Chapter twelve

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BRITTANY'S POV

Quando riaprì gli occhi il letto era vuoto, Louis non c'era. Ancora con gli occhi incollati uscì di malavoglia dalle coperte calde e scesi le scale in cerca del moro. La casa era completamente cambiata, tirata a lucido come la prima volta che ci misi piede, Louis stava armeggiando in cucina quando lo vidi,  subito si accorse della mia presenza, si voltò e mi mostrò un bel sorriso -Buongiorno- disse, mi sedetti al tavolino della cucina stringendo le gambe al petto così da mantenere una temperatura alta nel corpo -Ti preparo qualcosa per colazione?- chiese gentilmente, io lo guardai ancora assonnata, annuì e subito iniziò ad armeggiare.

Una bella tazza di latte e cereali mi diede un po' di carica, abbastanza per sostenere una conversazione - Che ore sono?- chiesi con voce ancora impastata. Louis sedeva difronte a me tenendomi compagnia mentre mangiavo - Le 11:25-  accennò ancora un sorriso -Hai dormito tanto- aggiunse giocherellando con il suo nuovo braccialetto -Tu ti sei svegliato presto invece- commentai tirando le maniche del maglione sulle mani - Neanche tanto presto...verso le 8:30 - disse tranquillo.

Sì, stavamo avendo una normale conversazione, niente litigate o insulti, solo una normale conversazione tra due persone, faceva strano anche a me.

Author's Pov

-Dolores dove stai andando?- chiese agitata la donna, una voce stridula e contrariata andava addosso alla donna,  la fisionomia latina la portava ad avere un'aspetto dolce e amorevole,  indosso aveva un cappotto rosso fuoco e una valigia tra le mani -A casa signora- disse tranquilla voltanfosi verso la voce -È il giorno di Natale e se Brittany se ne é andata non c'è motivo di restare- disse stringendo le spalle -NON SE NE È ANDATA! È SOLO UN CAPRICCIO DI UNA BAMBINA VIZIATA!- Dolores guardò allibita la donna , aveva già perso le staffe. -Prima di tutto, non mi urli contro- scandì lentamente -Secondo, Brittany non è una bambina viziata, non può esserlo, non c'era nessuno a viziarla- disse con la punta di disprezzo necessaria per zittire la donna -Voi non ci siete mai stati per lei, voi non siete la sua famiglia-

-Come osi dire queste cose? -

- Come oso ?- ridacchiò -Lei sa che sua figlia fa colazione a fatica? O che preferisce il miele allo zucchero? - la madre era sileziosa -Qual'è  il suo colore preferito? Cosa fa quando è triste? Ha un ragazzo? Se si chi è?  Scommetto che non sa nemmeno una di queste risposte!- Dolores si voltò e uscì di casa.

Lei sapeva dov'era, sapeva dove Brittany sarebbe andata, ormai la conosceva bene.

***

-Mi accompagneresti in un posto?- chiese la bionda di punto in bianco, la casa era poco popolata, i genitori di Louis erano usciti a trovare altri parenti e avevano portato i gemellini con se, Lottie e Fizzy dormivano ancora e le gemelle guardavano la televisione -Certo- rispose frettoloso il moro, ancora intento a sistemare la cucina -Dove?- aggiunse -A casa mia- il tono era basso e gli occhi guardavano il pavimento -Oh, Britt puoi restare quanto vuoi qui- si avvicinò accovacciandosi davanti alla sedia dove era seduta Brittany, lei alzò lo sguardo -Davvero? - Louis annuì con un piccolo sorriso -Se non ti da fastidio il mio russare, si- lasciò un buffetto divertito sulla guancia della ragazza ritornando alla sua altezza naturale -Vorrei passare comunque a prendere alcune cose- disse tranquilla al sorriso del ragazzo.

***

I due varcarono la porta di casa Ash neanche un passo e subito vennero assaliti -SIGNORINA DOVE CREDE DI ESSERE? IN UN ALBERGO?- il tono severo dell'uomo era accompagnato dall'indice che continuava a muovere -No credo di essere ad un circo- risposta secca da parte della ragazza mentre svicolava dietro l'uomo.

