IL tessuto leggero in seta scivolava delicatamente sul petto pallido del circense. Le sue gambe muscolose erano attorcigliate al lenzuolo, le sue mani femminili lo afferravano, lo rilasciavano e lo intorcigliavano intorno ai polpastrelli. Gli occhi avidi degli spettatori seguivano i movimenti del giovane osservando attentamente come il suo corpo si mescolava con il tessuto e creava un'unica creatura pallida e seducente.
La musica, prodotta dall'orchestra, raggiunse il suo massimo climax e l'esibizione dell'acrobata si faceva più violenta ed intensa.
Egli si arrampicava con le sue braccia possenti fino a toccare il gancio metallico, il supporto per il lenzuolo.
Poi, mollava la presa e lasciava che il suo corpo disteso si srotolasse dalla morsa delicata del tessuto e ondeggiasse nell'aria.
Inseguito, poco prima di toccare il suolo sporco, le sue cosce, cosparse di brillanti argentati, venivano di nuovo strette dal lenzuolo che lo salvava da una rovinosa caduta.
Infine, rimaneva appeso a mezzo metro dal pavimento lasciando soltanto che la punta delle sue dita sfiorasse la polvere sottostante, in una posizione tale che ricordava quella di uno dei protagonisti dei quadri di Michelangelo.
La sua gamba sinistra era tesa e facevano risaltare notevolmente il muscolo definito del polpaccio, l'altra, invece, era piegata all'indietro e lasciava intravedere la linea tondeggiante del gluteo da sotto il costume di scena.
La mano destra era tesa verso il basso, le dita erano leggermente sporche di terra marrone e i granelli di sabbia, incastrati tra le falangi, le facevano brillare. Il braccio sinistro era lasciato placidamente disteso lungo il fianco e le vene bluastre, che solcavano l'avambraccio, risaltavano sotto le forti luci bianche a neon.
La parte più sorprendentemente, però, non era il corpo di TaeHyung, ma il suo volto. I capelli lisci e turchesi erano appiccicati al viso e al collo a causa del sudore. L'ombra, che la sua frangia corta proiettava sul viso, nascondeva i suoi delicati occhi ma, si potevano scorgere le lunghe ciglia nere che facevano capolino tra una ciocca blu e l'altra. Se si guardava con attenzione, si poteva notare un piccolo e delizioso neo nero posizionato nella palpebra inferiore dell'occhio destro.
La bocca era semiaperta e gli incisivi perlati contrastavano con le labbra color ciliegia e dannatamente baciabili.
JungKook osservava tutta la scena senza respirare. I suoi popcorn erano stati dimenticati per qualche minuto nel posto vuoto accanto al suo, l'eco delle voci dei suoi amici non raggiungeva il suo cervello, il suo corpo aveva paura anche soltanto a sbattere gli occhi e distrarsi dal meraviglioso spettacolo che si svolgeva in mezzo al tendone da circo.
I violini suonarono la loro ultima nota, soltanto il rumore gentile del pianoforte accompagnava la discesa di TaeHyung dal lenzuolo. Durante la sua discesa sul mondo terreno, con gesti affettuosi, il ragazzo faceva scorrere le mani sporche lungo le pieghe del suo fedele amico, come se lo stesso ringraziando per aver retto il suo peso per tutta la durata dello spettacolo.
Quando l'alluce del piede sprofondò nella rena, mollò la presa e si sdraiò in mezzo alla sabbia e alla polvere. Da lontano, l'acrobata poteva sembrare una ninfa greca che malediceva il mare per averle portato via il suo amato. E lì, con le urla della donna disperata nelle orecchie, TaeHyung rimase a godersi l'applauso del pubblico e le loro grida di stupore e commozione.
Il suo corpo era messo in posizione prona. JungKook lasciò vagare i suoi occhi curiosi e timidi lungo le spalle macchiate da deliziose lentiggini giovanili, scalò faticosamente le scapole sporgenti, scivolò giocosamente lungo la curva della spina dorsale per poi inabissarsi nelle adorabili fossette che adornavano la parte bassa della schiena. Raggiunto l'elastico dei boxer dorati e attillati, il ragazzo si ritrovò a bramare il fondo schiena perfettamente tondo e sodo del circense ma, con una scossa alla testa, i suoi occhi spostarono l'attenzione dai glutei alle curve delle lunghe e possenti gambe fino ad osservare la pianta dei piedi colorata di rosa pesca come quelli dei bambini.
JungKook era completamente piegato in avanti nella piccola poltroncina bordeaux dove era seduto. Sembrava quasi fosse pronto a mettersi a correre verso l'acrobata nel momento stesso in cui l'artista glielo avesse chiesto. Le dita lunghe stringevano il materiale sintetico e imbottito dei braccioli, mentre le punte delle converse nere premevano con forza contro la scalinata traballante in legno. Poteva essere tranquillamente scambiato per un corridore posizionato sulla linea di partenza e pronto a correre più veloce della luce e vincere la medaglia olimpica.
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• Circus • VKook
Fanfiction• One-Shot • Dal testo: [ Girò i tacchi e riprese a camminare. La felicità che gli aveva invaso le vene era stata smaltita nel giro di qualche secondo. La mente sovra-eccitata era improvvisamente debole e stanca. «Grazie per avermi ricordato cosa vu...
