Capitolo 32 - Strisciare fra ombre e luci

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Il mercato del crepuscolo si avviava ormai alla chiusura, trascinata dal clamore dei banchi che venivano ritirati dentro le botteghe. Ciò che ai livelli superiori abbondava e se ne stava in bella mostra dentro le vetrine eleganti dei negozi, là sotto si vendeva per strada, quasi come si era fatto per anni e anni prima della rivoluzione del carbonetere. Soprattutto ora che l'orologio si era fermato, i buoni e le razioni avevano smesso di circolare e l'unico modo per procurarsi di che vivere era spendere i propri risparmi al mercato nero, prima destinato alle rimanenze e alle esigenze eccezionali. Talvolta, procurarsi significava rubare, e questo lo capivano alla perfezione sia gli acquirenti che i venditori.

Nella calca che brulicava nel quartiere adibito a mercato, le grida si sprecavano, che fossero per accaparrarsi l'ultimo affare o per piazzare un'ultima vendita. L'onnipresente polvere di carbone si sollevava a sbuffi perfino più frequenti del solito. Un ragazzino sgusciò tra la gambe di un operaio, correndo a perdifiato per non farsi prendere. Stringeva un cavolo sporco e probabilmente non troppo gustoso, ma pur sempre di un cavolo si trattava. Meglio di niente. Rallentò soltanto quando fu sicuro che il proprietario della bancarella avesse rinunciato a inseguirlo, e si fermò soltanto quando cozzò contro un uomo corpulento che veniva nella direzione opposta alla sua. Il ragazzino si affrettò a mormorare una scusa e si ritirò al bordo della strada, rasente il muro.

Mentre ci si appiattiva contro per nascondersi e allo stesso tempo prendere fiato, passò in rassegna la serie di volantini che lo ricoprivano. Alcuni fogli erano scivolati a terra, specialmente nel caso dei pamphlet a doppia pagina. Ovviamente, lui non era conscio delle distinzioni fra i pezzi di carta giallastra che vedeva appesi alla parete e sparsi sulle casse depositate a ridosso del muro, ma questa era la situazione; una lotta ad armi di carta tra il governo della Civiltà e i suoi figli dissidenti. Mentre riprendeva fiato, vide due uomini dal portamento cauto ma sicuro allo stesso tempo avanzare nella sua direzione, parlottando a bassa voce. Non sapeva se fosse una buona cosa o meno, il fatto di ascoltare di nascosto la loro discussione, ma quando si furono avvicinati abbastanza da permettergli di sentirli, gli venne il dubbio che non parlassero la sua lingua. Uno di essi però indicò il muro appena sopra la testa del ragazzino, dove stava appiccicato il ritratto segnaletico di una ragazza giovane dalla pelle scura e gli occhi soprendentemente chiari, i capelli acconciati di lato in uno scroscio di trecce. Lui non sapeva leggere, quindi non aveva idea del perché la cercassero, ma pensò che se quei due uomini dall'aria distinta mascherata male se ne interessavano, dovesse essere una cosa piuttosto grossa. Meglio tenere gli occhi aperti se la vedo, si disse, mentre i due si allontanavano.
Ora la via si era visibilmente svuotata, e il buio aveva iniziato a calare sulla polvere. Gettando un'ultima occhiata attorno a sé, il ragazzino si allontanò verso casa, senza neppure far caso ai passi leggeri che stavano scivolando lungo il vicolo che si immetteva nella via più larga proprio alle sue spalle. I passi rimasero rintanati nel vicolo per un po', finché non furono sicuri che non ci fossero orecchie indesiderate ad ascoltarli, e poi strisciarono fuori dall'ombra. Volumnia si soffermò un attimo a osservare il proprio ritratto segnaletico, appeso fra tanti altri. Le somigliava in modo inquietante, tanto che pensò che come base avessero usato uno dei dagherrotipi che la ritraevano in posa con la sua ormai ex compagnia. Soltanto il naso era diverso, più affilato di quanto non lo fosse in realtà, cosa che la faceva assomigliare a un'immagine sbiadita di sua madre.

Con una scrollata di spalle, si disse che aveva già perso abbastanza tempo. Estrasse un plico di fogli stropicciati dalla bisaccia e li appese rapidamente al muro, coprendo i ritratti segnaletici con la propaganda dei ribelli, prima di sparire esattamente com'era giunta, facendosi guidare dalle ombre. Fu soltanto quando ebbe tappezzato qualche altra porzione di parete del quartiere che un'idea diversa le baluginò nella testa, per spegnersi scacciata dalla razionalità.Si disse che il suo compito era quello di portare avanti la rivoluzione, non certo quello di compiacere Lupus e riguadagnarsi la fiducia del resto del gruppo. Dando un taglio netto alla propria carriera negli squadroni alfa, Volumnia si era ripromessa di pensare solo al bene comune, tralasciando il proprio ego. Si costrinse a continuare ciò che stava facendo, senza deviare dal piano prestabilito, ma quell'idea molesta continuava a tormentarla e a blandirla con prospetti, se non di gloria, almeno di soddisfazione. Infine cedette. In fondo, se il nuovo piano che andava formandosi nella sua mente avesse funzionato non avrebbe portato benefici a lei sola.

A pochi secondi dal cielo - NaNoWriMo 2018Where stories live. Discover now