Capitolo quindici

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21 dicembre

Spintono Alex mentre mi faccio spazio nella sua stanza e mi sale sul volto un'espressione inorridita. È tutto un groviglio di vestiti sporchi e carte di caramelle.
Mi giro verso di lui, puntandogli un dito sul petto: "Ora tu mi aiuterai a sistemare qui, riordinare la casa e preparare lo spazio per Noah. Dopo ti vai a fare una doccia per farti bello e accogliere il nostro nuovo coinquillino"ordino.
"Sai Ethan, si dice che in amore vince chi fugge, non potevi lasciarlo in quello stanzino?" sbuffa lui tuffandosi sul letto.
Ma allora è stupido.
"Ripetilo e ti uccido" intimo e lui si tappa la bocca. Ridacchio.
Prendo a riordinare con il cuore in mano e il sorriso sul volto.

22 dicembre

Noah è arrivato ieri sera.
Ha suonato il campanello e sono andato ad aprire saltellando. Quando l'ho visto sulla soglia stavo quasi tremando. Era vestito tutto di nero con un cappotto chiuso sul petto.
Il ciuffo di capelli grigi gli ricadeva sugli occhi e distrattamente glie l'ho messo apposto. Me ne sono reso conto subito dopo e sono arrosito violentemente.
Lui in risposta si è limitato a sorridere poi mi ha dato un leggero pizzicotto sulla guancia porpora.

È entrato con alle spalle il suo zaino nero di fuga e ha salutato Alex, spuntato a sua volta da non si sa dove.
"Vieni ti accompagno dove dormirai" gli ho detto dopo i saluti iniziali, facendogli un cenno con la testa. L'ho accompagnato per il breve corridoio fino alla mia stanza.
"A-allora p-puoi stare qui" ho detto,indicando il secondo letto preparato apposta per lui.
"O sul divano, s-se preferisci"
Lui ha annuito soltanto, prendendo il cellulare e sedendosi sul letto.

"Ethan" mi ha chiamato Alex dal corridoio e mi sono affrettato a raggiungerlo.
L'ho trovato mentre si mordeva il labbro per non mettersi a gridare come una checca e mi indicava con forza prima l'entrata poi la mia camera.
"Ti ha fatto così!" ha bisbigliato replicando il gesto di Noah sulla mia guancia.
"Si, e allora?" ho risposto confuso mentre lui saltellava felice.
Dopo, senza darmi spiegazioni,facendo piroette abbastanza sconvolgenti, è rientrato in camera sua.

Poi c'è stata la notte.
Ero nel letto e spiavo le spalle di Noah,che era andato a dormire prima di tutti. Mentre lo guardavo, non perdendomi mai il movimento delle sue spalle che si alzavano ed abbassavano, in concordanza col suo respiro, abbracciavo il mio cuscino.
Sapevo di poter sembrare un bambino ma, chiudendo gli occhi, mi sembrava quasi di avercelo accanto.
Mi sono addormentato sognando circostanze che non ricordo bene con un certo ragazzo dai capelli grigi.

La mattina dopo mi sono sveglio con un mugolio aprendo gli occhi lentamente.
Sono ancora stretto al cuscino e,di fronte a me ,seduto a gambe incrociate, Noah mi sta fissando. Balzo su.
"Buongiorno" dico
"'Giorno" replica
"Quando ti sei svegliato?"
"Poco fa"
"Vieni la colazione è pronta" aggiunge poi alzandosi.
Per andare in cucina passo dalla sala da pranzo decorata, e questo mi ricorda che tra poco sarà Natale.

Durante pomeriggio inizio a pensare che forse dovrei fare un regalo a Noah.
Insomma, è pur sempre Natale.
Si, dovrei farlo.
Chiamo Alex a gran voce e lui viene correndo, scortato da Noah.
Hanno fatto amicizia in questi due giorni, per quanto sia possibile con la freddezza del grigio. Tuttavia avevo detto ad Alex di guardare oltre le apparenze, di osservare bene Noah quando sorride. È uno tra gli unici momenti in cui traspare sincerità e simpatia, quella che magari ha sempre nascosto per "la dignità dei potenti".

Capisco perché è scappato, ma ora può stare tranquillo. Deve esserlo.

"Voglio scendere a fare shopping" dico.
"Ok, vengo" sorride Alex.
"Io preparo il pranzo" fa spalucce l'altro confermando che non viene, per fortuna.
Spero che sia migliorato in cucina.

Io e il mio migliore amico ci prepariamo e poi scendiamo.
"Scometto che vuoi comprare il regalo per Noah" dice Alex appena scesi e annuisco, mi conosce troppo bene.
"Io per te l'ho già preso"
"Anche io a te"

L'unico problema però, è che io non so cosa piace a Noah.
Entriamo in un negozio di oggetti elettronici e giocattoli.
Su uno scaffale c'è una marea di orsacchiotti di peluche.
Con gli occhi a cuoricino ne prendo uno.

"Guarda che carino che è!"
"Lascialo checca, non siamo qui per te" dice Alex ridendo.
Lascio l'orsachiotto e lo seguo con uno sbuffo.

Giriamo un po' e alla fine decido di prendere nell'incertezza delle cuffie con cui ascoltare la musica.
Penso che gli piaceranno, lo spero.
Torniamo a casa.

Noah sta proprio ascoltando la musica sul divano e appena ci vede si scusa per aver scordato il pranzo e per il fatto che ascolta la musica ad alto volume ma "non ha delle cuffie".
Gli ho fatto il regalo perfetto.

23 dicembre

Sotto l'albero ci sono solo due pacchi, uno per me da Alex, e uno per Alex da parte mia. Il regalo per Noah lo darò al momento.
Stamattina sono solo, Alex è dai suoi parenti. Gli sono rimasti solo i nonni e gli zii, con cui è cresciuto, e ogni anno passa la vigilia con loro e Natale con me.

Io li ho conosciuti, i nonni sono simpaticissimi e tengono molto al loro nipote. È tradizione che il 23 vengano a farci visita, ma non è stato possibile quest'anno per la breve febbre che si è beccato il nonno,quindi Alex ha preferito andare lui, e io ho preferito restare con Noah.
Lui,dal suo canto, è sceso perchè voleva fare due passi.
Immagino che torneranno entrambi verso ora di pranzo.

23 dicembre: Noah's pov

Il freddo pungente mi entra nelle ossa nonostante indossi almeno tre maglie e il cappotto. Eppure, non mi lamento: dovevo uscire per riprendere un po' d'aria, per cercare di capirci qualcosa in me. Stare intorno al moretto sta diventando strano.
Mi ritrovo spesso a fissarlo senza un vero senso logico, come ieri mattina che lo stavo guardando dormire. Pensavo che era davvero adorabile e... bello, immagino.

Per non parlare di quando sono arrivato, ancora mi chiedo perché il tocco leggero delle sue dita mi abbia dato tanti brividi.

Sono stanco di scappare da tutto, e non lo farò certo oggi solo perchè sto provando emozioni nuove. Istinti, piuttosto.

Passo davanti ad un negozio di giocattoli e oggetti elettrici. In vetrina vedo questo orsachiotto marrone dagli occhi neri e dolci. Mi ricorda Ethan. Entro e lo compro senza nemmeno sapere il perchè. So solo che è piccolo e dolce, come lui.



Angolo me:
Preparatevi al prossimo capitolo, é molto moolto moooooolto speciale.
Invece scusatemi per questo, che fà davvero cagare u.u
Baci

Rain of feelings  -Tematica GayWhere stories live. Discover now