Come il film di Parker

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Lauro sbuffa, gettando la testa sul materasso, rabbrividendo quando sente le lacrime sui suoi fianchi magri e nudi:

"Oh, basta piangere, che cazzo sei? 'Na pischelletta?" La deride, con frasi in romano, per farla un minimo sorridere, fallendo, così le prende il viso, facendo forza sulla schiena (sentendo dolore) e mettendo il viso all'altezza del suo:

"Oh. Basta. Hai sempre lavorato bene, ok? Per quanto grave..." Ragiona un attimo: "Io...posso passarci sopra, a patto che non si ripeta più, mai più, capito?"

La fulmina con lo sguardo e Samantha si morde le labbra, annuendo e tentando di non piangere più. Lauro le asciuga qualche lacrima, guardandola negli occhi:

"Sei più calma, ora?" Domanda, appoggiando la sua fronte a quella della ragazza, più come sostegno che come gesto dolce, incapace di trovare una posizione comoda migliore:

"Sì..." 

Lauro sospira leggermente, sentendo dolori alla schiena e obbligandosi ad appoggiarsi con un gomito al materasso, tirando con sé Samantha, senza lasciarle il viso.

Il suo pollice le accarezza il viso e le righe lasciate dalle lacrime ancora un po' umide, passando poi sulle labbra, delineandole con il dito.

La guarda negli occhi, per poi abbassare lo sguardo sulle labbra della ragazza. La avvicina ulteriormente a sé. La stringe con la mano. Le bagna le labbra, passandoci sopra la lingua.

E le loro labbra si incontrano in un bacio leggero, ma, forse, privo di sentimenti, ed entrambi lo pensano, specialmente Lauro, nel quale corpo gira più droga, ma la sa gestire meglio.

Non appena si staccano, Samantha lo guarda, sta per aprire bocca, ma Lauro l'anticipa:

"Vai via" Sussurra: "Esci da qua"

Lei lo guarda, incapace di muoversi e ancora un po' scossa da quel bacio:

"Ti ho detto di andartene, vattene via da questa cazzo di stanza!" Urla lui, facendola sobbalzare e facendola allontanare dal letto, chiudendo la porta alle sue spalle una volta uscita ed appoggiandocisi contro, con una mano sul cuore a ripensare a ciò che è appena avvenuto.

Lauro è nella stessa situazione, con le mani sugli occhi. Si lascia andare in un urlo liberatorio, per poi mettersi su un fianco e coprirsi il viso con un cuscino, non realizzando di aver baciato una ragazza come Samantha, non per divertimento, ma forse per dispiacere, per debolezza, non ne ha idea, sa solo che è stato un bacio diverso dagli altri.

E che una scena del genere non deve ripetersi per alcun motivo al mondo.

Con questo pensiero in testa si obbliga a prendere sonno e ad addormentarsi, per non ripensarci un'altra volta.
Domani tutto sarà passato per entrambi e non torneranno mai più sull'argomento.

-

"Lauro!"

Il biondo non alza lo sguardo quando Simon lo chiama, lo supera, andandosi a chiudere nella stanza del palazzone dedicata al suo "ufficio personale", sbattendo la porta, facendo capire che non vuole essere disturbato:

"Lauro..."

Suo fratello apre piano la porta, guardandolo e trovando il ragazzo con la testa appoggiata tra le mani e lo sguardo rivolto verso il basso:

"Laurè, ma che c'hai?"

Domanda, non ottenendo risposta. Si avvicina poco a lui, aspettando reazioni, che ottiene solo quando, violentemente, tenta di spostargli un braccio:

"Lasciami stare! Non starmi addosso!"

Urla il biondo, battendo un pugno sul tavolo e guardando negli occhi il fratello, con uno sguardo di fuoco:

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora