Lei prega che la chiami e che le spari in bocca

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"Sam. È tutto ok, ci sono qua io, ok? Va tutto bene, non sei da sola."

Allunga il braccio, interessato a levarle l'arma dalle mani, è troppo pericolosa, non vuole rischiare la sua vita per una ragazza, e dall'altra parte è preoccupato: ricorda bene le sue idee di volersi suicidare in momenti del genere, teme anche a lei possa salire il desiderio:

"Abbassa l'arma... È tutto ok."

Le ripete, quasi in modo ossessivo, per metterla a suo agio, creando un contatto visivo tra lei e lui, cercando di non farla pensare agli altri. Muove le braccia dolcemente su e giù, per calmarla visivamente.

È a pochi centimetri da lei, la sovrasta già con la sua altezza e Samantha è quasi obbligata ad alzare la mira tanto è bassa rispetto al ragazzo.
Lauro è tranquillo, ha il viso rilassato, deve trasmettergli sicurezza. Alza piano piano la mano, dirigendola verso quella di lei, per circondagliela e prendere la pistola:

"Va tutto bene Sam, va tutto bene."

Alza anche l'altra mano e nota l'agitazione riprendere il controllo del corpo della ragazza, ma lui resta rilassato, deve muoversi, continuando a trasmetterle calma.

La mano non interessata a prendere l'arma, le accarezza piano il braccio nudo, per rilassarla, tranquillizzarla:

"Sono qua con te, va bene? Non sei da sola. Rilassa il corpo, rilassa la mano, va tutto bene."

Sussurra, prendendole la pistola, senza tirargliela via o allontanargliela, solo per avere un controllo di quell'arma.

Tutto quel momento di intimità che è riuscito con pazienza a creare viene rovinato da un ragazzo del gruppo, spazientito da quella lunga attesa:

"Levale quella cazzo de pistola e sparale addosso, che m'ha rotto 'er cazzo"

E basta questa frase a far agitare di colpo e nuovamente Samantha, ma Lauro, pronto, afferra subito la pistola, puntandola verso l'alto, anticipando il colpo che parte, colpendo un vetro e spaccandolo.
Immediatamente gliela toglie dalle mani, svuotandola e lanciandola a terra, tornando con l'attenzione su Samantha che lo guarda, tremando, stringendosi le mani al petto:

"Stai bene?"

Le domanda, seriamente, aprendo un braccio, come per volerla abbracciare, ma lei non si smuove, non smettendo di fissare l'altra mano di Lauro:

"La'... La tua mano..."

Sussurra e il biondo guarda nella direzione di questa, osservando il sangue colare dalle dita:

"È un po' di sangue, nulla di grave, un proiettile me li ha sforati, ma non è niente, davvero. Ora devo pensare al tuo stato mentale." La fissa negli occhi: "I ragazzi madre non abbandonano mai i propri figli." Le dice, seriamente, abbassando la mano e facendo gocciolare il sangue sul terreno: "Vieni..."

La circonda con il braccio, stringendola a sé, mentre lei lo abbraccia, iniziando a piangere nella sua maglietta, mentre lui resta serio, accarezzandole la schiena e guardandosi la mano, che non smette di sanguinare:

"Va tutto bene. È tutto finito."

Letteralmente.
Tutto finito.
Anche la vita della sua amica. E Lauro lo sa bene, mentre guarda il corpo morto di Lisa a pochi metri da loro:

"Lau..."

"Mhm?"

"Hai mai visto qualcuno morire?"

Il biondo blocca le carezze, ragionandoci, anche se sa di non averne bisogno. Deglutisce, ripensandoci:

"Sì... Un giorno un mio amico ha ucciso un ragazzo a cui volevo molto bene, un fratello per me, con una coltellata, per pochi soldi che non gli aveva dato. So bene cosa significa. Lo so bene. Per questo ti dico che non sei da sola, non sei l'unica in questo dolore. Posso capirti, credimi, più di molti altri, se non di chiunque altro."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now