Chapter Twenty-Four

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'' Tutte queste valigie? Sul serio, dolcezza? ''

'' Sì, Rog. Se mi vuoi a casa tua, dovrai fare spazio. Ho molte altre cose da aggiungere. ''

Guardo il biondino spalancare gli occhi e la bocca, stupefatto, per poi afferrare le prime due valigie, dirigendosi verso l'auto, fuori casa mia.
Mia, ancora per poco.
Il giorno dopo esserci rivisti a casa di Brian, Roger mi aveva proposto di andare a vivere con lui, obbligandomi a preparare tutto in fretta per trasferirmi al più presto, sistemando ordinatamente ogni mio indumento nelle valigie, totalizzandone cinque, infine.
Sospiro profondamente, esausta, guardandomi attorno, notando la stanza quasi vuota, per poi dirigermi in bagno per prendere il beauty case, osservando il mio riflesso nello specchio, sorridendo appena.
Da quando io e Rog siamo tornati insieme, non ho avuto più quei disturbi, sentendomi addirittura più rilassata, ma solo una cosa non mi fa star tranquilla : il caffè. Mi disgusta ogni volta che ne percepisco l'odore, causandomi la nausea e, raramente, il vomito.
Avevo deciso, giorni prima, di non avvertire Roger, impaurita da una sua possibile reazione negativa, quindi, gli avevo raccontato di una stupida influenza e qualche allergia.

'' Dimmi che abbiamo finito, ti prego. ''

Sposto lo sguardo sul biondo, osservandolo nel riflesso dello specchio mentre si appoggia allo stipite, incrociando le braccia al petto. Ridacchio, riportando l'attenzione sul beauty case, riordinando all'interno i miei trucchi, lo spazzolino, il dentifricio e tutto il necessario per acconciare i miei capelli, tra cui, piastre, elastici e pinzette.
Mi mordicchio il labbro inferiore quando avverto due mani scivolare sui miei fianchi, sollevandomi il camicione, lasciando aderire le mie natiche al suo bacino.

'' Roger Taylor, mi sembravi stanco qualche minuto fa. Ti sei ripreso in fretta? ''

'' E' colpa tua. Mi stai distraendo. ''

'' Non ho fatto nulla. ''

Sgrano gli occhi, abbassando lo sguardo, reggendomi al lavandino quando gioca con l'elastico delle mutandine, fino a sfilarmele, scalciandole quando raggiungono in pavimento, torturandomi il labbro inferiore.

'' Esattamente. Non hai fatto nulla, dolcezza. ''

'' Che stai insinuando? ''

'' Non abbiamo fatto proprio nulla da quando ci siamo rivisti. ''

'' Oh, povero! Devo ricordarmi che la parola astinenza non fa parte del tuo vocabolario. ''

Subito dopo le mie parole, gemo di piacere, lasciandomi colpire la natica destra, percependo il suo respiro sul mio collo, inclinandolo lateralmente, ansimando a causa dei suoi baci.

'' Abbiamo da recuperare tante cose, dolcezza. ''

'' Sì, tipo il concetto dell'attesa. Mi sa che ti sei dimenticato cosa significhi aspettare. ''

Ennesimo schiaffo.
Mi sporgo leggermente in avanti con il busto, reggendomi al lavandino, ansimando, spingendo involontariamente il bacino verso il suo sesso coperto dai pantaloni per poi avvertire la sua mano destra scivolare in avanti, nel mio interno coscia, insinuando le dita fra le gambe, picchiettandole debolmente con le prime per farmele divaricare. Mi mordicchio con media forza il labbro inferiore, torturandolo, cercando di sfogare la mia eccitazione in quel modo.

'' Rog, noi dobbiamo andare via. ''

'' E lasciare la mia bambina così? ''

Dannazione.
Sposto la mano sinistra sulla sua, poggiata sul fianco, stringendola quando con le dita raggiunge la mia intimità, stuzzicando il clitoride con movimenti rapidi e circolari, provocandomi piacere, gemendo.

Sweet LadyWhere stories live. Discover now