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"Tu sei convinto che stiano bene?" Chiese Kihyun, guardando Shownu mentre muoveva la gamba per colpa del nervosismo.
"Sì, ne sono certo. Conosci quei due: la loro coppia è la migliore." Disse il più anziano, alzandosi dal divano e avviandosi verso la cucina "vuoi qualcosa da bere?" 
"N-no, grazie." Il moro si mise sdraiato sul sofà e sistemò i cuscini dietro la testa "spero solo non si siano fatti del male."
"Al massimo" si intromise Changkyun, accendendo il televisore "Hoseok avrà malmenato Hyungwon per essersi addormentato durante la missione." E ridacchiò, afferrando il telecomando e iniziando la sua solita sessione di zapping. 
Minhyuk corse giù per le scale, seguito dal suo ssang Jooheon, dirigendosi verso la cucina dove, il castano saltò in braccio a Hyunwoo, mentre l'arancione prese 3 sacchetti di patatine e due lattina di CocaCola. 
"Ma che cazzo vi prende?!" Esclamò il moro, buttando a terra Minhyuk.
"Vogliamo guardarci un film horror, prima che tornino Hoseok e Hyungwon!" Esclamò Jooheon entusiasta "dai andiamo hyung, il film inizia fra poco!" E corsero di nuovo su per le scale facendo un gran baccano, ma non abbastanza da coprire il frastuono di una porta sfondata. La porta d'ingresso.
"Che cazzo?!" Si allarmò Kihyun, alzandosi in piedi e direzionando lo sguardo verso il corridoio lungo e stretto alla sua destra. 
Un gruppo di ragazzi, probabilmente della loro età, si fece avanti puntando loro diverse armi tra cui, anche, un paio di granate e si fermarono solo quando la pistola del ragazzo davanti a tutto il gruppo si bloccò sulla fronte di Kihyun. 
"tock, tock..." disse quello, facendo un sorriso sghembo che scoprì la sua dentatura curata e brillante come stelle nel cielo notturno.
"Chi cazzo siete?" Chiese Hyunwoo, troneggiando dietro il corpo esile e minuto del suo ssang.
"Voi siete i famosissimi Monsta X, dico bene...?" Domandò, retoricamente, il ragazzo facendo scricchiolare il collo. Il suo tatuaggio, situato sul lato destro della fronte, raffigurava un pugnale infilzato in un cranio umano: doveva simboleggiare la sua cattiveria? Il suo istinto selvaggio? 
"E anche se fosse? A voi non dovrebbe fregare un cazzo, almeno che non avete qualcosa che ci o vi interessa..." disse Changkyun, passandosi la mano fra i capelli castano-cenere. Il tono da strafottente non piacque affatto agli ospiti, perché spararono un colpo mirando alla sua mano. 
Due urli, che sembrarono appartenere ad un'unica entità, presero vita in quella villa scatenando il panico fra i ssang, costretti a tirare fuori le loro armi e puntarle contro i loro nemici.
Dal piano di sopra, si sentirono passi e Minhyuk, Jooheon e Chan-hee accorsero a vedere cosa stava succedendo, il più giovane si teneva la mano dolorante e guardò, con occhi lucidi, Changkyun il quale si accasciò a terra. Il dolore, loro due, non lo sopportavano
"Chi diavolo siete?!" Gridò Kihyun, afferrando per la maglietta quello che doveva essere il capo della banda "ditemelo o vi faccio a brandelli! Tutti quanti!" 
"Calmo, haemseuteo*" disse Shownu, passandogli davanti "non dobbiamo dare troppo nell'occhio, ricordi?" Gli sussurrò nell'orecchio, provandogli un piccolo brivido che lo fece relativamente calmare.
"Cosa volete, da noi?" Domandò il più anziano, prendendo il pieno controllo della situazione e puntando, come stava facendo l'altro ragazzo di qualche centimetro più basso di lui, la sua pistola contro la fronte di quest'ultimo. 

"Rapirvi." E i Monsta X non udirono né videro più nulla.

