Capitolo 2: Prendetevi cura di lui

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3th year - Jeremy's POV (0 years old)

Una donna passeggiava avanti e indietro nel salotto della sua piccola abitazione, reggendo il telefono accanto all'orecchio.
"Ti prego, mamma! Mi serve una mano per crescere il bambino!" Disse con voce tremante.

"Basta con queste scuse, Alexandra! Ne inventi sempre di nuove, ed io e tuo padre siamo stanchi di questi tuoi continui atti di incoscienza!" Esclamò un'autoritaria voce femminile dall'altro capo del telefono.

"Mamma ti giuro che non è stata colpa mia!" Disse la donna, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. "Perché non mi credi?!"

"Ho perso il conto di quante volte hai usato una scusa simile! Sono stufa! Devi imparare a prenderti le responsabilità per le tue azioni!" Esclamò la madre di Alexandra, per poi chiudere la chiamata.

La giovane donna allontanò il telefono dell'orecchio e si coprì la bocca con la mano, scoppiando a piangere. Dalla culla accanto a lei, un piccolo bambino appena nato dai brillanti occhi azzurri emetteva dei versetti mentre muoveva le piccole e paffute braccia.
Quando il piccolo vide la mamma in lacrime non poté far a meno di scoppiare a piangere anche lui. La donna lo sentì e si voltò verso di lui, rivedendo negli occhi del piccolo infante i ricordi della terribile violenza subita che la lasciò incinta.
Alexandra Fitzgerald aveva appena perso il lavoro a causa della gravidanza e, poiché non sapeva chi fosse il padre e non poteva contare sui suoi genitori, non sapeva come avrebbe potuto prendersi cura di quel bambino.
La donna osservò il figlio piangente che si dimenava nella culla e si asciugò le lacrime mentre aggrottava le sopracciglia e contorceva la sua bocca in una smorfia di rabbia.

"È colpa tua, Jeremy!" Esclamò con voce tremante, non sapendo più a chi dare la colpa per le sue disgrazie. "Se solo non fossi mai nato..! Se non fossi mai nato la mia vita sarebbe molto migliore! Non avrei perso il lavoro e avrei un ottimo rapporto con i miei genitori! È tutta colpa tua e del tuo ignoto padre!" Gridò.

Si lasciò cadere poi su una sedia e iniziò a piangere disperatamente, ignorando i vagiti del piccolo Jeremy.

Quella stessa notte, Alexandra preparò un grande cesto posizionando al suo interno delle coperte in modo da renderlo caldo e poi vi sistemò Jeremy all'interno. Indossò il cappotto e prese il cestino, uscendo di casa e dirigendosi verso l'orfanotrofio del paese.

Una volta arrivata, si fermò davanti all'entrata, guardando le finestre dalle quali proveniva la calda luce gialla dei grandi lampadari all'interno dell'edificio. Voci, urla di bambini e le sgridare delle badanti erano udibili dall'esterno. Alexandra restò come paralizzata mentre ascoltava le voci provenienti dalla stanza dietro la porta, ma quando udì alcune delle voci avvicinarsi alla porta ebbe un sussulto, posò il cesto con il bambino sul porticato in tutta fretta e permette il campanello, per poi scappare velocemente.

La porta si aprì dopo alcuni secondi e una anziana donna fece capolino sull'uscio. Aveva dei lunghi capelli brizzolati legati in uno chignon e un lungo camice da cucina bianco e macchiato di cibo. Si guardò intorno cercando chi potesse aver bussato e quando guardò in basso si coprì la bocca con la mano e sussultò. Si inginocchiò davanti al cesto e accarezzò dolcemente la manina del piccolo Jeremy. Attaccato al cestino con del nastro adesivo c'era un grande biglietto. L'anziana signora lo prese nelle sue mani rugose e lo aprì, leggendo ciò che vi era scritto all'interno:

<<lascio questo neonato alle vostre cure, il suo nome è Jeremy Fitzgerald. Vi sconsiglio vivamente di cercare sua madre, poiché i vostri sforzi sarebbero vani. Infatti, dopo avervi consegnato mio figlio mi libererò per sempre da tutto il dolore che mi ha causato.>>

L'anziana donna aveva un espressione sconvolta sul suo volto dopo aver letto il messaggio. Poiché quella era una notte molto fredda, ebbe cura di coprire bene il bambino con le coperte della cesta e lo portò all'interno dell'orfanotrofio. Poi, dopo essersi guardata intorno un ultima volta, chiuse la porta e si diresse a dare la notizia agli altri.

Life Is Awful Yet Beautiful - (My Ocs' BackStory)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon