PRIMA FASE: NIGREDO (GLI ELEMENTI IMMANCABILI)

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Ach so, herzlich willkommen, AMIKEN UND NEMIKEN!

Innanzitutto, per procedere alla creazione del vostro Opus Magnum (leggere: per scribacchiare una ficcyna degna di tale nome), bisogna partire da del materiale grezzo, non ancora lavorato - un'idea, una bozza, uno spunto - e ridurlo a una poltiglia informe, in modo da poterlo successivamente plasmare e affinare.

Siete pronti? Bene, cominciamo.

Gli elementi immancabili, in ogni ficcyna sulla seconda guerra mondiale che si rispetti, sono essenzialmente questi: un nazista, possibilmente sadico e bastardo fino al midollo, un'ebrea che poveraccia non ha fatto nulla di male nella vita (a parte esistere) e un'ambientazione tipo vignette di Peanuts, che voi denominerete come "Berlino" o "Auschwitz".
Prendete questi elementi, mescolateli e otterrete un impasto più o meno uniforme fatto di amori torbidi, situazioni improbabili e strafalcioni storici (anche se a dire il vero, più che un amalgama di stereotipi, queste storie sono la quintessenza, la crema di crema alla Edgar, il non plus ultra, l'apoteosi dello stereotipo).

Oserei addirittura dire che, a monte di tutti gli esempi che potrei portare, queste storie costituiscano un genere narrativo a parte. Non è classificabile come romanzo storico per via delle inesattezze, né come romanzo rosa... forse una specie di paranormal romance scrauso?
Ma perfino il cosiddetto paranormal romance, dove spesso si intessono relazioni tra vittima e carnefice (se siete nati negli anni '90, ricorderete sicuramente Twilight, che al tempo - momento coming out - pure io apprezzai), possiede una maggiore coerenza interna: no no, qui la morbosità, il paranormale (e beninteso, non mi riferisco a vampiri, demoni, angeli et similia...) e i cliché rasentano livelli apocalittici.

Sorvoliamo sulle pedanterie storiche (che non è il caso di affrontare in questa sede), sospendiamo l'incredulità e veniamo al sodo: che cosa ci sia di romantico nell'innamorarsi perdutamente di una persona che ti tortura e ti sevizia (di nuovo, sorvoliamo sulle inesattezze storiche), io onestamente non lo so. Sindrome di Stoccolma, forse?

Un altro elemento imprescindibile è il tedesco maccheronico alla Sturmtruppen (ma almeno, quelle erano strisce comiche...), che non si ripercuote solo sui nomi (spesso ibridi anglofoni) ma anche sui titoli delle storie e/o dei capitoli.
Se il TETESKEN non lo conoscete e non avete voglia di consultare una grammatica basilare per evitare di scrivere KAZZATEN, chiedete almeno una mano a un amico/conoscente che magari potrebbe aiutarvi, MALEDIZIONEN! 
Oppure - forse è ancora meglio - scrivete nella lingua del paese dove 'l sì suona, che è così bella e poetica (e lo dice una che spesso usa titoli in tedesco).  

Al termine di questa prima parte, posso solo esortarvi ad essere più originali: in cinque anni di guerra ci sono TANTI eventi da cui poter trarre spunto, mettendo da parte i soliti cliché (diciamocelo, anche un po' offensivi) sui "teteski brutti e...

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Al termine di questa prima parte, posso solo esortarvi ad essere più originali: in cinque anni di guerra ci sono TANTI eventi da cui poter trarre spunto, mettendo da parte i soliti cliché (diciamocelo, anche un po' offensivi) sui "teteski brutti e kattifi".
Potete parlare di soldati americani, sovietici, inglesi, francesi; potete ambientare la storia in Italia e parlare dei partigiani o dei fascisti; dello sbarco in Normandia, della Battaglia di Berlino, dei bombardamenti di Dresda, del conflitto sul Pacifico tra americani e giapponesi, dell'Operazione Barbarossa... (eh? ...*cespugli di salsola che rotolano nel deserto*...)

Poi vabbè, non sia mai che qualcuno venga folgorato dall'ispirazione di scrivere una storia in cui i "nazisti" sono persone normali a prescindere dalle ideologie: sarebbe come chiedere al gattino della foto di abbaiare.


In foto: un soldato dello Heer (Wehrmacht) sorpreso nel tentativo di somministrare croccantini di cianuro a un gattino indifeso.

COME (NON) SCRIVERE UNA FICCYNA AMBIENTATA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora