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Quella stessa sera Hoseok rimase sveglio ad incoraggiare Hyungwon, che aveva paura per il giorno a seguire.
"Andrà tutto bene Wonnie." Gli ripeteva, ma, anche se il tono del grigio era tranquillo e dolce, Hyungwon aveva la strana sensazione che nemmeno il ssang ne fosse completamente convinto, o semplicemente non si poteva sapere che cosa il destino era pronto a riservare loro.
L'albino si accoccolò di fianco al fidanzato, che gli accarezzava dolcemente la schiena, e gli occhi si fecero pesanti ma lui era sicuro di non essersi addormentato, stava solo fissando il vuoto. Il mattino?! Come il mattino?! 2 secondi fa erano le undici di sera! Pensò il minore, alzando di scatto la testa e guardandosi intorno, video Hoseok sdraiato al lato opposto del divano in pelle nero, il volto era rilassato, gli occhi vagavano sotto palpebre dolcemente calate, la bocca era semi chiusa e lasciava intravedere gli incisivi bianchi e lucenti: era angelico, etereo, fiabesco.
Portò la mano in avanti, per accarezzargli la guancia, quando dei rumori sinistri lo interruppero.
Si alzò piano, cautamente, dal divano e si avviò verso le scale, come un silenzioso soffio di vento si appostò nel sottoscala, accucciato e in ascolto.
Rumori di passi, voci sussurranti e armi da fuoco che venivano caricate; Hyungwon venne prese dal panico, il respiro si fece veloce e irregolare, le gambe e la mandibola iniziarono a tremare freneticamente mentre provava ad escogitare un piano: una specie di piano B del piano B del piano C del piano B del piano A.
"Hoseok!" sussurrò, ma dalla sua posizione non poteva sperare che lo sentisse dato che stava dormendo profondamente.
"Hoseok, ti prego!" Udì i passi che correvano giù dalle scale e, stringendo gli occhi, si appiattì alla parete e smise di respirare.

Si ritrovò col naso sanguinante sul terreno umido di un giardino, ma non era il loro giardino: il loro frammento di prato non aveva quell'odore di marcio, morte, odio.
Sollevò la testa, scoprì solo in quel momento che aveva delle catene che gli tenevano stretti i polsi, sentiva i rivoli di sangue che colavano sulla pelle pallida e fina; vide due individui che lo studiavano dall'alto con un ghigno cagnesco, animalesco.
"Chi siete?!" Ringhiò l'albino, gli occhi ridotti a fessure nere a causa della rabbia.
"Risparmia il fiato, principessa." Ridacchiò uno dei due ragazzi troneggianti sopra di lui; quello che aveva parlato aveva le maniche della camicia a quadri rossi e neri che scoprivano gli avambracci incrociati al petto. Hyungwon poté notare il tatuaggio di nascita del tipo: "lux tenebra est", fece mente locale ad una delle ultime foto che Hoseok gli aveva mostrato e da lì comprese: gli Stray Kids.

"Lasciatemi andare!" Gridò con tutto il fiato che i suoi polmoni disponevano, mentre i due uomini lo trascinavano dentro una casa diroccata e puzzolente.
"STA' ZITTO!" Gridò quello che non aveva mai parlato fino a quel momento, stringendo ancora di più la presa sul braccio di Hyungwon "TI STRAPPO LA LINGUA SE NON LA SMETTI DI PARLARE!"
"Stai calmo Jinnie." Disse l'altro, con un tono gentile e pacato, quasi amorevole.
Gettarono il ragazzo alto sul pavimento e quest'ultimo sentì una presenza incombergli dall'alto.
"Bene, bene..." disse quello, con un tono di voce indecifrabile "WonWon, l'ultimo tassello dei Monsta X: il secondo leader." Le dita affusolate e lunghe si posizionarono sotto il mento del prigioniero e lo sollevò: i loro occhi si incrociarono e il ssang potè notare il tatuaggio inquietante che aveva disegnato sulla fronte: Bang Chan, il leader.
"Sai..." sussurrò il biondo "ti abbiamo riservato uno spettacolo." E detto ciò, un grugnito precedette l'arrivo di una persona, o meglio, il trascinamento di una persona. Hoseok.
Hyungwon fissò il suo ragazzo, mentre veniva sbattuto contro il muro con una forza quasi disumana, lo fissò anche mentre crollava a terra con la faccia imbrattata di sangue. Le lacrime stavano per colare dagli zigomi, quando venne richiamato dalla voce del leader degli Stray Kids.
"No, non è quello lo spettacolo WonWon" Rise, mentre ordinò ai suoi scagnozzi di andarsene con uno schiocco di dita "lui è solo un altro spettatore."

Un gemito.
Un lamento.
Una voce angelica che si lamentava disperatamente.
Quella voce angelica.
Kihyun.
Era vivo!
Il suo migliore amico era vivo!
Sorrise, per la prima volta dopo intere settimane, sorrise.
Le lacrime erano a causa della gioia.

Il rumore di una motosega.
Una persona che striscia verso di lui.
Un pazzo che ride.
Ride per la morte.
Carne umana tritata.
Sangue.
Sangue umano.
Sangue di Kihyun.
Le lacrime continuarono a scendere lungo il viso principesco e perfetto di Hyungwon.

Ma questa volta non erano lacrime di gioia.

Girò lentamente lo sguardo verso Hoseok e lo vide: le lacrime scendevano insistenti a goccioloni pesanti infrangendosi ai lati della bocca che formava un ringhio, un ringhio feroce da tigre, sentì il suo tatuaggio pulsare nel vedere Hoseok in quello stato. Lui metteva in azione i suoi pensieri, la sua immaginazione.
"Questa me la pagate!" Il tempo di udire quella frase, che il grigio era già scomparso dal suo raggio d'azione per avventarsi sull'assassino di Kihyun. Riuscì a sferrargli un calcio, mirato alla mascella, probabilmente gliela ruppe ma, ovviamente, non fu sufficiente per frenarlo e in un attimo la motosega si riaccese e la testa di Hoseok saltò via dal collo.

Hyungwon se la vide rotolare fino alle sue ginocchia, lo stava guardando con uno sguardo infuriato, quasi lo stesse incolpando, incolpando per non aver fatto nulla, per non averlo salvato.
Il cuore gli si fermò.
Iniziò a boccheggiare per prendere fiato.
Tremolii iniziarono a farsi spazio lungo tutto il suo esile corpo.
Non riuscì nemmeno a trovare la forza per gridare ciò che voleva gridare.

"Ah Wonnie, Wonnie..."

ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora