Fare finta che non ci interessi

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Lauro lo guarda, cercando di asciugarsi le lacrime che, prepotentemente, vorrebbero uscire dai suoi occhi, lasciando che l'altro riprenda a parlare:

"È praticamente impossibile uccidere una creatura così con dei pugni e dei calci, c'era qualche problema sotto, tu non ne hai la completa colpa, hai aggravato qualcosa che già c'era."

"Come fai ad esserne convinto? Come fai ad affidarti alla scienza? Potrebbe sbagliarsi ed io potrei esserne la reale e unica causa.
Vedi? Mi stai facendo pensare a questa cosa, rovinandomi la pace che avevo creato.
Vattene per favore."

"Mettiti in testa che tu non l'hai ucciso quel bambino."

Insiste Daniele, sentendo Lauro sospirare per l'ennesima volta e muovendo lo sguardo tra vari oggetti, facendo comprendere all'uomo che presto gliene tirerà uno per farlo allontanare:

"Non ne ho la conferma, te che ne vuoi sapere?"

"Ti servirebbe la conferma di Samantha?"

"Lasciami stare!"

Grida Lauro, afferrando una graffettatrice e lanciandola con violenza verso Daniele, che chiude in tempo la porta alle sue spalle, facendo sbattere con violenza l'oggetto.
Lauro appoggia il viso sul legno, coprendosi il viso e urlando per liberare tutto quel nervoso.

Stava così bene fino a poco prima, perché Daniele ha rovinato tutta quella pace e quell'equilibrio mentale che si è costruito piano piano?

Daniele da fuori è appoggiato al muro, ragionando sulla discussione appena avuta e abbassa lo sguardo su Lisa, mentre gli trapassa un'idea. La richiama con un fischio, facendola voltare nella sua direzione e facendole cenno di avvicinarsi. Se Lauro non vuole scoprire la verità, sarà lui a farlo.




"Lauro?"

Lauro si sposta la bandana nera che ha sugli occhi, squadrando Sandro che lo guarda dalla porta:

"Che vuoi?"

"Sai che sono cinque giorni che non esci e a malapena mangi?"

"E sarà così per i prossimi cinque, dieci e quindici. Lasciami in pace"

Risponde, freddamente, facendosi ricadere la bandana sugli occhi e tornando a immergersi nei suoi pensieri:

"C'è una ragazza che vuole vederti"

"Dì a Julia di lasciarmi in pace, che non voglio vederla minimamente, che le scriverò quando mi sentirò meglio, cioè non oggi."

"Non è Julia..."

Sussurra Sandro per poi abbandonare la stanza, andando a chiamare qualcuno. Lauro alza la bandana, curioso e leggermente spaventato:

"E chi cazzo è allo..."

Si blocca completamente, quando vede Samantha appoggiarsi allo stipite. I due si fissano per un lungo periodo, senza dire nulla. Poi Lauro si gira su un fianco, dandole le spalle e immergendo il viso nel cuscino:

"Vai via..."

La porta si chiude e pensa di averla convinta, ma i passi e il materasso che si abbassa gli fanno comprendere il contrario. Samantha si sdraia dietro di lui, cercando di circondagli un fianco magro con un braccio, ma lui l'allontana:

"Vattene ti ho detto"

"No... Lauro"

"Cazzo Samantha!"

Si gira di colpo, sbarrando gli occhi e alzando la voce, facendola spaventare:

"Ti ho ucciso il bambino, ho ucciso un bambino in un attimo di pura pazzia. Tuo figlio, quello che tu avresti dovuto avere tra qualche mese, che avresti curato e amato, io l'ho ucciso!
Come puoi tornare da me e volermi ancora?"

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now