Chapter Twenty

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BRITTANY'S POV

Indietreggiai appena alla vista del biondo -Ash- scherzò imitando il mio tono sorpreso, asciugai velocemente le guance sperando che lui non le vedesse, ma lo sguardo s’incupì subito - Hei...- disse con tono preoccupato, cazzo. Cercai di svicolare dietro di lui proseguendo il tragitto verso la macchina. Volevo solo chiudermi lì dentro e sparire dal mondo per qualche ora, ma una mano mi afferrò il polso facendomi voltare -Che succede?- mi chiese ancora Niall, io lottavo ancora contro le lacrime che incontrollate minacciavano di uscire. Gli occhi azzurri di Niall erano scuri e preoccupati, l'azzurro somigliava più ad un grigio -Niente Horan, lasciami in pace.- cercai di liberarmi dalla presa, ma lui strinse ancora di più sul mio polso, vidi la sua mascella irrigidirsi mi guadò dura -siamo vicini di banco da più di due anni - iniziò a spiegare -tu magari non ti sei mai accorta di me, ma io di te si- la voce era bassa e vibrava nel parcheggio vuoto -ti ho visto felice, ti ho visto triste, ti ho vista malata e ti ho vista fatta- continuò il monologo, io ero paralizzata con gli occhi spalancati -e sarà anche stupido da parte di una persona con cui hai parlato per due volte in tutta la tua vita, ma di certo non ti lascio andare via in lacrime- spiegò, alzò lo sguardo dal pavimento a me -quindi che hai?- chiese ancora, cercai di liberarmi dalla presa e questa volta mi risulto facile, dato che lui aveva allentato la presa, respiravo a fatica tanto che ad un certo punto pensai che non respiravo proprio da quanto dolore sentivo. Ripensai velocemente alle parole di Louis, a tutte le cose che mi aveva appena gridato dietro. Avevo paura? Avevo paura di una semplice amicizia? Guardai gli occhi azzurri del biondo, lui mi sorrise dolce. Non era la stessa cosa. Non erano i suoi sorrisi. Cercai di sostituire mentalmente Horan con il moro e il cuore accelerò rapidamente, scossi la testa cercando di tornare alla realtà. Lui mi guardava ancora confuso. No. Non aveva ragione. Il cuore sembrò alleggerirsi di un peso enorme, per un secondo mi sentì bene, ma il carico raddoppiò, quando realizzai di cosa avevo realmente paura, cosa davvero mi spaventava. Chiusi gli occhi cercando di respirare regolarmente, di rallentare il battito cardiaco e di conoscere il nuovo peso con il quale avrei dovuto convivere a lungo. Sentì un ulteriore peso, questa volta reale, una mano che si poggiava sulla mia spalla. Aprì nuovamente gli occhi di scatto incontrando il blu d'orato di Niall, ancora ignaro di ciò che stava succedendo nella mia testa. Gli sorrisi istintivamente trasformando anche la sua espressione torva in un sorriso -Non è vero- dissi in un sussurro -Non ha ragione- a giudicare dai suoi occhi credeva che farneticassi, che fossi impazzita. Scosse leggermente la testa confuso - Ho paura di lui- lo dissi involontariamente ad alta voce, ma ormai era fatta. Si, avevo paura di Lui. Avevo paura di legarmi in qualche modo a Lui. Non perché pensavo che ne avrei sofferto, ma perché temevo che avrei ferito lui in qualche modo. Temevo che quel dolce sorriso sarebbe sparito per colpa mia. A questi pensieri mi rabbuiai nuovamente. Se avevo paura di fargli del male, significa che ormai, ero legata a lui in qualche modo.

***

Lasciai il biondino probabilmente in una confusione totale rintanandomi in macchina, la musica riecheggiava bassa e non mi accorsi nemmeno di essermi addormentata fino a quando due dita non tamburellarono sul finestrino, feci adattare gli occhi alla luce notando ancora il suo sorriso tra il vetro appannato, mi salutava con la mano, sbloccai quindi le serrature per farlo salire. Si sedé comodo sul lato del passeggero porgendomi un caffé –è da parte di Louis- disse, nella sua voce notai un leggero accento irlandese –è delle macchinette, non so quando possa essere buono- preavvisò, lo presi portandolo alla bocca e iniziando a sorseggiarlo, era ancora caldo e lo sentì scorrere fino allo stomaco – si scusa anche per averti gridato contro prima- aggiunge, io non parlavo, silenziosa guardavo il posto auto vuoto di fronte a me, lanciai uno sguardo all’orologio –sono quasi le 10- commentai, percepì il biondino annuire –hai saltato la seconda ora, ora dovremmo andare a storia della musica- mi avvertì indicando l’edificio, io sorseggiai ancora la Bevanda Della Pace di Louis e  annuì il bicchiere di cartone lasciava passare il calore scaldandomi le mani, la caffeina mi dava la scarica d’energia necessaria ad affrontare la lezione. Con un rapido movimento accesi una sigaretta aspirando lentamente –di chi è che hai paura?- la voce di Niall uscì velocemente che per un attimo pensai di aver capito male, ma il suo mordicchiarsi la guancia diceva il contrario, sembrava pentito di ciò che aveva appena detto, presi un bel respiro, aspirando nuovamente dalla sigaretta che avevo in mano, mandai fuori il fumo e temporeggiando presi anche un sorso di caffé. Finalmente spostai lo sguardo sul biondo, aveva un viso così dolce, che trasmetteva gioia e tranquillità a prima vista, non ho paura di avere amici. Mi ripetevo nella mente. Posso tranquillamente avere un amico anche io. Feci un respiro profondo –Di Tomlinson- dissi piano abbassando lo sguardo verso le mie mani –Non di Tomlinson – mi corressi velocemente tornando a guardarlo – Ho paura di rovinare tutto come faccio sempre- dissi d’un fiato. Alzai nuovamente lo sguardo sapendo che ormai le guance erano arrossate per la confessione che avevo appena fatto, Niall mi sorrise appena –non succederà- mi sussurrò – e ora sistema il trucco e sorridi- annuì cacciando un sorriso impacciato.

ECCOCI CON L NUOVO CAPITOLO :3

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da domani aggiornerò meno frequendtemente dato che, come sapete, ricomincia la scuola. *parte la marcia funebre in sottofondo*

dite che se consegno la quasta Fanfiction al mio prof di matematica la calcola come lavoro estivo?

T.T Salvatemi dalla scuola.

Effy

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora