Chapter 16: You are so sweet

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Boo💪

Boo💪
Sono davanti al cancello

Ivy🍪
Arrivoooo


Mi metto la giacca ed esco di casa, attraverso il giardino correndo - si fa per dire, ho sempre una gonna addosso - ed esco dal cancello piccolo.

«Mi hai davvero preso una rosa?» gli domando quando noto il fiore che si sta rigirando tra le mani
«No, l'ho presa per la mia macchina» dice ironicamente «Si che è per te stupida»

Gli faccio la linguaccia prendendogli la rosa dalle mani e la annuso sorridendo leggermente in imbarazzo.

«Sei dolce» borbotto completamente in imbarazzo, ma perché? Perché!?

Lui mi sorride e mi apre la portiera dell'auto facendo un piccolo inchino.

«Dove andiamo?» gli chiedo quando mette in moto «Ti stresso finché non mi rispondi»
«Prima di partire ti avevo promesso che una volta tornato ti avrei portata a mangiare il miglior messicano della città»
«Oh mio dio, dimmi che stai scherzando!»
«Serissimo»
«Tu sei pazzo»

«Io divento obesa altroché» mi lamento mentre guardo il menù del ristorante, ahi ahi ahi diventerò una balenottera
«Enchiladas o quesadillas?»
«Io, se posso, ti consiglio le quesadillas»

Alzo lo sguardo dalla carta e noto un ragazzino, che non avrà avuto più di diciassette anni, vicino al nostro tavolo con in mano il blocchetto per le ordinazioni e una penna.

«Signorina cosa prende?»
«Uhm.. Il chili piccante»
«Per me invece le quesadillas e se possibile con carne e verdure»
«Certo che sì!» esclama mentre prende nota «E da bere?»
«Acqua naturale per entrambi»
«Nel mentre aspettate vi porto dei nachos» ci informa prima di andare via

«È bellissimo questo posto, poi si chiedono perché non c'è mai posto» dico spostando lo sguardo in giro per la sala, ci sono foto che ritraggono i proprietari insieme alla famiglia e anche diversi dipinti provenienti, credo, dal Messico

Lo adoro un sacco!

«Ecco a voi i nachos»

Ringraziamo il cameriere che subito dopo se ne va e noi iniziamo a mangiarne un po' mentre parliamo.

«Io amo il messicano» dico tra una nachos e l'altro «Potessi ci verrei tutti i giorni»
«Di sicuro ti sogneresti quella pazza di Karen.. Katie come ti chiama»
«Un incubo»

«Suppongo che tu e Lottie abbiate fatto pace» dice Darius poco prima che ci vengano serviti i piatti
«Si, abbiamo chiarito»
«Almeno non devo più sorbirmi Lottie»
«Io direi che è Lottie quella che ti deve sopportare» dico facendogli la linguaccia «Mio dio quanto è buono!»
«Ivy devo dirti una cosa..»

Chiudo per qualche secondo gli occhi e poi li riapro puntandoli ovunque ma non su di lui, forse ho già capito quello che mi vuole dire e so che non mi piacerà.

«Per favore» mi supplica posando una mano su quella che avevo appoggiato sul tavolo in precedenza «Guardami»

«Questa mattina ho ricevuto una chiamata da un mio superiore.. Hanno bisogno di uomini e hanno chiesto al mio battaglione»
«Io.. Torno subito»

Mi alzo e vado diretta al bagno del locale per riprendermi da ciò che mi ha detto.
Non potevano lasciargli ancora un po' di tempo? Non gli sono bastati due anni?
Mi appoggio ripiano del lavandino, butto fuori l'aria che stavo trattenendo e mi guardo allo specchio cercando di capire cosa devo fare.. È una situazione troppo complicata e ho paura di non uscirne intera.

«Tutto bene?» mi viene chiesto da una ragazza stupenda entrata
«Una meraviglia»
«Sicuramente non hai l'aria di una che è stata appena mollata»
«Siamo li li» sbuffo «È un militare»
«Oh.. Io ti consiglio di goderti i momenti con lui prima che parta di nuovo, non vivere con questo rimpianto»

Le sorrido riconoscente e torno sul tavolo torturandomi le mani, come mio solito fare quando sono in ansia o sono nervosa.

«Mi dispiace.. Forse avrei dovuto dirtelo in un altro momento» si scusa lui appena mi siedo
«Quanto tempo hai ancora?»
«Due mesi e mezzo o poco più»
«Starai via anni?» gli chiedo anche se ho paura della risposta
«Forse un paio di mesi»

Riprendo a mangiare in silenzio e di tanto in tanto alzo lo sguardo su di lui dal piatto ma per poco.
Perché ogni volta che ci proviamo deve esserci qualcosa che ce lo impedisce? È successo una volta e ora di nuovo, non penso di poter... Di poter andare avanti... Di poter continuare.
Io non so che cosa fare, perché non posso essere mai completamente felice?

Darius fa per dire qualcosa ma il mio telefono vibra sulle mie gambe - ho la brutta abitudine di mettere il telefono sulle gambe, ormai lo sanno anche i muri - all'arrivo di un messaggio di mio fratello.

Isaac💙

Isaac💙
Potrei sapere dove sei?

Ivy🍪
sono con darius, perché?

Isaac💙
no, niente

Isaac💙
mi sono preoccupato

Ivy🍪
Quando torno possiamo parlare?

Isaac💙
si, certo


Visualizzo il suo messaggio e poi blocco il telefono riportando lo sguardo sul ragazzo seduto davanti a me.
Penso di aver sempre provato qualcosa per lui ma non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo a me stessa e di dirlo a qualcun altro, forse per paura.. non lo so.

«Tutto okay?» mi chiede notando il mio silenzio «È successo qualcosa?»
«Era Isaac, cercava una sua maglia»


In questo momento siamo seduti in macchina, fermi nel parcheggio del ristorante a fissare il vuoto senza sapere cosa dire o fare.

«Vuoi andare a casa o fare un giro?»

Solo che a quella domanda non ho dato una risposta per il semplice motivo che mi sono addormentata poco prima con la testa appoggiata al finestrino.

***

Piano piano apro gli occhi mettendo a fuoco i mobili della mia stanza e la figura di una persona che cerca di togliermi le scarpe senza svegliarmi ma fallendo miseramente.

«Scusami non volevo svegliarti»
«Dormiresti qui? Con me?» gli propongo mentre con una mano cerco la maglia di mio fratello Isaac, che uso come pigiama, sotto al cuscino «Per favore»

Mi tiro su a sedere e lo osservo mentre si toglie le scarpe e i pantaloni rimanendo in maglietta e boxer, mi vado a cambiare dietro all'anta dell'armadio e poi mi rimetto nel letto abbracciando il ragazzo per cui provo dei sentimenti.

UnbearableWhere stories live. Discover now