𝐈𝐕 ー 𝐄𝐕𝐄𝐍 𝐅𝐎𝐑 𝐀 𝐌𝐎𝐌𝐄𝐍𝐓

86 15 3
                                    

" e mi dispiace, perché hai un cuore che vuole semplicemente amare

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

" e mi dispiace, perché hai un cuore che vuole semplicemente amare. "
__—__
𝟸𝟶𝟸𝟾
-

Tra l'odore di cibo grigliato e bottiglie stappate con gioia, festeggiavo la fine del percorso di specialistica e la mia probabile assunzione a tempo indeterminato presso l'ospedale del primario Kang. Lo stesso che portate a termine le dovute pratiche, fu il primo a raccomandarmi al dirigente che a quei tempi era alla cerca di personale. Ringraziai mentalmente me stesso per l'aver dato la preferenza presso il reparto di chirurgia al tempo; quell'uomo sapeva il fatto suo e l'aver assecondato ogni sua richiesta era stata la ciliegina sulla torta della vita che mi stavo costruendo. Non mancava molto tempo ai miei trent'anni e per quel che ne sapevo potevo dirmi soddisfatto di come stessi procedendo. Stavo per realizzarmi dal punto di vista lavorativo e con me c'eri tu che quella sera bevevi felicemente dello soju per festeggiarmi. L'atmosfera in quella tavola calda era piacevole. C'erano alcuni dei nostri amici, tra i quali i miei ex-colleghi di facoltà e i tuoi aiutanti dello studio di pittura in cui tenevi corsi per principianti e non.

— brindo all'uomo che tutti mi invidiano e sempre invidieranno! — esclamasti dal posto davanti al mio, alzando un bicchierino trasparente che al seguito ti portasti alle labbra per berne il contenuto, sotto le risa dei presenti. Era passato un po' dall'ultima volta ch'eravamo usciti insieme e per quanto quel giorno, tornato a casa, volessi semplicemente stendermi sul nostro divano in soggiorno, non ci misi poi molto al farmi convincere dalle tue parole anche fin troppo persuasive. Mi meritavo di staccare la spina cinque minuti, dicesti, e così fu.

Quando la serata giunse al termine, tutti andarono via e seppur barcollando un po', anche noi riuscimmo a tornare a casa grazie ad un taxi, il quale guidatore dovette sorbirsi i nostri canti e discorsi da persone non tanto lucide per una buona manciata di minuti. Arrivati al nostro palazzo, prendemmo l'ascensore per raggiungere il nostro piano e non appena le porte automatiche si chiusero, sospirai, sbottonando di qualche bottone la camicia bianca che avevo indosso sotto ad un cappotto nero che tu mi consigliasti d'indossare. Avevo caldo, maledettamente caldo. Di solito, quando mi capitava di bere mi fermavo prima di raggiungere un certo limite, ma siccome ogni qual volta che il mio bicchiere si svuotava, veniva subito dopo riempito, i miei buoni propositi andarono lentamente a farsi benedire. Il mio cuore batteva più velocemente del solito e non saprei dire se la colpa fosse per la tua vicinanza, essendo che eri poggiato col capo ad una mia spalla o per la quantità d'alcool ingerito quella sera.

Eri stranamente silenzioso, notai. Di norma, avresti continuato a parlare con me di un qualsiasi argomento e presupponendo la presenza di una sbornia, quel tuo silenzio mi rendeva abbastanza curioso su ciò che ti stesse passando per la testa in quel momento. Una volta usciti dalla cabina legasti le nostre mani insieme, tramite la presa delle nostre dita, in una stretta salda. Mi voltai a guardarti, le tue gote erano tinte di un tenue rosso, mentre la tua bocca rosea veniva martoriata dai tuoi denti che ne stringevano fra loro il labbro inferiore, lasciandolo lucido e gonfio al loro rude passaggio. Sbattetti le palpebre un paio di volte, mandando giù della saliva che intanto mi si era creata in gola, quando mi resi conto d'essermi fermato a guardarti per tutto il tratto che ci vide raggiungere la porta del nostro appartamento. Aperta quest'ultima, la mano che prima era stretta alla mia mi fermò dall'accendere le luci di casa, richiamando così la mia attenzione al suo possessore.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐁𝐄𝐓𝐖𝐄𝐄𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐄𝐑𝐒Where stories live. Discover now