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Il tempo libero che aveva a disposizione, Xenya lo impiegò a esplorare quella che sarebbe stata la sua casa per lungo tempo.

La struttura in legno e materiale isolante era stranamente accogliente, seppure le dimensioni fossero alquanto ridotte per ragioni di spazio e convivenza tra le varie persone a Fronds.

Nonostante la soldatessa non avesse avuto modo di visionare a fondo l'abitazione di Zenith, era certa che la propria fosse uguale a quella dell'elfa. Subito a destra dell'entrata era presente il divano a tre posti sul quale aveva avuto l'ennesimo orrendo incubo, e a sinistra una lampada con paralume piuttosto grande e polverosa.

Davanti a Xenya, la quale si era appena chiusa alle spalle la porta d'ingresso, appariva una parete sempre in legno con due porte - una a ogni estremità - che tagliava proprio a metà la pianta quadrata dall'abitazione.

La fata si avvicinò a quella più vicina e, aprendola, rivelò la piccola camera da letto fac-simile di quella di Zenith: un letto singolo a ridosso del tramezzo di sinistra e un'ingombrante cassettiera sulla destra che occupava quel poco spazio vivibile. Xenya si avvicinò la piccola finestra che stava sopra alla testiera del letto e scoprì che si trattava di un semplice foro quadrato coperto con una porticina metallica. La spalancò e inspirò a pieni polmoni l'aria esterna.

Si avvicinò poi al comò e prese tra le mani un contenitore ceramico appena sbeccato che prima non aveva notato. Un vaso da notte. Ridacchiò all'idea di averne visti ben due nell'arco di dieci giorni, dopo così tanto tempo speso a Palazzo della Pace circondata da lussuosi sanitari. Clock, in fondo, non l'avrebbe mai lasciata. Aprì poi i tre cassetti e, senza alcuna sorpresa, dopo gli scricchiolii trovò solo vuoto e il tipico aroma di chiuso che aveva sempre infestato il dormitorio femminile al Cinquantatré. Uscì di nuovo in quello che era di fatto l'ambiente più arioso della casa e oltrepassò veloce la porta sulla destra della parete non portante che rivelò, nell'ultimo quarto del quadrato da esplorare, una stanza che non dava l'impressione di avere alcun utilizzo pratico.

Un tavolo rotondo era presente sull'angolo di destra, accerchiato da due sedie che però erano rivolte verso il centro dell'ambiente. Alla sinistra immediata della porta c'era uno strano armadio che arrivava fino al soffitto, pieno di portine e con un paio di cassetti. Anche questa volta la fata non poté resistere all'irrefrenabile curiosità di aprire il mobile ma, al contrario di quanto accaduto in precedenza, trovò all'interno dello scomparto più basso delle lunghe cesoie e un innaffiatoio: quanto necessario per la cura del giardino che Xenya, almeno nell'immediato, non aveva intenzione di addobbare in alcun modo.

Si domandò però il motivo di quella stanzetta: se i pasti venivano consumati nella mensa comune, che motivo avevano gli elfi di avere un surrogato di una sala da cena? Scrollò le spalle, pensando che non aveva ancora i requisiti necessari per poter indagare su certe cose, dopotutto avevano la strana abitudine di consumare tre pasti al giorno, magari quella stanza sarebbe servita a quello.

La soldatessa espirò prima di tornare nel soggiorno e sedersi sul divano la cui parte destra era un po' sfondata. Zehekelion aveva detto sarebbe passato a prenderla per andare a cercare gli abiti adatti per quella che pareva una cerimonia davvero importante. Che fosse davvero da fidarsi?

Sospirò.

In fondo il ragazzo non l'aveva delusa in alcun modo - l'aveva solo fatta irritare molto. Era giunta nel Deserto Centrale per allontanare da sé tutti gli orrori del Progetto X e, invece, alcuni schemi si stavano ripetendo. Un esempio lapalissiano risiedeva nel suo avere incubi subito consolati da qualcuno.

E Xenya non aveva alcuna intenzione di far soffrire - o peggio, uccidere - altre persone. Poco importava che avrebbe dovuto portare da sé il fardello della morte di Francis: nessun altro avrebbe fatto la sua stessa fine. Lui era morto perché lei adempisse ai suoi doveri, non certo perché facesse uccidere Yekson, Zenith o chiunque altro.

Y - La RinascitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora