"Sto bene" ma sono così stufa di stare male.

L'immagine di Lui indugia nella mia mente, mentre i miei occhi lucidi si chiudono e mi addormento, vittima della stanchezza; le mani sporche di sangue, le guance rigate da lacrime salate.

Picchiettii sul legno, mi rigiro sul divano ancora semi addormentata, ma si ripropongono incessanti. Apro gli occhi infastidita ma la mia visuale non è chiara, è buio e a causa delle lacrime il tutto risulta semi appannato, il picchiettare aumenta. Passo il dorso della mano sui miei occhi ed emetto un mugolio sconfortata prima di alzarmi dal mio angolo di tepore; mi avvicino, strisciando i piedi verso la fonte del rumore.
Afferro la maniglia e apro la porta trovando davanti ai miei occhi Beatrix, dal sorriso sul suo volto sembra molto contenta, non si potrebbe dire lo stesso di me, che sono stata svegliata malamente dal mio sonno a causa sua.

"Fammi indovinare... hai dimenticato le chiavi vero?"

La mia voce è assonnata e mi lascio sfuggire uno sbadiglio, lei, tentando di farsi perdonare, mi fa un grande sorriso per poi abbracciarmi.

"Oh Sky, al diavolo le chiavi, sono felicissima!"

Alla stretta emetto un mugolio di dolore, Bea si allontana immediatamente da me guardandomi, il suo volto cambia non appena i suoi occhi scendono sul mio corpo, il sorriso allegro che tingeva le sue labbra appassisce fin troppo velocemente per essere paragonato a un fiore.

Non dice nulla e quindi porto il mio sguardo verso il basso, grazie alla luce accesa nel corridoio riesco a vedere il sanguigno tingere delle mie mani e una macchia coprire una piccola parte del mio avambraccio.

"Hey, va tutto bene, andiamo in bagno un attimo d'accordo?"
Bea posa una mano sulla mia guancia accompagnandomi verso il bagno, la sua voce tenta di confortarmi anche se è impossibile anche per lei nascondere una nota di paura. Accende la luce e mi fa sedere sul bordo della vasca.

Senza aggiungere una sola parola inizia a pulire le mie mani con un asciugamano bagnato,  con delicatezza disinfetta le ferite sparse sulla mia pelle.

Non dico nulla, la voce è morta nella mia gola , ma una parte di me sa benissimo che Bea non ha bisogno che io dica nulla:
"va tutto bene".

"Non mi sembrano troppo profonde, guariranno presto. Scusami, non avrei dovuto lasciarti sola."
Mi accarezza la guancia per poi abbracciarmi, questa volta con una delicatezza e un'attenzione disarmante; le sue labbra toccano i miei capelli e io non ho altro in mente se non il desiderio di scusarmi.
Scuse non rivolte a me e a ciò che mi sono fatta, ma per Bea, per averla fatta sentire in colpa, per errori non suoi.

"Com'è andata questa sera?"

"Pensavo fossi stanca. Sei sicura di volermi ascoltare?"

Annuisco, alzandomi poi dal bordo della vasca.

"Mi sei sembrata felice."

"Beh, ho passato tutta la giornata con Jay, mi è passato a prendere questa mattina e mi ha portata in giro tutto il giorno. Ad essere onesta è stato meglio di quanto potessi immaginare nel pomeriggio mi ha anche portata a causa sua per mostrarmi alcuni dei suoi lavori. Sky non minimizzo quando dico che i suoi dipinti sono pura arte."

Sorrido, sentirla parlare di Jay mi solleva il morale, vederla così entusiasta ed emozionata mi rende felice e per nulla al mondo vorrei che tale sentimento si spegnesse. Il sorriso sulle sue labbra, le guance un po' rosse quando pronuncia il suo nome e parla di lui, la sua voce che se anche tenta di nasconderlo mantiene una nota di entusiasmo.

"La sua casa è davvero bellissima, nonostante la lontananza dall'università ne vale la pena sotto ogni aspetto. Purtroppo però il coinquilino con cui divideva l'affitto ha avuto dei problemi con la sua ragazza e Jay non può sobbarcarsi tutte le spese da solo, ha appena investito tutti i suoi risparmi per affittare una sala da usare come galleria d'arte. Oggi abbiamo cercato di capire come fare, però nonostante questo piccolo inconveniente ho passata una giornata bellissima."

ForeverWhere stories live. Discover now