Non morire

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~La mattina della partenza per Shiganshina~

- Hanji!-
-Arrivo, arrivo!-
-Posso entrare almeno?-
-Aspetta... ora sì-
Levi entrò nella stanza della donna, che si stava allacciando i pantaloni.
-Non sei ancora pronta?!-
-Scusa, ma la cena di ieri mi è rimasta sullo stomaco e mi ha fatto dormire come un ghiro-
-Sei un disastro. Muoviti, che manchiamo solo noi due.-
-Davvero?! Alora tu inizia ad andare, avverti Erwin e-
-No, ti aspetto-
Era quasi una tradizione ormai partire insieme per le battaglie.
Una volta che avevano iniziato a fare carriera a entrambi era stata assegnata una squadra, con cui dovevano stare per tutta la durata della permanenza fuori dalle mura, quindi almeno stavano inseme quando era l'ora di uscire dalla porta.
Però quella non era una spedizione normale, quella era l'impresa decisiva: se tutto fosse andato secondo i piani la guerra tra giganti ed essere umani sarebbe finita e tutte quelle morti avrebbero avuto finalmente un senso.

Levi aiutò Hanji ad indossare l'attrezzatura per il movimento tridimensionale. Allacciava le cinture con una tale naturalezza, che solo anni di confidenza gli avevano fatto acquisire.
Nonostante ciò c'era un'atmosfera  pesante nella stanza, entrambi erano consapevoli della crucialità di quel momento.
-Ah, non mi sento così dalla mia prima missione fuori dalle mura.-
Levi non rispose, ma quel silenzio fu sufficiente perché la donna capisse che anche lui provava lo stesso.

I due si incamminarono fianco a fianco per il corridoio.
Nessuno apriva bocca, cosa al quanto strana. Di solito approfittavano di questo momento per chiacchierare, ben consapevoli che quella poteva essere la loro ultima occasione per farlo, l'unica possibilità che rimaneva loro di sentire la voce l'uno dell'altra. Eppure, quasi per scaramanzia, ogni volta c'era sempre qualcosa che rimaneva in sospeso, qualcosa che non si dicevano mai. Quasi fossero certi che l'altro sarebbe tornato, che ci sarebbero state altre occasioni per parlare.

Questa volta però non c'erano più certezze. Nonostante le abilità e la fiducia nella persona che avevano di fronte quella battaglia sarebbe stata diversa, sarebbe stato il tutto e per tutto. Eppure quelle parole non uscivano, come se pronunciarle avesse significato perdere completamente la speranza di rivedersi.
-Hanji- disse allora l'uomo poco prima che la mora aprisse la porta.
I loro sguardi si incociarono. Occhi stanchi che avevano visto la morte di troppe persone, che avevano subito la sconfitta troppe volte e che ora avevano la possibilità di ottenere la vittoria.
-Non morire-
Un sorriso dolce si dipinse sulle labbra della donna. Come se nelle parole del corvino si nascondesse un tesoro che solo lei era in grado di vedere.
Lasciò andare il pomello della porta e abbracciò l'uomo, che, per la prima volta dopo tanti anni, ricambiò alzando leggermente le braccia.
-Neanche tu- sussurrò Hanji prima di lasciarlo andare.

Cadde di nuovo in silenzio e i due raggiunsero gli altri sulle mura per poi cavalcare fianco a fianco verso il luogo dove si sarebbe svolta la battaglia decisiva.

~Capitolo ispirato dal fatto che Hanji è Levi sono arrivati in ritardo e insieme sulle mura prima di partire per Shiganshina (cosa che chiaramente io non ho potuto ignorare).
Scusate per l'assenza, ma gli ultimi capitoli del manga mi hanno un po' bloccata (chi lo legge potrà capire perché 😓)~

Le cose non dette ~LevihanWhere stories live. Discover now