Chapter Twenty-Two

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Due settimane dopo.

23:56

Mi distendo sul letto, a causa dell'ennesimo capogiro e delle fitte al ventre, socchiudendo gli occhi, provando a rilassarmi, sentendomi completamente tesa.
Spengo la luce del comodino, cercando il buio per poter dormire, ma mi ritrovo immersa nei pensieri, i soliti.
Cosa diavolo starà facendo?
Sta meglio senza me?
E suo figlio? Bimba o bimbo?
Da quella sera, mi ero rifiutata di contattare gli invitati a me amici, ignorando i messaggi di Holland dove mi chiedeva di incontrarla per parlare, ma ad ogni appuntamento mi ero decisa di non presentarmi, sentendomi, in parte, in colpa.
Vibrazione del cellulare.
Sarà un altro messaggio della rossa.
Lo afferro, notando con mia sorpresa un numero sconosciuto ed un successivo messaggio.

Ciao, Alena!
Dormi?

Ma chi cavolo è?
Un altro messaggio.
Stesso numero.

Dimenticavo! Sono Brian!

Come ha fatto ad avere il mio numero?
Penso alla rossa e ad un possibile tentativo di riavvicinamento.

Ciao, Brian! Ti ha detto Holland di scrivermi?

Digito sul telefono, inviandogli il messaggio, rannicchiandomi di lato, mugolando di dolore per via dei crampi, socchiudendo nuovamente gli occhi.
Un istante dopo, una vibrazione mi risveglia.
Un altro messaggio di Brian.

No, ad essere sincero. Ti scrivo perché sta male, perché deve dirti una cosa molto importante e se non vorrai ascoltare lei, dai a me l'opportunità di spiegarti.
Holland è distrutta. E mi fa male vederla così.

Rileggo il messaggio ripetutamente, avvertendo la mia vista annebbiarsi per via delle lacrime, ripensando alle due settimane in cui avevo ignorato tutto e tutti, aspettando solo ciò che realmente desideravo: rivedere Roger.
Non avevo ricevuto nessun messaggio, nessuna chiamata, ma d'altronde dovevo aspettarmelo da chi ha tante responsabilità al momento.
Decido di rispondere a Brian, inviandogli un breve messaggio.

Mi dispiace, non volevo farla star male. Non è mia intenzione, ma io non sto benissimo. Credo di aver preso l'influenza. Sono a letto, ora. Se ti va, domattina passa da casa mia con lei e parliamo.
Vi chiedo scusa, non è un bel periodo.
Buonanotte.

Stringo le coperte al mio corpo, sentendo freddo, per poi tornare a fissare lo schermo del cellulare, notando la risposta di Brian.

Domattina, alle 10, verremo da te.
Stai tranquilla.
Buonanotte, Alena.

Ripongo il cellulare sul comodino, chiudendo gli occhi, provando a rilassarmi, allontanando ogni pensiero, cercando di dormire, riuscendoci dopo poco, calando in un sonno profondo.

-

Che orribile risveglio!
Guardo la tazza del bagno, strappando della carta igienica, ripulendomi le labbra dopo aver rimesso tutto ciò che avevo mangiato il giorno prima. Mi sollevo lentamente, azionando lo scarico dell'acqua, portandomi davanti al lavandino, guardandomi allo specchio, constatando il mio pallore, decidendo, poi, di lavarmi di denti ed il viso, provando a '' darmi colore '' con un po' di trucco.
Giungo in camera mia lentamente, a causa dei capogiri, sedendomi ai piedi del letto, restando immobile con gli occhi socchiusi, recuperando le forze per cambiarmi e vestirmi.
Afferro il telefono poco distante dal mio corpo, osservando l'orario, che segna le 09:37.

'' Dannazione, devo muovermi. ''

Do voce ai miei pensieri, per poi sollevarmi in piedi, avvicinandomi all'armadio, aprendolo, afferrando un maglione nero, poco largo, con lo scollo a barca, abbinando degli skinny jeans e degli stivaletti in camoscio del medesimo colore. Mi posiziono davanti allo specchio, raccogliendo i miei capelli in una coda alta, seppur puliti, sentendomi libera dalle ciocche ribelli. Prendo un paio di orecchini a cerchio e una collana dal portagioielli, indossandoli, per poi decidere di sistemare la mia camera, cominciando a spalancare il balcone e la finestra, permettendo il passaggio dell'aria fresca, respirando a pieni polmoni, sentendomi quasi meglio. Distendo al meglio le coperte e il lenzuolo, riordinando il letto, posizionando i due cuscini su di esso, per poi posare una mano sulla fronte, controllando la temperatura, sospirando contenta all'assenza di febbre.
Dopo qualche minuto, sento il rombo di una macchina cessare, certa dell'arrivo di Brian e Holland, lasciando la mia stanza per dirigermi al piano inferiore, per accoglierli.
Mi avvicino alla porta, aprendola subito dopo aver suonato il campanello, trovando di fronte a me il riccio e la rossa, facendoli entrare, scambiando degli sguardi cupi e tristi con la seconda.

Sweet LadyWhere stories live. Discover now