Capitolo Sei: Sei il mio futuro.

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Quando Lance finalmente entra nell'appartamento di Keith non può non sorridere.
Al contrario del suo, dove anche ogni più piccola cosa era in ordine, l'appartamento di Keith era un completo disastro, proprio come lui: cibo sul tavolino, tv e luci ancora accesa, cumuli e cumuli di scartoffie sparse sul divano.

"Sembra che ci sia passato un esercito qui." Afferma e Keith sbuffa, non curante delle parole che Lance ha appena pronunciato.

"Puoi solo... parlare? Dimmi quello che devi dire e poi va via, Lance."

Lance annuisce con un sorriso di rammarico, strofinandosi le braccia con le sue stesse mani alla ricerca di quel calore che aveva perso durante la nottata fuori, al freddo.

Keith lo nota e, senza nemmeno guardare Lance in faccia, gli passa una coperta e gli indica con un gesto di sedersi sul divano.

Lance osserva la coperta fra le mani del corvino e gli si scalda il cuore al pensiero di Keith che si preoccupa per lui. La prende con cura, prima di avvolgersela attorno alle spalle e sedersi sul divano di Keith sotto lo sguardo arrossito dello stesso corvino, che lo guardava senza cercare di farsi notare da Lance stesso.

"Allora?" Chiede Keith, acquistando un pò del suo normale colorito e Lance sospira.

"Io... ho pensato molto in questi mesi, Keith. A te in particolar modo.
Ho pensato alle parole che mi hai detto ed a quella tua dichiarazione mai fatta ma soprattutto ho pensato a come mi avesse fatto sentire quest'ultima."

Keith sta a sentire ma non dice una parola, e Lance approfitta di questo suo silenzio per continuare tutto d'un fiato.

"Non ho dimenticato Allura, non potrei mai farlo. Ma quello che mi hai detto, le tue parole, mi hanno ricordato che prima di lei c'era stato qualcun'altro che mi avesse fatto sentire allo stesso modo.
Io credo... credo di aver avuto una cotta per te fin dal Garrison, Keith. E puoi biasimarmi? Eri il pilota più forte che quella scuola avesse mai visto ed io, come moltissimi altri, mi sono lasciato sopraffare da quella tua forza.
Gli altri la vedevano come un'ossessione, pensavano semplicemente fosse la mia smania di batterti e voler essere il primo a parlare ed anch'io per un periodo ho pensato fosse così. Ma mi sono reso conto, o meglio, ho ammesso i miei sentimenti solo durante gli anni di Voltron.
Tuttavia non li ho mai accettati, e di questo me ne pento solo ora. Non ho mai voluto ammettere di provare per te qualcosa che andasse ben oltre la semplice rivalità e cercavo di reprimere questi miei sentimenti concentrandomi su quelli che intanto stavo provando per Allura.
E quando sei partito per l'abisso quantico quel sentimento che provavo per lei si è concretizzato e quando sei tornato ho semplicemente fatto finta di averti superato, non volendo però ammettere a me stesso che in realtà il tuo ricordo era stato un chiodo fisso per tutto quel tempo.
Ed il tuo pensiero, Keith, ha continuato ad essere un chiodo fisso per tutti questi anni."

Lance finisce il suo discorso con un nodo alla gola. Pensava si sarebbe sentito meglio... persino più libero una volta aver confessato i suoi sentimenti per Keith a quest'ultimo ma così non è.

Infatti, lo sguardo che il corvino gli sta rivolgendo lo fa sentire in molti modi, ma sicuramente non meglio.

"Perchè adesso?" Chiede Keith e c'è un eccessivo disprezzo nella sua voce.

"Perchè hai deciso di dirmi tutto questo adesso e non... che so, un paio di anni fa?"

Keith stesso rabbrividisce per il tono di voce che sta usando e se ne congratula. Non può cedere a delle semplici parole da parte del cubano. Vuole che Lance si senta almeno un decimo di come lui si era sentito per tutti quegli anni.

"Avevo paura, Keith."
Ammette infine Lance.

"Avevo paura che confessare i sentimenti che provavo e provo per te, avrebbe in qualche modo offeso la sua memoria. Come se confessare i sentimenti per te avrebbe potuto mettere in ombra quelli che provavo per lei."

After all -KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora