le lacrime e la fuga

213 11 1
                                    

Sherlock:...John
Il suo tono di voce è supplichevole, a tratti smorzato da qualcosa che, su qualunque altro essere umano avresti scambiato per un misero tentativo di trattenere le lacrime. 
Ma tutto questo non è possibile.

Lui è Sherlock Holmes
Lui non supplica
Lui non piange.

Sherlock:  John
Ancora una volta, il tuo nome viene sussurrato come una preghiera a mezza voce.
E tu non puoi fare a meno di voltarti nella sua direzione .
E quando lo fai, ciò che ti ritrovi davanti ti lascia senza parole.
Difronte a te non c'è il Sherlock Holmes che tutti considerano una "macchina senza cuore".
Davanti a te c'é la parte più umana di Sherlock,  quella che probabilmente non mostrerà mai  a nessuno

Se non a te.

I suoi meravigliosi occhi azzurri non hanno la stessa luce di sempre, quella che sembra  risplendere quando si trova su una scena del crimine o vicino a una soluzione di un caso  difficile.
Sono  tristi e annebbiati da quelle che sembrano essere lacrime.  
Il resto del mondo potrebbe anche scomparire in questo momento, ma nessuno dei due ci farebbe troppo caso.
Non quando i vostri sguardi sono  legati l'uno all'altro.
*All'improvviso Sherlock avanza di qualche passo, fermandosi proprio davanti a te, che sei rimasto immobile a guardarlo appoggiato al camino*.
Sembra sul punto di dire qualcosa, vista la linea dura della sua mascella e dal modo in cui tenta di prendere dei profondi respiri, come se stesse cercando di farsi forza per rivelare qualcosa che gli provoca dolore solo a pensarci.

Sherlock: Devi andartene, devi uscire da quella porta e non tornare mai più...
Mi hai capito?!  Mai più!, Non importa che io sia innamorato di te, che darei la mia vita per tenerti al sicuro...  perchè tu hai scelto lei.
E io devo lasciarti andare

senti il tuo cuore cessare di battere.
Come quel giorno in cui, controllasti il suo polso dopo il suo lancio dal tetto del Bart's e avevi scoperto  che il suo cuore aveva cessato di battere.
Lasciando in te la disperazione più totale.  

Apri la bocca, pronto a replicare, ma non  esce alcun suono.
Solo alcune sillabe prive di  senso.
lui sembra aver perso totalmente il controllo,si avvicina ulteriormente a te,ti  prende e inizia a  scuoterti mormorando frasi senza senso.
Poi, improvvisamente le sue mani sono ancorate  ai suoi fianchi, il volto completamente privo di colore e gli occhi spalancati, come qualcuno che ha appena visto il fantasma della morte.
Gli sfiori delicatamente il braccio, come se si trattasse di un'animale selvatico con il quale cerchi devi essere il più delicato possibile per non distruggere quella  minuscola bolla di fiducia che si è creata tra di voi.
E come la maggior parte degli animali selvaggi, Sherlock scappa.
Lo osservi impotente afferrare rabbiosamente il suo cappotto e spalancare la porta dell'appartamento e fiondarsi giù dalle scale.
A nulla servono le tue suppliche di ritornare indietro, perché  qualche minuto dopo, la porta dello stabile viene aperta e richiusa così velocemente che per un attimo resti fermo sulla soglia della porta a chiederti se tutto quello è solo frutto della tua immaginazione.
Ma quanto pochi secondi dopo, un' affannata Signora Hudson percorre a due a due gli scalini che la separano dalla tua figura per chiederti come mai Sherlock sia scappato caosì velocemente dalla'appartamento, ti rispondi che no, decisamente non hai immaginato nulla.

Immagina JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora