Ridicolo!

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«Queen Bee!!!» l'urlo di Ladybug le arrivò chiaro nonostante il colpo appena ricevuto.

Si rialzò a fatica dopo la botta subita e subito Chat Noir le fu vicina per aiutarla e controllare che stesse bene.

«Paura di qualche sassolino?» chiese Chat rassicurato dalle sue condizioni.

«Non é divertente sacco di pulci» ringhió «Ho rischiato di rompermi un'unghia».

Ladybug si riparò con loro per decidere un altro piano d'azione.

«Hai già usato il tuo potere?» le chiese la coccinella.

«Sì, ma si è infranto contro una roccia» sospirò frustrata «Ero a tanto così dal colpirlo, ma mi ha colto alla sprovvista, se qualcuno lo avesse distratto meglio...» insinuò guardando il Portatore del gatto nero.

«Non sono ancora in grado di sdoppiarmi e poi il giallo della tua tutina attira parecchio l'attenzione».

«Meglio così che vestire come un triste sadomasochista» lo guardò piuttosto schifata «La pelle è fuori moda dagli anni ottanta».

«Smettetela» li richiamò all'ordine Ladybug «Chat tu vieni con me, Queen Bee cerca di aiutare i Parigini finché la tua trasformazione non finisce, se per allora non avremo già sconfitto Géologue allora torna ad aiutarci».

Chloé annuì convinta e lanciando la sua trottola si allontanò cercando qualcuno da aiutare.

Non avevano ancora capito quale fosse stato il motivo per cui l'akuma aveva colpito l'uomo che stava trasformando Parigi in una distesa di montagne, ma era tutto iniziato dal Louvre e probabilmente aveva a che fare con la mostra temporanea sulle rocce di un Paese che non ricordava bene. Aveva visto alcuni manifesti in giro per la città, ma non era niente che potesse interessarle: i sassi erano noiosi e antiquati.

«Aiuto!» appena la richiesta arrivò alle sue orecchie deviò immediatamente nella direzione da cui proveniva.

Si ritrovò davanti ad una montagna galleggiante sulla Senna e cercò subito di capire che cosa fosse successo.

«Mia madre e mia sorella sono ancora sulla nave, ma non riesco a raggiungerle».

«Sei il fratello di Juleka?» domandò squadrandolo per bene.

Il ragazzo che aveva di fronte doveva avere meno di vent'anni, le ci vollero due occhiate per capire se considerarlo bello o meno, sotto agli stracci che indossava anche Adrien non avrebbe potuto brillare. Quella felpa blu era fuori moda da almeno cinque anni.

«Erano sul ponte quando ci hanno colpito, da solo non riesco a rompere la roccia e la nave si sta lentamente inabissando per il peso».

«Lascia fare a me» esclamò Chloè spostando all'indietro i capelli con un movimento deciso della mano.

Saltò da un pezzo di montagna all'altro cercando il punto indicato dal giovane mentre lui la seguiva scalando abbastanza velocemente.

«Può essere pericoloso, aspetta a terra» lo informò trovando una crepa nella quale intravide la sua compagna di classe.

«Sono la mia famiglia» replicò l'altro con calma «Non le abbandono».

«Fa un po' come vuoi, ma non dire che non ti avevo avvertito» rispose annoiata «Voi, là dentro! Spostatevi!».

Queen Bee cercò una posizione stabile in cui poter colpire con la propria trottola la roccia in modo da creare un varco per farle uscire. Dopo qualche colpo capì che non sarebbe stato facile. I sassi erano resistenti e il fatto che fosse stata una nave ad esserne sommersa non aiutava. Infatti come se fosse stata un'isola galleggiante, ad ogni suo tentativo tutto ondeggiava fastidiosamente.

Ridicolo! Miraculous - Le storie di Queen BeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora