1- Stacy's mom

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  • Dedicated to Katia, che si esalta per i miei spoiler (tvb cacchina)
                                    

Il biondo attirò a sé la ragazza che gli era seduta sulle ginocchia, baciandola per circa la trentesima volta da quando era iniziata la pausa pranzo. «Luke, per favore» lo rimproverò un ragazzo riccio, sistemandosi la bandana che gli ornava i capelli color miele.

«Solo perché tu sei solo, non significa che io non possa baciare la mia ragazza» dichiarò, baciandola ancora e facendo sbuffare l'amico, che era rimasto particolarmente colpito da quelle parole. "Tu sei solo." Aveva ragione, non era semplicemente single, lui era solo, non aveva nessuno oltre ai suoi amici, ed era relativamente poco.

«Dai, Stacy!» Una voce conosciuta gli giunse alle orecchie, e alzò lo sguardo dal proprio piatto, vedendo un ragazzo moro che cercava di scusarsi con una ragazza poco più bassa di lui, con dei lunghi capelli rossi e delle lentiggini che facevano irruzione sulle sue goti.

«Cazzo, no!» sbraitò lei, liberando il polso dalla presa del ragazzo. «Ti sei portato a letto mia madre!» aggiunse poi, agitando le braccia in aria e correndo verso la porta della mensa. Il ragazzo, affranto, si sedette a tavola con i suoi amici.

«Davvero?» domandò il riccio, squadrandolo con un sopracciglio alzato. «Davvero ti sei portato a letto sua madre e non lei?» chiarì, con una piccola nota di disprezzo nel tono di voce.

«Amico, ero a casa sua ed è spuntata fuori con un asciugamano e basta dal bagno, i miei istinti si sono risvegliati!» esclamò, facendo scuotere la testa all'amico.

«Quindi hai rinunciato ad una ragazza dai capelli rossi, ovvero il sogno erotico di ogni uomo, per la madre.» Mosse la forchetta per aria, facendo cadere a terra il maccherone al formaggio, sporcando il pavimento color grigio chiaro.

Il moro sbuffò, scuotendo la testa a sua volta. «La madre è una bomba sexy, ed inoltre è successo più di un anno fa, non capisco perché non mi ha ancora perdonato.»

«Anche più di lei?» domandò il riccio, ignorando la parte finale della frase, alzandosi dal proprio posto e scontrandosi contro una ragazza. Uno strano calore si irradiò nel suo petto appena la vide, e poco dopo capì il motivo: un intero piatto di maccheroni al formaggio era spalmato sulla sua maglietta. «Cazzo!» sbraitò, cercando di pulirsi anche in minima parte.

«Dio, scusami» esclamò lei, posando il vassoio rosso e prendendogli la mano, trascinandolo nel bagno delle ragazze. Non era la prima volta che ci andava, ma non era mai successo che qualcuno gli versasse addosso il proprio pranzo. «Togli la maglia, ti aiuto a pulirla. Mi sento così in colpa, perdonami» disse, cambiando il tono della voce da secco e deciso a docile e flebile.

Lui sorrise, sfilandosi la maglietta grigia che indossava, rimanendo a petto nudo, cercando di rimanere indifferente vedendo il colorito leggermente rosso che si faceva spazio sulle guance della ragazza. «Allora» esordì lui, mentre la bionda continuava a sfregare sulla macchia giallognola che aveva preso posto su quella maglietta. «Chi sei?» domandò poi, appoggiandosi al lavandino.

«Non credo sia importante sapere il mio nome» rispose lei, alzando le spalle con noncuranza.

«Infatti non ti ho chiesto il nome» puntualizzò «Ti ho chiesto chi sei.»

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«Come posso dirti chi sono, se nemmeno io l'ho capito?» gli domandò di rimando, lanciandogli la maglietta ed uscendo dal bagno senza dire altro.

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Una ragazza dai lunghi capelli mori si guardava intorno, ormai fuori dalla scuola. Aveva venti minuti di ritardo, il giardino era quasi totalmente vuoto, e lei era lì, seduta sui gradini davanti all'entrata. «Scusami» esordì una voce, che ormai conosceva anche fin troppo bene. «Ho avuto un contrattempo. Andiamo?» domandò poi, porgendole la mano, che prontamente afferrò.

Since I lost you.Where stories live. Discover now