𝟓𝟎. 𝐄̀ 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐭𝐮𝐚!

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(beh, che dire follettini e follettine

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(beh, che dire follettini e follettine...)


Dopo tre giorni Liam venne a noi finalmente trionfante.

Ci disse entusiasta che finalmente Zayn si era deciso a parlargli e che pian piano stavano risolvendo le cose con lui. Cercò ovviamente di provare a convincerci a parlare con lui come alla fine avevamo fatto io e Josh con Niall, ma ovviamente entrambi ci rifiutammo ardentemente, andiamo, Josh non ci aveva neanche mai parlato, se non quando Daniel frequentava il gruppo suo e di Louis. Anche il biondo si rifiutò categoricamente.

Un conto era Niall, che aveva accusato Louis di  avere collaborato con Nick, il che era già stato difficile da perdonare, un altro conto era proprio collaborare con Nick come aveva fatto Zayn, mettendo in pericolo la vita dei propri migliori amici. Liam era quasi morto e davvero non riuscivo a credere che proprio lui fra tutti, volesse riaverlo come amico.

Ebbi discussioni con lui sull'argomento. Cercavo di fargli capire che Zayn non era il ragazzo che credeva ce fosse e che era una di quelle persone che era meglio perdere piuttosto che trovare. Ma lui si intestardiva, diceva che eravamo noi che non capivamo. Liam di solito era sempre piuttosto calmo, ma l'aggressività che ci metteva quando entravamo in argomento era impressionante.

Era talmente convinto di questa 'ingenuità di Zayn', come amava chiamarla lui, che era arrivato a chiedere anche a Louis di andarci a parlare. Al che lui aveva giustamente riposto con un: "Ma ti sei rincoglionito? Ci odiavamo anche prima, perché le cose dovrebbero essere cambiate? Semmai sono peggiorate!". Ma Liam non desisteva, cercava in ogni maniera di convincerci attraverso tutte le tecniche possibili ed immaginabili, infilando frasi pro-Zayn nei discorsi in modo che sembrassero affermazioni casuali, nella speranza di convincerci o di farci sentire la sua mancanza.

Ma noi eravamo fermi sulle nostre posizioni e una volta in cui fu piuttosto insistente fummo vicini a litigare anche con lui. Dopo quella volta decise di calmarsi un po', ma continuava comunque a sostenere la sua causa. Non mi sarei stupito nel vederlo appendere strani cartelloni per tutto il college. Mi dispiaceva però anche essere troppo duro con lui. Sapevo che era in un periodo difficile, la sua ragazza aveva detto che l'avrebbe contattato presto, ma da quando l'aveva aiutato a scappare non l'aveva più sentita. Era terrorizzato dall'idea che suo padre avesse potuto farle del male.

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