Fare del bene, almeno a te

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"No, Lauro. Ma come cazzo ti viene in mente? Tralasciando che ognuno è libero di fare ciò che meglio crede sia giusto per se stesso, ma perché hai questi pensieri? Non li hai mai avuti in anni che ci comportiamo in questo modo.

E poi l'hai sempre fatto per lei, alle spalle di ogni pensiero e giudizio, per la tua Bella. Non dimenticarlo."

"Non dimentico 'ste cose. Non prendermi per stupido. Non ci si può dimenticare da un giorno all'altro! Continuerò a farlo sempre per Bonnie."

Edoardo sorride, mentre Lauro ha smesso di guardarlo e fissa il telefono, osservando una notifica di un messaggio che sperava di non ricevere mai, ma che, purtroppo, gli è appena arrivato:

"La mia piccola Cenerentola..."

"Un giorno tornerai a prenderla a Tufello, non manca molto."

Lauro scuote la testa, alzandosi e lanciando via il telefono, mettendosi una giacca pelosa e raccogliendo un paio di occhiali a cuore:

"Non tornerò a prenderla. Basta.
Vestirmi come lei avrebbe voluto, se avesse avuto soldi, penso basti."

Edoardo lo guarda stranito, alzandosi dalla sua posizione:

"Che significa che non tornerai a prenderla? Le hai fatto questa promessa! I soldi ci sono, la possibilità di tirarla fuori dai casini anche..."

Inizia ad alzare lui la voce, mentre Lauro, ad occhi bassi e coperti dalle lenti degli occhiali, afferra il giornale che aveva abbandonato in precedenza, girandoselo tra le mani, puntando ad uscire da quel camerino, ma le parole di Edoardo, di nuovo, lo fermano:

"Che cosa aspettiamo a mantenere la promessa? Non aspetta altro che noi. Altro che te, ne sono convinto. Ti attende da anni e non smette mai di aspettarti."

"Edoardo!"

Esclama Lauro, facendolo tacere di colpo e fermandolo, mentre si gira verso di lui, alzandosi gli occhiali e mostrando due occhi lucidi e sul punto di piangere:

"Lei è morta! La mettono sotto terra tra qualche giorno e io non potrò essere lì. Perché mentre lei viene chiusa in una bara e viene coperta da terra, io sarò ad un cazzo di concerto, quando avrei solo voluto essere lì.

Ecco perché non tornerò mai più da lei! Perché lei ha smesso di aspettarmi!"

Sbraita, lanciandogli il giornale, mentre Edoardo lo guarda scioccato:

"Morta... Come sarebbe?"

"Overdose Edo, è morta di overdose due mattine fa. Aveva smesso. Mi avevano detto che aveva smesso. Non era vero nulla, ci è ricascata e, stavolta, definitivamente. Non sono stato neanche in grado di portarla via. Potevo. Potevo andare a prenderla prima. Anni fa, quando stavo già sistemato, ma ho aspettato. Ho sbagliato e non me lo perdonerò mai."

E si libera in un pianto che cerca di trattenere e di evitare:

"Niente e nessuno me la riporterà indietro. È finito tutto. Tutto Edo. Non ha più senso fare nulla. Non ha senso fare questa musica, se non gliela potrò più dedicare."

Edoardo è silenzioso, non sa come consolare il suo migliore amico. È la prima volta in tanti anni che è bloccato, impedito a dargli conforto. Non è una cosa che si aspettava. Nè lui, né il biondo.

Non riesce neanche a immaginare quel dolore che prova lui.

Il suo primo vero amore volato lontano, via per sempre e lui incapace di evitarlo:

"L'orgoglio ci ha distrutti dal primo giorno. L'avrei dovuto comprendere fin da subito. Non dovevo innamorarmi di lei e perderci la testa e lei non doveva fare lo stesso con me. Non doveva succedere nulla.
Quella sera l'avrei dovuta lasciar perdere, falle prendere la sua erba per conto suo e guardarla allontanarsi dalla finestra del terzo piano. Se non l'avessi fatto, lei ora sarebbe viva e neanche la conoscerei, non avrebbe sofferto per me, le ho causato tanto inutile dolore che ora avrò sempre nel cuore.

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now