Passarono, circa, 5 giorni da quando i due leader furono ricoverati in ospedale e, ormai, erano di nuovo in forma pronti per recitare la loro parte: fingersi addolorati e arresi di fronte alla cattura.
"Oggi si va in gattabuia eh, WonWon?" Affermò, con tono da domanda curiosa, l'agente che lo aveva osservato da quando i due erano in ospedale. 
"Non vedo l'ora." Affermò l'albino, mentre il poliziotto gli ammanettava i polsi e stringeva la presa in modo che non scivolassero via per colpi dei suoi polsi sottili e ridotti ad un leggero strato di pelle che copriva le ossa.
Lo fecero avvicinare ad Hoseok, il quale aveva uno sguardo del tutto sereno, e i due vennero scortati fino alla volante da due agenti: tutti i medici, pazienti e infermieri avevano sguardi terrorizzati e/o curiosi mentre li osservavano passare con disinvoltura verso quella, che la gente credeva, sarebbe stata il loro futuro: la prigionia. 
"Aspettate qui" disse quello che aveva osservato Hyungwon fino a quel giorno "se proverete a scappare verrete inevitabilmente uccisi, chiaro?!" 
"E chi ci prova a scappare?" bisbigliò Hoseok, spostando il suo sguardo verso dei ragazzini che giocavano a pallone poco più in là.
"Scusa" il poliziotto afferrò la mascella del moro e strinse con rabbia la presa "cosa avresti detto? Non ho sentito bene." 
"Hai le orecchie piene di cerume, per caso?" Sbuffò l'altro "ho detto, e chi ci prova a scappare?"
L'uomo lo lasciò andare spingendolo e se ne andò via, a gran passi; Hoseok mosse un po' la mandibola e poi diede una gomitata a Hyungwon, rimasto a fissare il vuoto "psst! Sveglia! Wonnie!" 
"Oh! Dimmi!" L'albino girò la testa di scatto, incastrando gli occhi con quelli del più anziano: quel contatto visivo gli provocò una scossa. 
"Per evadere, io mi libererò dalle manette mentre siamo in viaggio verso il penitenziario, fingendo però di averle ancora ai polsi, poi, quando saremo scesi e le guardie ci andranno a prendere le divise lasciandoci di nuovo da soli, libererò anche te... infine, la cosa più divertente, uccideremo tutti senza dare troppo nell'occhio e ruberemo la loro auto." 
Hyungwon annuì impercettibilmente guardando davanti a sé, non disse nulla perché aveva sentito dei passi farsi sempre più vicini e non voleva destare sospetti, considerato che il loro piano era ben architettato. 
Entrarono in quell'auto e il loro gioco ebbe inizio.

Hoseok si liberò dalle manette approfittando dei rumori che faceva l'auto che sovrastavano alla perfezione i suoi e, per sembrare ancora più naturale, guardò fuori dal finestrino con sguardo che, all'apparenza, sembrava assente. 
Hyungwon, ogni tanto, gli dava qualche occhiata e rimase sinceramente sorpreso nel vedere con quanta facilità si liberò le mani e, poi, infilò di nuovo le mani nelle cavità delle manette per fingere di averle ancora. 
Dopo una mezzoretta di strada, l'auto si fermò e i due agenti scesero dall'auto andando ad aprire ai due "carcerati" seduti nei sedili di dietro. I due leader scesero e si guardarono attorno: pausa pranzo, nessuno in vista a parte loro quattro. 
"Vi andiamo a prendere le vostre divise, state fermi qui." Disse un agente delle forze dell'ordine, puntando lo sguardo sui due. I loro sguardi non lasciavano trasparire nessuna emozione, e questo, a quel poliziotto, dava tremendamente fastidio.
I due ragazzi annuirono all'unisono e fissarono i due poliziotti allontanarsi per poi, velocemente, prendere l'iniziativa; Hoseok lanciò via le sue manette e si posizionò dietro Hyungwon, liberandolo dalla morsa della ferraglia che gli teneva stretti i polsi. 
Appena furono liberi, si nascosero dietro un muro pronti ad attaccare silenziosamente: come solo loro sapevano fare; i due uomini non fecero in tempo ad accorgersi della scomparsa dei due ragazzi, che il moro e l'albino ruppero il collo di entrambi. Sembrava avessero avuto solo un attacco di cuore, ma l'attacco di cuore erano quel duetto.

Hoseok guidò fino all'autostrada, indisturbato a causa della macchina che stava manovrando; diede più volte delle occhiate al suo ssang, prima di aprire bocca "ehi" sussurrò, quasi avesse paura che le parole potessero rovinare ogni cosa.
"Mh?" Mugolò Hyungwon, reggendo la testa con la mano.
"Sei stato davvero coraggioso, per tutto questo tempo" disse Hoseok, sorridendo "mi hai davvero sorpreso. Sei stato un fifone coraggioso." 
Gli occhi di Hyungwon si spalancarono e la sua testa si girò nella direzione del più anziano, incredulo per ciò che le sue orecchie avevano udito.
"Non guardarmi così!" Brontolò, scherzosamente, Hoseok "dico davvero, sei stato forte." 
"A-anche tu... anche tu sei stato forte." Sussurrò Hyungwon, guardando la strada che portava verso la loro dimora. Verso la loro famiglia
Quando si ritrovarono davanti alla loro casa e furono scesi da quella macchina che puzzava di ciambelle andate a male e di falsa giustizia, la prima cosa che notarono fu la porta sfondata di casa loro.
"Che diavolo...?" bisbigliò l'albino, avvicinandosi alla porta notando un altro particolare: le luci erano tutte accese e anche la TV, ma, dentro la casa, non c'era nessuno
"Hyungwon" disse Hoseok, per la prima volta dopo tantissimo tempo la voce del più giovane sembrava incrinata tristemente "sono stati rapiti."

  Nota Autrice

*Haemseuteo: vuol dire "criceto" in coreano ed è lo pseudonimo che si è scelto Kihyun.
Hello bella gente, non so se questo capitolo sia interessante idrk ma vbb spero che vi piaccia eeeeeee niente amen e ramen.


ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora