voglio morire d'infarto un'altra volta se so che ti hanno rapita. Verrò ad ucciderti io stessa, se ti può consolare», sorride falsamente.
«È consolante, infatti»
Fa l'occhiolino, mentre io ridendo mi dirigo verso la porta.
Qualcuno ha bussato.
Le tre streghe velate di nero entrano per posare la nostra cena sul tavolo.
Una volta uscite curiosai alzando i coperchi sulle portate.
«Mmm...mi è andata male stasera: minestra vegetale, insalata, carote, pomodori...»
«Lo sai che le verdure fanno bene alla salute», puntualizza Ariel.
«Piuttosto preferirei essere torturata per tre giorni»
Ariel alza gli occhi al cielo, mentre io salgo le scale a chiocciola per affacciarmi all'entrata della stanza.
«Isadora! Vieni tesoro è arrivata la cena»
La bimba smette la sua scrittura e silenziosa scende fino al piano terra, senza degnandomi di uno sguardo.
Sospiro amareggiata, mentre la osservo sedersi accanto alla nostra amica.
Dentro di me so di chiarire questo suo ostacolo, ma d'altra parte non vorrei obbligarla a perdonarmi perché rischierei di allontanarla ulteriormente a me; quindi aspetto con pazienza il giorno in cui ritornerà tra le mie braccia.
“Per ora”, penso, “è già tanto che ha ascoltato quando l'ho chiamata”
Mangiamo in un silenzio ricco di parole non dette, e di sguardi calorosi dipinti di verde smeraldo che dicono tutto.
«Vorrei andare a giocare con Sasha», chiede la piccola una volta finita la cena.
«Stai attenta», le raccomando.
Lei annuisce e trotterella fino all'uscita, lasciando socchiusa la porta.
Da fuori entra un aria fresca, ma nonostante non da fastidio al corpo.
Ci cambiamo vesti ed usciamo anche noi.
Ora l'obbligo di cambiare colore vestito una volta provateci della castità è stato abolito da giorni ormai, quindi a noi ragazze è stata concessa la libertà di indossare quello che più ci piace.
Quindi come può la sottoscritta fare a meno dei suoi comodi jeans?
«A vita alta! Wow Pearl, ti stanno da Dio!», esclama Ariel facendomi l'occhiolino.
Non potrei dire diversamente da lei, uscita con un abitino di stoffa, dalla gonna in tulle che le arriva fino alle ginocchia.
Questo stile frú frú la rappresenta.
«E che mi dici di te? Dove devi andare così elegante?», la stuzzico.
«Non troppo lontano, ci vediamo fra un paio d'ore»
Si allontana lentamente da me, mentre io avanzo verso Isadora e Sasha.
«Amo la puntualità», strizzo l'occhio.
Ride. «È un difetto di cui dovresti sbarazzarti»
«Fate i bravi»
«Anche tu e Dracula»
Scoppio a ridere, mentre la guardo venir protetta dalle braccia robuste di Jude.
Si baciano con trasporto, mi salutano e poi se ne vanno.
Rimango con Sasha e Isadora tutta la sera, finché stanche non ritorniamo a casa.
«Penélope sta mangiando la polvere che tu hai alzato», mi sussurra all'orecchio la ragazza dalle lentiggini.
La guardo interdetta. «Non volevo alzare alcuna polvere. Io e il principe siamo solo molto affezionati, tutto qui», schivo l'argomento.
«Sí, certo, quanto è vero che io non so lanciare la freccia con l'arco»
Sospiro. «Diamond non è una conquista, io non ho vinto niente. La sua stima e la sua fiducia mi bastano»
«Come voi. Potete essere quello che vi pare, nulla mi toglie dalla testa che presto si celebrerà un matrimonio»
«Per favore, Sasha!»
Alza le mani avanti. «Okey okey...A parte gli scherzi, sono contenta di riaverti tra noi. Finché starai qui, e soprattutto accanto a principe, sento che il nostro futuro cambierà»
«Io non sogno, resto con i piedi per terra. E se non fossi io la prescelta? Non meritassi la corona?»
«L'importante è che non te lo scolli di dosso. La tua presenza lo ha cambiato»
«Non cantare vittoria troppo presto: anche se nutro una certa simpatia non significa che lo conosca meglio di chiunque altro. Ho ancora tanto da scoprire di lui, e di questo posto.
Lui è...un mistero»
Vengo stretta tra le sue braccia magroline.
«Potrá essere qualsiasi cosa per te, l'importante è che ti tratti bene»
«Mi guarderò alle spalle»
Nello stesso istante Isadora saltella fino a noi. «Posso dormire con Sasha? Ti prego, ti prego, ti prego!», mi implora, le mani giunte in preghiera e gli occhi azzurri luccicanti.
Il mio sguardo viaggia dalla bambina alla ragazza dai riccioli di fuoco.
Lei mi sorride con calore. «Stai tranquilla, le mie compagne di stanza la adorano e non hanno alcun problema nel dormire con una bambina. Io nemmeno. Te la riporterò domani mattina prima di colazione»
“Ho capito, stasera dormirò da sola”
Ritorno a guardare la piccola. «Fai la brava, se vengo a sapere che hai fatto qualcosa che non dovevi non ti farò più uscire per giocare», dico, improvvisando un atteggiamento severo.
Nella mia mente innocente mi immaginai che avesse annuito e poi se ne sarebbe andata con la ragazza, il suo atteggiamento supera ogni mia aspettativa quando sbattendo con violenza il piede sul terreno, e imprigionando il suo sguardo cattivo al mio, mi urla: «Tu non sei mia madre! Tu non mi comandi, vattene via da questo castello come hai già fatto e lasciami in pace!»
Rimango scioccata, guardandola correre frustrata dentro due case più avanti alla nostra, senza darmi il tempo di spiegarle.
Avrei desiderato chiarire che lo dicevo per il suo bene; che non sentivo sicura tenerla lontana da me; che nella notte mi ritrovo sempre in quella casa maledetta e tra le fauci di Vlad; che il suo abbraccio è l'unica fonte di consolazione la notte, specialmente quando siamo solo io e lei.
«Stai tranquilla, Pearl, non voleva dirlo davvero»
Sorrido amareggiata. «In verità ti dico che l'ho talmente ferita che me ne vergogneró per tutta la vita»
Sasha mi abbraccia per l'ultima volta. «Presto questa notte sarà solo un lontano ricordo, ne sono sicura. Buonanotte Pearl»
«Dormi bene, Sasha»
Me ne ritorno a casa, da sola.
«Alan! Non sapevo fossi qui!»
Gli occhietti scuri dell'animale mi guardano confusi, inclinando la testa da una parte, come se mi stesse dicendo: “Sono sempre stati qui»
Scuoto la testa, avvicinandomi all'enorme lupo. «Scusami, sono talmente piena di pensieri in questi giorni. Come stai?»
Il lupo guaisce, guardandomi dolcemente. I suoi occhi brillano alla luce pallida della luna.
«Hai mangiato?»
Un altro verso acuto, guardando il terreno.
“Lo prendo come un no”
«Ho degli avanzi dentro casa. Accomodati, presto farà freddo qui fuori»
Gli apro la porta e aspetto che entra.
Dalla soglia appare un ragazzo alto con pantaloni lunghi e camicia leggera, dalle maniche strappate per l'enorme sostanza dei suoi bracci.
“Non ci posso credere: un uomo più bello dell'altro!”
Gli apparecchio la tavola. «È verdura, spero ti piaccia»
Alan sorride. «Qualunque cosa mi va bene purché riesca a calmare il mio stomaco»
Mi siedo accanto a lui. «Non ti fanno mangiare abbastanza?»
«Per punizione non mi lasciano nutrire più di quanto debba, ma non mi lamento: poteva capitarmi di patire la fame»
«Stasera sei stato fortunato: non ho mangiato tanto. Le verdure non sono il mio forte»
Sorride. «Rimedieremo all'errore»
Rimango a fargli compagnia, guardandolo divorare tutto con tanta foga e tanta goduria da lasciarmi pensare che l'unica dose di cibo di cui lo costringono a nutrirsi è pari una fetta di pane per l'intera giornata.
Si lascia andare sulla sedia una volta sazio.
«Lady Pearl non mi sono ancora scusato con voi per quello che è successo»
Gli stringo la mano. «È passato tutto, dimenticati di quello che sei stato. Hai una nuova vita adesso, e la possibilità di diventare un uomo migliore»
«E grazie. Grazie per avermi salvato la vita. Non immaginavo che un assassino come me potesse mai ricevere il privilegio di essere salvato da un angelo come voi»
Sorrido, arrossendo appena. «Sono sicura che anche vostra sorella avrebbe desiderato così»

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