tra tutti i miei guai

568 33 2
                                    

──

Stasera sono solo in brutta compagnia
Con questo brutto mostro di malinconia
Maledetto mostro che non se ne va via


Lo sceriffo Stilinski fu il primo (e l'unico, giunti a quel punto) ad accorgersene. Okay, il merito andava al suo ruolo e lavoro, ma pensava che qualcun'altro lo sapesse o almeno che lo scoprisse, infondo si trattava di un nemico diventato (cosa esattamente?) un alleato, il branco avrebbe dovuto saperlo. E invece niente, assolutamente niente. E nessuno. Non riusciva a credere a cosa stava per fare, ma non poteva permettere che quella storia andasse avanti ancora a lungo.

«Sceriffo, voleva parlarmi?» il ragazzo fece capolino dalla porta, un po' di confusione in volto. Il maggiore sospirò e gli fece segno di avvicinarsi.

«Sì, proprio così.» si guardarono negli occhi prima di continuare. «Liam, tu lo sai dove sta vivendo Theo?»

Il più piccolo lo fissò, interdetto da quella domanda. «Cosa? Perc─»

«All'inizio non ho detto nulla perché pensavo fosse una cosa temporanea. Lo ammetto, forse un po' perché non mi fidavo, ma ero comunque convinto che presto ve ne sareste resi conto anche voi.» fece il giro della scrivania e gli si posizionò proprio di fronte. «Dalla storia dei Ghost Riders, i miei agenti mi parlano di questo ragazzo che dorme in un'auto e loro devono svegliarlo e mandarlo via. Ogni notte. Ogni volta in un posto diverso qui a Beacon Hills. Ho chiesto loro di tenermi informato su questa cosa, poi me l'hanno descritto.» prese un respiro profondo, mentre lui continuava a guardarlo leggermente spaesato e gli mise una mano sulla spalla. «Liam, Theo sta vivendo nel suo pick-up da mesi. Da quando l'hai riportato indietro.»

Il biondo non se lo aspettava. «Aspetti, cosa? Come?»

«Esatto e non può continuare così, è pericoloso.»

Liam stava cercando di riprendersi dallo shock di quella notizia "Perché non ne sapevo niente? Perché non mi ha detto nulla? Perché non ho pensato neanche minimamente a come e dove stesse vivendo? Sei uno stupido, Liam Dunbar", quando lo sceriffo se ne uscì con quella frase.

«Non lo è, insomma, non è più una minaccia, ha sbagliato ma ─»

«No, figliolo, intendevo per lui. È pericoloso per lui. Soprattutto adesso, con i cacciatori.»

La sua mente stava correndo, cercando di star dietro a tutti i pensieri che si erano scatenati dopo le parole del padre di Stiles. «Devo fare qualcosa.»



ho camminato sulle mie bugie e sono inciampato
e se c'era una strada io l'ho fatta contromano
e scusa tanto se poi ho corso
e addosso alla tua vita ci ho sbattuto con il naso
se c'è una cosa che mi fa volare o stare bene
io me ne accorgo sempre solo quando se ne va
ora se piango io mi vergogno
e quando rido dura un secondo


Theo era fermamente convinto che lo sceriffo di Beacon Hills sapesse. Poco ma sicuro. Ed era tentato di andare da lui per chiedergli di dire ai suoi agenti di lasciarlo in pace ─ aveva già qualcun'altro che lo veniva a trovare durante la notte e sinceramente gli bastava, non aveva bisogno di altro ─, ma non poteva, così come non poteva chiedere aiuto. "Non mi devono aiutare, è già tanto che non mi abbiano rispedito in quel posto" rabbrividì al pensiero, sospirò e chiuse gli occhi, pronto alla solita visita famigliare ─ letteralmente ─ notturna, prima che qualcuno bussasse al finestrino. "Cazzo. Ancora" non era nemmeno necessario ripetersi di mantenere la calma, ormai non si arrabbiava più, era solo esausto, voleva soltanto che finisse tutto ciò.

tra tutti i miei guai { thiam }Where stories live. Discover now