"Sai che c'è? Vaffanculo" esclamai stizzito, voltandogli le spalle. Lo sentii prendere dei respiri profondi per darsi un contegno, poi mi raggiunse.

"Okay, okay, scusa, la smetto" disse, con un sorriso divertito. Alzai un sopracciglio, le braccia conserte.

"Hai... visto tutto?" chiesi poi, esitante.

"Tutto" acconsentì.

"Tutto tutto?"

"Tutto tutto" confermò.

Cazzo.

Mi schiaffai una mano sulla fronte, afflitto.

"Mi ricatterai a vita, non è così?" chiesi, sconsolato.

"In effetti potrei, ma... sarebbe troppo crudele persino per me" rispose, trattenendo a stento un sorriso. Gli rifilai un'occhiataccia.

"Che c'è? Guarda che mi piace il fatto che tu sia così basso."

"Sei tu che sei una stupida giraffa!"

"E tu sei il nano del mio cuore."

"Tu... oh, tu non l'hai detto veramente... tu... no!" esclamai, puntandogli un dito contro.

"Cosa? Nano?"

"Basta, con me hai chiuso."

Aveva detto quella parola! L'aveva persino ripetuta! Non potevo perdonarlo. Lui rise ancora. Stronzo insensibile.

"Non scherzo" dissi categorico, guardandolo in cagnesco. Subito smise di ridere, ma mantenne comunque un certo sorrisetto.

"Ma Lou, è una cosa adorabile."

"É frustrante, invece" risposi, indicandogli lo scaffale alto.

"Beh ma, questo ha i suoi vantaggi, sai?" disse poi, avvicinandosi.

"Quali? Farsi prendere per il culo da una bambina di quattro anni?" chiesi scettico. Lui sorrise, per poi scivolare dietro di me e portarmi le mani sui fianchi. Trattenni il respiro all'improvviso contatto.

"No, ma almeno posso fare questo" sussurró contro un mio orecchio, prima di sollevarmi di peso. Squittii sorpreso, ma poi afferrai finalmente la scatola bastarda. Una volta a terra, lo guardai con occhi sgranati. Lui ridacchiò.

"Visto? Missione compiuta" esclamò, posandomi un bacio affettuoso sul naso.

"Non fare mai più una cosa del genere" sibilai, riducendo gli occhi a due fessure per poi controllare allarmato se qualcuno avesse visto la scena. Non c'era nessuno in quel reparto, per grazia divina. Sospirai sollevato, poi lo guardai.

"Comunque, che ci fai qui?" chiesi.

"Qui? In un supermarket? Sai, pensavo di giocare a bowling" rispose scettico, alzando un sopracciglio.

"Ma che simpatico" ribattei, sbuffando.

"Sono venuto a comprare delle birre" disse, alzando le spalle.

"Mh" annuii. Controllai nuovamente la lista della spesa facendo scorrere lo sguardo su tutti gli oggetti che avevo già preso, e gemetti spaventato quando notai l'ultima cosa che mancasse. Harry aggrottò la fronte interrogativo.

"Che cos- oh" si interruppe non appena gli mostrai la lista e, subito dopo averla letta, in un primo momento sgranò gli occhi, poi scoppiò a ridere. Gli diedi un pugno su un braccio - non per fargli male, sia chiaro, ma abbastanza forte da farlo smettere di sfottermi gratuitamente.

"Ehi" protestò, massaggiandosi il punto in cui lo avevo colpito, mantenendo comunque un sorrisetto divertito. Mi passai una mano tra i capelli e sospirai chiedendomi cosa avessi fatto di male nella vita per meritarmi tutto quello.

Touch me || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now