BRITTANY'S POV

Idiota. Corsi sulle scale assicurandomi che Tomlinson fosse dietro di me chiusi la porta della mia camera e cominciai a raccattare oggetti, razza di idioti, si credono i padroni della casa e non ci sono mai, chiedono a me dove credo di essere,  ma si rendono conto? Sbuffai raccattando qualche vestito dalla cabina sentivo gli occhi del moro addosso -Stai bene?- mi chiede se sto bene? certo che no se loro stanno in questa casa, fanno i padroni di un posto in cui non ci sono mai -Voglio solo che se ne vadano- dico sbuffando, buttai i vestiti in un borsone

con tale rabbia da sorprendere anche me stessa, mi ritrovai a mordicchiare la mia guancia dal nervoso -Cazzo non ci sono mai in questa fottuta casa! - gridai con voce incontrollata, sentivo gli occhi gonfi, smettila, non serve a nulla piangere, respira e passa tutto.

Feci un bel respiro e aprì il cassetto sotto al mio letto,

ne estrassi un barattolo trasparente, all'interno dei soldi,  molti soldi che infilai nel borsone

-Muoviti Ash! tra poco tocca a te!- la bionda fece un bel respiro allacciandosi I tacchi vertiginosi -Devi pagarmi stasera però! - l'uomo era grosso, indossava una canotta rossa che mostrava I tatuaggi sulle braccia -Dipende da come lavori, bellezza- l'uomo passò una mano sui capelli di Brittany,  gesto al quale lei si ritirò di scatto -Devi pagarmi- disse franca prima di correre sul palco. Iniziò ad ancheggiare in quel suo abitino decisamente troppo corto il pubblico gridava e fischiava in segno di gradimento non appena questa iniziò a calare la zip dell'abito.

Louis non fece domande, ne fui lieta, mi guardava invece silenzioso mentre raccoglievo gli spartiti lasciati sparsi sulla scrivania -BRITTANY! COSA CREDI DI FARE? - mia madre irruppe nella stanza bruscamente, tanto che notai Tomlison fare un piccolo balzo all'indietro - Cosa credete voi di fare!- risposi riponendo i fogli in una cartelletta -Non capite vero? Siete solo due buffoni- staccai il portatile e lo misi in borsa con il cavo -Non parlarci così! siamo I tuoi genitori!- sbuffai appoggiando il borsone in spalla - Ve l'ho già detto, non basta una scop...- non finì la frase che una mano mi piombò con forza sulla guancia. Allibita mi portai una mano sulla pelle che pulsava vidi Louis avvicinarsi a me, mi poggiò una mano sulla schiena sfregandomela, un gesto che mi diede conforto -Non basta una scopata per essere genitori- scandì le parole prima di uscire di casa prendendo per mano il moro.

Il freddo fece pulsare ancora di più la pelle calda, imprecai lasciando la mano del moro avevo una rabbia in corpo che non riuscivo a trattenere, scaraventai il borsone a terra davanti agl'occhi increduli del moro i ricordi degl'anni passati senza di loro balenavano davanti agl'occhi offuscati -Vaffanculo!- gridai contro la casa -ANDATEVENE TUTTI A FANCULO!- lo schiaffo sulla guancia era ormai un fastidio minore Louis mi si avvicinò - Brittany,  Brittany calmati- allungò le mani cercando le mie riuscì ad afferrarle sentivo il cuore battere più del dovuto, respiravo a fatica mentre lottavo per cacciare dentro le lacrime - PORCA PUTTANA NON CI SONO MAI!- urlai in faccia al moro lui mi tirò a se -Non ci sono mai stati- la tonalità si abbassa di un ottava mentre sentivo ormai le lacrime scendere sulle guance. Tomlinson mi strinse in un abbraccio silenzioso la sua mano scorreva sulla mia schiena in modo confortante -Non c'erano al mio compleanno, ne allo scorso Natale,  non c'erano a pasqua- singhiozzai sulla sua maglietta -Lo so- disse silenzioaamente Tomlinson -Ma ora è tutto finito- suonava come una promessa, un futuro allettante dove non  ero più sola nell'oscurità,  perché,  cazzo, ero terrorizzata da quella situazione.

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Where stories live. Discover now